Lockla era il primo a camminare nella fila disordinata di cacciatori che attraversava la giungla da quasi un'ora, dietro di lui c'era Ember che lo fissava.
Non aveva tolto i suoi occhi dal capotribù nemmeno un istante, lo conosceva da anni eppure la lingua del giaguaro mai aveva osato parlare della sorella.
Ciò che colpiva la coniglietta, però, era lo sguardo del leader: calmo, come suo solito, ma con un velo di tristezza a coprire quella faccia immaginaria chiamata emozione.
Da quando le orecchie del felino avevano udito ciò che doveva fare il suo umore era cambiato, non aveva parlato dall'inizio di quel piccolo viaggio.
Fino a quel momento almeno.
"Ci siamo." disse con il bastone della lancia piantato nel terreno.
Fissava un albero, il tronco di esso presentava un simbolo, proprio al centro, un giaguaro che mostrava le zanne... Sembrava un avvertimento.
Un avvertimento verso di lui.
L'intero gruppo fece un rapido passo indietro quando un'arma, identica a quella stretta dal leader felino, si incastrò nel terreno, proprio fra i piedi di chi conduceva quella scia di cacciatori.
Lockla era stato l'unico a non fare un passo, si limitò ad alzare la testa.
Lei era proprio su uno dei rami dell'albero che presentava il simbolo di quella tribù unica, piegata sulle ginocchiata quasi come un giaguaro privo di coscienza che aspettava paziente la preda... e ora poteva liberare la sua natura da predatore.
Fratello e sorella si fissarono in un silenzio glaciale, molti fra i presenti potevano dire di aver visto nemici più loquaci, infine la maggiore fra i due balzò sul terreno.
"Il lupo ti ha mandato il mio messaggio?" chiese intenta ad avvicinarsi a chi aveva di fronte.
"Quale mes-"
Uno schiaffo fece girare di poco la testa del maschio che inspirò dalle narici per trattenere ogni emozione negativa.
"Buonsole anche a te, Maron."
I suoi occhi tornarono a fissare il sangue del suo sangue.
"Buonsole a te." rispose la più grande d'età come se nulla fosse accaduto.
"Posso rubare un po' del tempo concesso dal Dio Sole?"
Lockla aveva iniziato a stringere il bastone dell'arma, non gli piaceva stare lì e, di certo, il benvenuto della sorella non aveva migliorato il suo stato d'animo.
"Sì, perché non lo rubi mentre ti volti e cammini verso casa tua? Io farò lo stesso."
Il giaguaro più maturo sorrise e fece per voltarsi, quando la mano del fratello le toccò la spalla.
"Non sono qui per me!"
La femmina spostò la mano con una faccia irritata, come se quello davanti a lei fosse un estraneo invadente.
"Le parole che dirai non sono rivolte a te? Questa è una giornata nuova." disse con tono seccato intenta a usare un modo di dire simile a "Questa è nuova".
I piedi della felina ripresero il tragitto, ma, stavolta, il simile le sbarrò il passo.
"La tua tribù è in pericolo, tutte le tribù sono in pericolo."
Il volto di chi udiva rimase immutato, sembrava che non capiva le parole di chi aveva davanti.
"Fai vedere il tuo volto solo se ti serve aiuto?"
"Non mi ricordo di aver visto il tuo in tutti questi giorni."
Il tono del maschio era leggermente più alto, la corda che bloccava la probabilità di una reazione negativa, e impulsiva, veniva lentamente tagliata dalle parole affilate del simile.
"Non mi serviva aiuto." concluse Maron intenta ad avanzare.
"Se non vuoi farlo per me, e non lo comprendo, fallo per tutte le cacciatrici che sono protette dalla tua lancia."
La capotribù si fermò poco dopo aver superato il parente.
"Non parlare della mia tribù, non ti riguarda." disse senza voltarsi per poi riprendere il cammino.
Ora la corda era ancora più debole.
"Come chiedi, allora parlerò di nostro padre..."
Il giaguaro in movimento smise di avanzare ma senza voltarsi.
"... E di nostra madre, quali sarebbero le loro parole se potessero vedere te ora."
"Taci." sussurrò chi era di spalle.
"Vorrei, credimi, ma siamo in pericolo e tu non mi ascolti..."
"Taci." ripetè.
"... Sono arrivati dal mare e sono molti..."
"Taci."
"... sono così tanti che gli alberi di questa grande giungla possono provare paura nel sentirsi inferiori di numero..."
"TACI!"
Maron si voltò e corse verso il fratello con il pugno destro già chiuso, ma le sue nocche non toccarono il bersaglio.
Una mano nera stringeva quella grigia e ne bloccava l'impeto rabbioso.
"Mi dispiace, non volevo interrompere queste dolci parole."
Liam fissava la capotribù che, a sua volta, lo fissava, ma con uno sguardo triste, dettato dagli occhi vagamente lucidi, quanto furioso.
"Lascia la mia mano."
"Perché tu possa usarla per fare del male a tuo fratello?"
La mano libera provò a colpire il gatto ma ebbe lo stesso destino della gemella, ore le braccia grigie erano leggermente incrociate.
"Non so cosa sia successo fra voi due, ma tutto ciò che conosci può sparire."
"Che cosa dicono le tue parole?"
Poco dopo il giaguaro si ritrovò sul terreno di schiena con alcune ciocche dei propri capelli sul volto, una le dava fastidio sulla lingua e dovette spingerla via con due dita.
"Quello che Lockla vuole dire sin da quando ti ha vista, se la tua mente ferma le tue braccia e apre le tue orecchie potresti scoprirlo."
Il gatto nero fissò un paio di volte entrambi i simili di classe prima di ritirarsi.
"Credo sia un bene lasciare che parlino senza di noi."
Uno a uno gli accompagnatori di Lockla seguirono il felino con il pelo color carbone fino a raggiungere un punto più lontano per non udire.
Liam approfittò di essere il primo della fila per massaggiare discretamente i palmi delle mani, nonostante il giaguaro più maturo non avesse un fisico pari al suo possedeva una forza notevole.
"Parla." sussurrò Maron con severità mentre tornava in piedi.
Passarono diversi minuti prima che il capotribù tornasse.
"Si unirà a noi, ci seguirà appena le sue cacciatrici saranno pronte."
Chi udì sorrise, il volto del felino grigio non presagiva certo una buona notizia.
Mentre il gruppo si preparava per far ritorno a casa, Ember si avvicinò al suo leader.
"Lockla, perdonami, ma cosa hai fatto a Maron?"
Colui che era stato appena chiamato sospirò lentamente.
"Mi chiedo la stessa cosa da tanti giorni".
CIAO!
SÌ, SONO VIVO!
Avete notato che è il primo capitolo senza Ankar? Ne sentite la mancanza?

STAI LEGGENDO
QUINTA ALBA
AventuraSole. Giungla. Morte. Pericolo. Ankar è pronto ad affrontare tutto ciò senza paura, ma se queste cose fossero l'inizio di ciò che davvero attende questo guerriero. Il destino. ATTENZIONE:La storia presenta scene di violenza.