CAPITOLO 56

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Mio padre non dice nulla per il resto della giornata e quando la mattina dopo esco di casa per andare da Gabriel non mi ferma e non mi fa domande insistenti. Devo dire che la cosa mi stupisce ma al tempo stesso mi rassicura come se la situazione si stesse risolvendo da sola anche se lentamente. Quando arrivo Gabriel sta riposando e sua madre è accanto a lui, sveglia. Lo osserva con uno sguardo che quasi mi fa emozionare, così pieno di affetto e di amore ma anche di risentimento e dolore. Credo che un po' si sente responsabile per non aver potuto evitare quell'incidente, come se lei potesse o dovesse prevederlo. D'altro canto credo che ogni madre si sentirebbe così. Entro lentamente

'' buongiorno Paola ''

La donna alza la testa lentamente e sorride. Ha delle profonde occhiaie sotto agli occhi, probabilmente non dorme da giorni. Nonostante la stanchezza mi rivolge un sorriso affettuso

'' ehi Charlie! '' sussurra per non svegliare Gabriel '' sei già arrivata ''

'' avevo promesso a Gabe di stare la mattinata con lui ''

'' stanotte non è riuscito a dormire '' sospira Paola poggiandosi sullo schienale della sedia '' ha preso sonno solo 2 ore fa ''

'' sembri esausta. Ti posto un caffè? ''

'' sei molto gentile. Un caffè mi farà bene ''

Dopo averle portato il caffè mi siedo accanto a lei e rimaniamo in silenzio per qualche minuto.

'' è stato orribile '' sussurra ad un certo punto senza spostare lo sguardo da suo figlio '' mi hanno chiamata e mi hanno detto che mio figlio ha avuto un incidente. Ho sentito il cuore in gola e per un momento non sono riuscita a muovermi poi mi sono messa a correre come una pazza verso l'ospedale. Eravamo appena tornati da Londra ... ''

'' non è colpa tua ... è stato un assurdo incidente, la cosa importante è che Gabriel stia bene ''

'' hai ragione ... ma per un momento ho temuto il peggio. Mentre lo stavano visitando mi hanno detto che la gamba sinistra era finita sotto la moto e in quel momento ho pensato di non vederlo più correre o giocare a basket o camminare ... ''

Non sapevo cosa dire. In quel momento io non c'ero e questa cosa mi fa impazzire. Mi sento in colpa, come se lo avessi abbandonato a sé stesso anche se ero a conoscenza della situazione in cui si trovava e che in quel momento era debole, vulnerabile, anche se tutto questo non c'entra nulla con il suo incidente. Adesso, guardandolo dormire in un letto di ospedale, dopo un episodio che avrebbe potuto impedirgli di muoversi o peggio di morire, sento di non aver fatto abbastanza. Ho cercato per settimane una soluzione per impedire a Theo di riavvicinarsi a noi, soprattutto a Gabriel ma non avevo preso in considerazione quella più ovvia e probabilmente la più efficace: parlarne con i genitori di Gabriel. Lui non voleva parlarne con nessun altro, in primis i suoi genitori, ma loro sono quelli che lo hanno tirato fuori dai guai la prima volta. Quasi involontariamente pronuncio il nome di Paola, volendo confessarle tutto

'' Paola ... ''

Ma mi blocco subito, conscia che sarebbe stato meglio parlane con Gabriel prima e cercare di convincerlo in tutti i modi nel caso in cui avesse rifiutato la mia proposta. Paola mi guarda con aria interrogativa, aspettando che continuassi a parlare

'' si? ''

Richiama a sé la mia attenzione. Le sorrido, sforzandomi di farlo, come se il peso di quei pensieri fosse troppo grande, troppo impegnativo

'' vado a cercare qualcosa da sgranocchiare. Vuoi qualcosa? ''

Paola mi rivolge un sorriso gentile anche se stanco e quella fragilità nel suo sguardo mi fa sentire in colpa: le sto nascondendo qualcosa di importantissimo che riguarda una persona a lei importantissima.

Non Lasciarmi MaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora