LA GIUNGLA È UN LUOGO MOLTO PERICOLOSO

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Ankar era in ginocchio su un ramo di un albero aiutato dalla notte nel nascondersi, gli occhi verdi fissavano il terreno calpestato dagli stranieri.

I venti conquistadores camminavano nella giungla alla ricerca dell'obiettivo richiesto dalla iena, non potevano immaginare che, in realtà, era lui ad averli trovati.

Due lance erano legate sulla schiena a forma di ics e fissate al corpo grazie a una liana lunga e robusta, attorcigliata intorno al busto, mentre la mano destra si chiudeva su un pezzo di pietra appuntito rimosso da un'arma identica a quelle poste sul dorso.

Nonostante il sole fosse sparito per lasciare spazio alla luna non tutti i soldati erano accompagnati da una luce, il lupo, però, poteva chiaramente distinguere anche quelli immersi nelle ombre.

Proprio uno di loro camminò sotto l'albero scelto dal cacciatore come vedetta... Era il momento.

Non appena fu a portata i piedi si spostarono dal ramo e atterrarono decisi sull'armatura, il bersaglio finì disteso con la faccia sul terreno, ma fu la ferita mortale nel collo, inferta con la pietra usata come un pugnale, a prendergli il respiro.

Il canide fissò il corpo della lucertola appena uccisa e voltò di scatto la testa quando notò una luce nelle vicinanze, un cinghiale coperto dalla dura veste grigia, che risaltava molto il pelo marrone scuro, camminava senza porsi problemi... Almeno finché non notò un paio di piedi appartenenti a qualcuno del suo schieramento.

Ebbe solo il tempo di realizzare cosa avesse appena visto, quando due mani afferrarono saldamente le guance e girarono rapide.

Imitarono il movimento di un orologio a lancette: ma era come se dal dodici la piccola asta nera avesse direttamente segnato le tre con un unico scatto.

Ankar accompagnò il cadavere fino a farlo stendere nel suo sonno eterno.

Un cavallo nero teneva la sua strana lancia pronta per sparare, nonostante l'oscurità non potesse dargli una mira sicura, l'arma tesa faceva pensare a un occhio allenato eppure non notò il cappio a pochi passi da lui.

Quando la testa finì al suo interno la liana venne issata veloce quanto una vela, alcuni pezzi di legno, legati dalla stessa corda naturale, formavano un peso per tenere il malcapitato a mezz'aria.

Era bastato un calcio da parte del lupo per tirare su la trappola e, con essa, la preda.

Il fucile era caduto e le gambe scalciavano rapide, del sangue iniziò a colare dal collo per poi scendere sull'armatura a causa di alcune pietre affilate inserite nel cerchio mortale.

Il lupo non era sicuro che lo stratagemma sarebbe funzionato visto il pesante indumento, così aggiunse qualcosa per renderlo più rapido. 

L'equino morì poco dopo fissato da Ankar, in piedi sul ramo posto al centro della liana, ancora non si era abituato alla vista del nuovo animale.

Un cane camminava senza fonte d'illuminazione, la mani destra pronta a sfilare la spada dal fodero posto sul fianco e la sinistra tesa come a suggerire uno stato d'allerta, fu proprio quest'ultima su cui cadde qualcosa.

Sembrava una goccia d'acqua ma quando venne avvicinata agli occhi il soldato notò che era troppo scura per poter essere il fluido pensato, non appena la testa si alzò vide il corpo del compagno ancora appeso.

Fu allora che una lancia gli trapassò il collo da un lato e spuntò fuori dall'altro, il movimento del capo aveva scoperto il punto vitale.

Quando il canide morente finì in ginocchio il suo elmo cadde, una luce iniziò ad avvicinarsi.

La fiaccola era tenuta saldamente da un toro coperto da un folto pelo nero, il conquistadore appena ucciso era scomparso, incluso il suo copricapo, ma il cavallo era ancora visibile e non sfuggì al bovino.

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