CAPITOLO 9

47.1K 1.6K 130
                                    

‘’ le hai lanciato una sedia addosso!’’ esclama Dave seduto affianco a me mentre Gabriel trattiene una risata ‘’ incredibile eh? non è stata neanche punita … ‘’ il mio amico mi guarda con disperazione ‘’ le hai lanciato una sedia addosso! Una sedia! ‘’ Chris non ce la fa più e scoppia in una sonora risata, dopo alcuni secondi Noe lo segue. Mentre tornavo in mensa pensavo che strozzare Silvia mi avrebbe cacciato in guai seri, facendola sembrare l’innocente e povera vittima. Avevo pensato ‘ roviniamole la nuova divisa! ‘ ma non volevo ricreare una guerra di cibo volante. Non so cosa mi è preso quando, entrata nella mensa, l’ho vista mentre ridacchiava felice con un giocatore della squadra di basket. Non ci ho visto più dalla rabbia, ho preso la prima cosa che mi è capitata a tiro e l’ho lanciata contra. La prima cosa che mi è capitata a tiro era, appunto, una sedia. Era una fortuna che non c’era nessuno dietro, altrimenti non mi sarei mai perdonata di far del male a qualcuno che non c’entrava niente. Silvia non ha preso molto bene la mia sfida, e dopo un ‘ ma sei stupida? ‘ con quella sua vocina irritante, ha preso la sedia su cui era seduto il giocatore da basket, facendolo cadere a terra, e me l’ha lanciata contro. In verità non me la aspettavo e quindi i miei miseri riflessi mi avrebbero tradita, ma Gabriel mi ha preso per la vita e mi ha risparmiato un’altra gita all’infermeria. Stavo per prendere la sedia, e Silvia stava per imitarmi, ma Gabriel mi ha bloccata e anche la cheerleader è stata bloccata dal giocatore. Mentre ci divincolavamo tra le braccia dei ragazzi ci lanciavamo insulti e accuse. Silvia è diventata completamente rossa, facendo ridere tutta la mensa circondata intorno a noi. Avrei riso anche io ma ero troppo concentrata sui magnifici insulti che volavano dalle nostra bocche. Alla fine è intervenuta la professoressa Blonder, insegnate di inglese, chiamata dalla cuoca troppo impaurita per mettere fine alla nostra guerra. Ha mandato sia me che Silvia dal preside e ringraziato i ragazzi per averci tenuto ferme. Adesso eravamo una di fronte all’altra, lanciandoci sguardi elettrici, mentre la prof era dentro all’ufficio del preside, spigando a quest’ultimo quello che era successo. Secondo lei. Dave parlava come se Silvia non ci fosse e i ragazzi, accompagnati da Noe, ridevano da matti. Dopo qualche minuto arriva Jess con il fiatone. Non era in mensa, poiché aveva delle prove importanti da fare. ‘’ Charlie, non sai quanto di ammiro! ‘’ esclama gettandomi le braccia la collo, facendomi ridere. Uno schiarimento di gola la fa voltare verso Dave. Ridacchia e si siede sulle sua ginocchia dandogli un profondo bacio. Alzo gli occhi al cielo e mi volto verso Gabriel che stava ridendo con Chirs. Come se avesse percepito il mio sguardo, si gira verso di me e mi prende la mano ‘’ stai tranquilla, il massimo che può fare è farti pulire un’altra volta il teatro ‘’      ‘’ e ci sarai tu ad aiutarmi. Un’altra volta? ‘’ ridacchio. Ride anche lui e mi da un tenero bacio sulle labbra ‘’ mi pare che questo fosse scontato ‘’ dice una volta che si staccatosi. In quel momento la professoressa esce con una ragazza la suo fianco. Mi ci vuole un po’ per riconoscerla, capelli neri, taglio uguale, sguardo dolce. Mi alzo di scatto ‘’ Alessia! ‘’ lei alza lo sguardo e il suo volto si illumina in un grande sorriso ‘’ Charlie! ‘’ viene verso di me e mi abbraccia. Quando nota anche Dave gli fa un piccolo sorriso e abbraccia anche lui, sotto gli occhi indagatori di Jess. Anche Dave si è deciso a venire a scuola di musica e ha fatto amicizia con tutti fin da subito. La professoressa ci richiama. Mentre Alessia si sistema vicino a lei, con gli altri decido di vederci fuori scuola, quando avrò finito. Io e Silvia entriamo nell’ufficio, tenendoci a dovuta distanza. La stanza è sempre uguale, stessi mobili, stessi colori, ci sediamo sulle stesse poltrone dell’ultima volta, sembra che sia passato un secolo da quel giorno. Il preside smette di scrivere sul foglio su cui era chino e alza lo sguardo verso di noi. Lascia la penna delicatamente e si toglie con eleganza gli occhiali appoggiandoli sul foglio e creando una piccola ombra deforme. ‘’ White, Stevens, come dobbiamo fare con voi? Non è la prima volta che i professori notano questo … conflitto tra voi’’ Silvia accavalla le gambe e sospira pesantemente, come se tutto questo la annoiasse. Le lancio uno sguardo rassegnato, poi mi riconcentro sul preside, che ci guarda come se la risposta alla sua domanda fosse scritta sulle nostre facce.  Si rimette gli occhiali e guarda sul foglio ‘’ e poi non so proprio cosa vi sia preso. Lanciarvi le sedie? Sapete che è molto pericoloso? ‘’       ‘’ è stata lei a cominciare signor preside, è venuta da me e mi ha lanciato una sedia addosso. Cose da non credere … dovreste darle una bella punizione ‘’ non ribatto. Quello che ha detto è vero ma non mi pento di quello che ho fatto. Anzi, speravo proprio in un graffietto o in un’unghia rotta. Il preside la guarda come rassegnato ‘’ signorina Stevens, non mi risulta che lei sia stata indifferente all’azione della signorina White ‘’ butta i capelli biondi dietro la schiena e attorciglia le mani sul ginocchio ‘’ signor preside, quello che questo individuo seduto accanto a me ha fatto è stato frutto di una stupida gelosia. Lei mi vede una minaccia per il suo fidanzato e … ‘’          ‘’ma ti senti quando parli? ‘’ sbotto allora io innervosita ‘’ se devi raccontare tutto, minaccia dei miei stivali, allora fallo bene ‘’ mi guarda infuriata ‘’ ammettilo Charlie, Gabriel non potrà mai …’’      ‘’ senti non voglio sentire niente di quello che hai da dire. Sono qui solo per sentire la punizione che avrò. Ho fatto una cosa e rispondo delle mie azioni, quindi, finiamola subito così potrò andarmene e allontanarmi dalle tue lusinghe a te stessa ‘’  mi metto comoda sulla poltrona ritornando a guardare il preside che fissava interessato la scena ‘’ sfigata ‘’ dice tra un colpo di tosse Silvia. La guardo irritata e lei sbatte le ciglia, facendomi un sorriso smielato, troppo dolce per essere vero. ‘’ okay ragazze, io ho deciso ‘’ dice il preside catturando la nostra attenzione ‘’ ho sentito che avete menzionato un Gabriel. È giusta la mia supposizione che sia Jasconi? ‘’ annuiamo all’unisono ‘’ povero ragazzo … ‘’ sussurra senza pensarci il preside senza pensarci, mettendosi comodo sulla sedia ‘’ per avere una ragazza del genere? Sono completamente d’accordo ‘’ dice ridacchiando Silvia ‘’ penso che a qualcuno non vada giù il fatto che Gabriel ami me piuttosto che qualcun altro ‘’ bang! Beccati questo, oca. ‘’ possiamo sapere cosa ha in mente, signor preside?’’ chiede esasperata Silvia. ‘’ bene … non vi darò una punizione, … ‘’ sorrido inconsciamente. Niente teatri da lavare? Perfetto! Tutto è meglio di poltrone da spolverare, palcoscenici da pulire e lucidare, costumi da mettere a posto. ‘’ … anzi … ‘’ continua il preside. Perché quell’ ‘ anzi ‘ mi puzzava un po’? ‘’ … voglio che fate un corso insieme. Non so se ne eravate a conoscenza, ma con i fondi che stiamo raccogliendo abbiamo aperto un corso per migliorare i rapporti tra gli studenti un po’ … lontani? Non mi viene il termine ‘’ afferma ridacchiando il preside ‘’ i corsi sono solo di un’ora a settimana, conoscerete altri studenti e migliorerete i rapporti fra voi due. Informerò personalmente la signorina Collins del vostro … problema ‘’ spalanco gli occhi e quando entrambe stiamo per ribattere il preside alza un dito ‘’ non voglio nessuna obiezione, e non voglio neanche che saltiate il corso se non per problemi necessari. Detto questo … potete andare, passate una buona giornata ‘’ termina il preside e ritornando al suo foglio. Mi sbagliavo, c’è qualcosa di peggio, molto peggio, di lavare il teatro.

Non Lasciarmi MaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora