CAPITOLO 14

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Carlo Magno fu re dei Franchi dal 768, re dei Longobardi dal 774 e, dall'800, primo imperatore del Sacro Romano Impero ... mi concentro sul compito per domani, una piccola ricerca su Carlo Magno e le sue imprese. Non so quanto tempo passa prima di concedermi una piccola paura. Gli occhi mi bruciano ed istintivamente stingo gli occhi per smorzare quel piccolo dolore. Mi tolgo gli occhiali e strofino le dita sulle palpebre chiuse. Rimetto la montatura e lancio uno sguardo al cellulare posto affianco al computer. Decido di regalarmi un pò di svago, prendo il cellulare e accendo lo schermo. Splanco gli occhi vedendo due chiamate perse e circa 300 messaggi su Whats App tra chat e gruppo diversi. Le chiamate sono entrambe di Gabriel, mi meraviglio nel constatare che anche se avevo il cellulare affianco a te non mi sono accorta delle chiamate. Chiamo subito Gabriel e faccio una smorfia quando, dopo vari squilli, non risponde ancora. Allontano il telefono dal viso e lo appoggio sulla scrivania, togliendo il silenzioso così che possa sentirlo nel caso mi richiamasse, poi continuo la mia ricerca. Dopo un quarto d'ora, il cellulare vibra e prima ancora che potesse iniziare la suoneria, apro subito la chiamata '' pronto? '' solo ora penso che non potrebbe essere Gabriel '' Charlie, ti ho chiamata una mezz'oretta fa e non mi hai risposto. Tutto okay? '' ma riconosco subito la voce di Gabe e sorrido '' scusami, stavo facendo la ricerca per domani ''   un attimo di esitazione '' abbiamo una ricerca per domani? '' alzo gli occhi al cielo '' fammi indovinare, non l'hai ancora fatta ''      '' e penso che non la farò. Ho un impegno '' sbatto le palpebre '' ehm ... dove vai? '' sospira '' vuoi dire: dove andiamo. Vieni anche tu con me ''      '' hai pianificato tutto, vedo ... '' sospiro '' dove dovresti portarmi? ''       '' nulla di speciale. A casa di Chris, i suoi genitori sono via per lavoro e ha la casa libera ''   appoggio la schiena sulla spalliera della sedia '' organizza una festa? ''      '' lui l'ha chiamata rimpatriata ''  aggrotto le sopracciglia '' rimpatriata? '' ripeto confusa ''esatto. Un pò come quando organizzi una pizza con i tuoi vecchi compagni delle media '' faccio schioccare la lingua contro il palato '' sono vostri amici delle media '' scoppia a ridere '' non proprio ''       '' verranno anche Dave, Noe e gli altri? '' esita '' in realtà no. Non li ho voluti invitare perchè queste persone sono un pò ... particolari ... '' deglutisco '' tu sai che ho dei problemi nella socializzazione vero? ''ride di nuovo '' e per questo che non mi staccherò un attimo da te. Dove vai tu, vado io '' poi aggiunge '' anche in bagno se vuoi '' alzo gli occhi al cielo '' sei disgustoso '' aggiungo però con una piccola risatina '' comunque non so, insomma ... forse sono troppo nerd per i tuoi particolari amici '' dico marcando la penultima parola '' non fare la stupida '' sospira '' Charlie, non voglio costringerti, puoi anche non venire, ma non pensare a questa richiesta come un modo per farti conoscere altri miei amici, solo come un ragazzo che ha voglia di stare con la sua ragazza che usa come scusa per vederla ''     '' questo ragazzo potrebbe portare la propria ragazza da qualche parte ... '' controbbatto '' forse quel ragazzo è costretto '' quando sente che non risponde, aggiunge '' ho capito, non fa niente non me la prendo''        '' Gabriel ... ''       '' ci vediamo domani '' non mi dà il tempo di rispondere che chiude già la telefonata. Guardo lo schermo, alzando un sopracciglio. Mi ha chiuso il telefono in faccia? Sul serio? Beh, neanche io mi sono comportata tanto bene, però ... in fondo lui voleva solo farmi conoscere i suoi amici. Cerco di chiamarlo più volte, ma non mi risponde. E meno male che non se l'era presa. Cerco di non cogliere il doppio senso, e mi rimetto a lavorare. Ma nenache un'ora dopo, riprovo a chiamarlo, sentendomi in colpa. Guardo l'orario e noto che sono ancora in tempo per prendere l'autobus, che passa davanti casa di Gabriel. Lascio il telefono sul tavolo,  alzo velocemente, indossando         le prime cose ( scelte con cura) che trovo, applicosulle palpebre solo una piccola striscia di matita nera. Mi infilo una giacca non troppo pesante e prendo la borsa, sempre pronta. Esco dalla camera e, dopo aver risposto all'interrogatorio di mia madre, scappo verso la fermata del bus. Pe fortuna, pochi secondi arrivata alla meta, lo vedo arrivare e lo prendo. Non trovando posto, mi posiziono vicino il sostegno accanto alla porta. Sospiro mentre penso a cosa dire arrivata a casa di Gabriel. '' eccomi qui! ''    '' pronto per la rimpatriata? ''    '' ti prego, perdonami! ''. Appena il bus si ferma alla mia meta, scendo dal mezzo di trasporto e, quando questo scompare, mi avvio verso casa di Gabriel. Arrivata alla grande villa, mi avvicino alla porta e subito Miele comincia ad abbaiare, come per avvisare. Suono al campanello e sono pronta a sentire la voce di Gabriel, ma a rispondermi è Giordi '' chi è? ''     '' Giordi, ciao. Sono Charlie ... ''     '' oh! Sei tu dolcezza! Aspetta, ti faccio subito entrare '' e subito la porta emette un rumore metallico e si socchiude. La apro quel tanto per passare e la chiudo dietro di me. Mi avvio verso la casa, ignorando Miele che cercava le mie attenzioni. E se è andato via? Se sono arrivata troppo tardi? La porta si apre, e, appena mi avvicino, Giordi mi sorride '' che bella sorpresa! Pensavo che Gabriel ti serebbe venuta a prendere ... ha detto che doveva uscire con te '' oddio ... '' è già andato via? '' chiedo triste, ma, appena lei scuote la testa, sorrido '' è in salotto, sta facendo qualcosa con il computer ... '' annuisco '' posso ...? '' dico indicando la porta del salotto. Lei mi guarda stranita '' ma certo che puoi, vai '' le sorrido, e mi avvicino alla porta. Avvicino la mano alla maniglia ma proprio in quel momento la porta si apre e Gabriel fa un passo verso di me, prima di fermarsi a guardarmi, sorpreso '' Charlie, che ci fai qui? '' dovrei saper rispondere subito, non aver paura di quello che potrebbe rispondere, in fondo è il mio ragazzo, ma con lui ogni volta è la stessa storia. Mi meraviglia, mi sorprende, mi fa rimanere senza parole perfino quando pronuncia il mio nome. Dalle sue labbra sembra quasi una poesia, non un nome maschile associato ad una ragazza. '' mi hai chiuso il telefono in faccia '' riesco solo a dire, e subito mi pento di quelle parole. Lui stringe le labbra, cosa che fa quando trattiene una risata '' sei qui per punirmi? '' alzo un sopracciglio, e incrocio le braccia. '' perchè mi hai chiuso il telefono in modo così violento? ''  spalanca gli occhi '' violento? Esageri ''  sento dei passi leggeri dietro di me, allontanarsi verso la cucina. Associo quei passi a Giordi. '' rispondimi '' sospira e alza gli occhi al cielo '' ho fatto tante cose per te, ho accettato di trascorrere del tempo con i tuoi amici, li ho conosciuti, sono venuto da te dopo gli allenamenti anche se ero stremato, ho deciso di stare con te piuttosto che andare ad una festa dove mi avevano invitato ... '' aggrotto le sopracciglia '' questo non me lo hai detto ... '' lo interrompo, ma lui scuote la testa, ignorando il mio intervento '' non è che tutto questo mi pesa è solo ... che pensavo che come io ho fatto alcune cose per te, anche tu potevi fare lo stesso. So che sei timida, e ti amo anche per questo, ma ... a volte si può fare degli sforzi '' abbasso lo sguardo, incapace di guardarlo '' hai ragione ... mi sono comportata come una bambina. Mi dispiace ... '' sussurro '' e non ... '' si blocca '' aspetta, cosa hai detto? '' gioco con i pollici '' che mi dispiace ''        '' quello di prima ''       '' che mi sono comportata come una bambina ''      '' prima ancora? '' faccio una smorfia '' che hai ragione '' lo sento ridacchiare. Mette un dito sotto il mio mento e mi solleva la testa, non faccio in tempo a incontrare il suo sguardo che lui poggia le labbra sulla mia fronte, dandomi un lieve bacio. Basta il calore delle sue labbra sulla mia pelle a farmi chiudere gli occhi, in estasy, mentre piccoli brividi piacevoli mi attraversano il corpo. '' mi dispiace '' ripeto. Sento le sue labbra muoversi sulla mia pelle '' smettila di ripeterlo. Sei qui, è questo quello che conta ''. Poi i suoi baci si spostano più in basso, in mezzo agli occhi, sulla punta del naso, fino ad arrivare alle labbra, e io, incapace di resistere ancora, gli butto le braccia al collo e rendo più profondo il bacio. Mi prende per la vita e mi stringe a lui. Poi qualcuno comincia a cantare. Aggrotto le sopracciglia incapace di staccarmi da lui, ma poi ricordo ... il suo cellulare. Mi stacco di poco e lui mugola in disapprovazione, poi si accorge della suoneria e apre gli occhi, mentre le sue labra si increspano in un sorriso divertito. Prende il telefono ed io alzo gli occhi al cielo. Qualche settimana fa, Gabriel ha voluto cambiare suoneria e ha registrato sua madre mentre canticchiava una melodia inventata, preparando il pranzo. Povera Paola. Il figlio si diverte a prenderla in giro. '' pronto?'' risponde. Sbuffa '' si,si, sto arrivando. Rilassati,non ti demoliscono la casa '' poi aggiunge divertito '' non tutta almeno '' alza gli occhi al cielo '' si Chris, sto arrivando, fammi chiudere. Ciao '' toglie il cellulare dall'orecchio e mi prende la mano '' vieni '' saliamo le scale e mi porta in camera sua. Dopo aver chiuso la porta, si dirige verso l'armadio e lo apre, mentre io mi siedo sul letto, davanti a lui. I vestiti sono tutti perfettamenti piegati o appesi alle crucce '' che ti metti? '' gli chiedo. Si gratta la testa '' qualcosa di sobrio '' fa vagare le mani tra le maglie, poi ne prende una nera e stacca dalla gruccia un jeans scuro. Li butta sul letto affianco a me e mi guarda '' che ne dici? '' guarda gli indumenti e alzo le spalle '' sobrio, come volevi tu no? '' mi fa l'occhiolino '' giusto '' poi mette le mani sull'orlo della maglietta che indossava e se la sfila, dandomi una bella vista dei suoi pettorali. Sento le guance avvampare, ma la situazione peggiora quando si comincia a sbottonare i jeans. Distolgo lo sguardo cercando di non fissarlo, dando l'impressione di una pervertita. Ma quando mi chiama non riesco a non girarmi '' tutto bene, Charlie? '' prende una fialetta di deodorante dal comodino e con calma irritante se lo spruzza sul petto. Capisco tutto quando vedo il suo sorriso. Un mezzo tra divertito e malizioso, per non parlare dei suoi occhi, dilatati e più scuri '' sei un bastardo '' dico fissando il mio sguardo sul suo viso, evitando altre parti compromettenti. Scoppia a ridere '' perchè? ''     '' lo sai benissimo perchè '' sorride mettendo in vista i denti bianchi '' fai finta che non lo sappia '' alzo un sopracciglio e incrocio le braccia davanti al petto '' perchè sono una adolescente sessualmente frustata, e per di più vergine, molto vergine '' dopo che ho detto quelle parole mi viene da schiaffeggiarmi, e faccio vagare il mio sguardo nella stanza. Almeno finchè lui non si para di fronte a me e mette il viso così vicino al mio che mi manca il respiro. '' possiamo rimediare. Si avvicina sempre di più, tanto che io mi ritrovo stesa lungo il materasso. Prime che potessi dire qualcosa, mi bacia con così tanta passione che dimentico quello che stavo per dire o per fare. Appoggio le mani tremanti sulle sue spalle, sentendo la pelle liscia e calda. Lascio che sia l'instito ad agire per me. Le mie mani vagano lungo la sua schiena, salendo per poi posarsi definitivamente dietro il suo collo. I suoi baci si spostano lungo la mascella, sul collo, fino sulla pezzo di spalla non coperto dalla maglietta. Il cellulare squilla di nuovo, ma nessuno dei due se ne cura. Quando la sua mano si sposta sull'orlo della mia maglietta, mi risveglio e mi mordo il labbro, ma non riesco a dire nulla. Il cellulare termina la sua canzoncina e Gabriel poggia la sua fronte sulla mia, mentre la sua mano si infila sotto la maglietta. La sua pelle contro la mia mi fa rabbrividire e comincio a tremare un pò di più '' hai paura? '' mi chiede sussurrando con l'affanno. Annuisco, incapaca di parlare. Mi da un piccolo bacio sulla mascella prima di ritornare sulla mi fronte. '' perchè non mi dici di fermarmi allora? '' non sapevo neanche io il perchè. Non ho mai avuto un ragazzo vero e proprio, non ho esperienze sul campo. Tutto questo è nuovo per me. Ed io all'improvviso mi sento piccola e spaventata. Capisco che, anche se ho 17 anni, non sono ancora pronta. Bussano alla porta e per un momento nessuno dei due risponde. Gabriel alza di poco il viso per guardarmi e appena incontro quei smerarldi mi rilasso un poco. Non è per ciò che lui potrebbe farmi, perchè so per certo che mi tratterebbe come un gioiello. Forse è solo il nuovo che mi spaventa. Bussano ancora e Gabriel alza gli occhi al cielo, gira il viso verso la porta '' un attimo! '' toglie la mano e scivola via da me, mentre prende i pantaloni e se li infila. Realizzo di essere paralizzata. Grandioso. Gabriel socchiude la porta '' che c'è Mela? ''       '' Chris è al telefono. Tieni '' chiudo gli occhi e deglutisco '' Chris cosa c'è? Ho detto che sto arrivando ''       '' cosa fai qui dentro? '' chiede Mela allungando il collo. Apro un occhio e volto la testa verso di lui. '' Va via. No, non era a te imbecille. Si questo era a te '' ridacchia '' sto arrivando e per favore non chiamare più, mi esasperi '' chiude la telefonata e da il telefono a Mela, poi chiude la porta, voltandosi verso di me ed io mi metto seduta di scatto. Alcuni ciuffi mi cadono sul viso e io li scosto, a disagio. Si avvicina, prende la maglietta e se la infila. '' andiamo?Chris rompe l'anima '' mi dice come se niente fosse. Mi alzo e annuisco. Mi prende la mano e in un attimo siamo fuori, ci avviciniamo alla moto e mi porge il casco. Lo prendo e lo infilo, allacciandolo sotto al mento. Sale sulla moto e io mi sistemo dietro di lui, abbracciandolo e appoggiando la guancia sulla sua schiena. Arriviamo alla palazzina dove abita Chris e Gabe parcheggia proprio davanti. Scendiamo dalla moto e tolgo il casco porgendolo a Gabriel, poi ci avviamo verso il portone. Suoniamo al campanello '' Chris ha avvisato i condomini? '' chiedo '' per cosa? '' mi guarda confuso '' per organizzare una 'festa' '' dico imitando le virgolette '' con musica, grida, cioè ... hai capito '' alza un sopracciglio e mentre la porta emette un breve suono metallizzato, invitandoci ad entrare, dice '' può darsi che ha avvisato, bho ... '' saliamo le scale ed entriamo nell'appartamento. Il salotto è esageratamente grande, al lato destro di esso c'è una piccola cucina e un tavolo di legno con sei sedie dello stesso materiale. La musica era abbastanza alta, ma non tanto da poterla sentire anche fuori. Appena Gabriel entra un ragazzo alto, con un cappello rosso con la viseria al contrario, si gira verso di noi e sorride, mostrando i denti storti e gli occhi di un castano chiaro, quasi sabbia. Ci viene in contro allargando le braccia e facendo un lungo fischio in direzione di Gabriel '' ma guarda il nostro belloccio, da quanto tempo non ci vediamo, amico? '' Gabriel ride '' si vede che non ho avuto bisogno di te '' dice ridendo '' non hai perso il senso dell'umorismo, Gabb '' dice con voce rauca il ragazzo. Gabe gli stringe la spalla '' se perdo quello, Kane, perdo me stesso '' Kane ridacchia, poi sposta il suo sguardo su di me. Gabriel cinge la vita '' Charlie, lui è Kane, un coglione. Kane lei è Charlie, la mia ragazza '' Kane fischia '' hai cambiato genere, vedo ... ''      '' cambiare fa bene '' ci avviamo nel salotto. Appena entriamo nel campo visivo del gruppo seduto sulla poltrona, una ragazza dai capelli platino si alza e sorride '' Breil! Oh, gioiellino mio quanto mi sei mancato!'' dice saltellandoci incontro e buttando le braccia al collo di Gabriel '' stai attenta Jhoanna, il tuo gioiellino è occupato al momento '' dice Kane, mentre tutti gli sguardi si puntano su di me. Chris si alza dalla poltrona e sorride, circondandomi le spalle '' ragazzi, lei è Charlie '' Gabriel lascia Jhoanna e mi stacca da Chris prendendomi per la vita '' la mia ragazza '' Chris sorride divertito, mentre gli altri ( due ragazzi, dall'aspetto minaccioso) ridono. Dopo avermi presentato i due ragazzi, Hunter e Frog ( anche se penso che quet'ultimo sia un soprannome ) arrivano altri ragazzi. Hunter e Frog mi fanno spazio e io mi siedo accanto a loro, sorridendogli. Gabriel chiacchiera e ride con altri ragazzi, la musica, diventata più alta, non mi permette di sentire i loro discorsi. Mi guardo intorno: ragazzi che fanno cadere bicchieri a terra, altri che fanno dondolare la tv, altri ancora ridono esageratamente. Sposto lo sguardo su Gabriel che sta bevendo una birra dalla bottiglia, mentre una ragazza dai capelli rossi si era attaccata al braccio. Aveva gli occhi scuri ed era minuta e magra, era vestita in modo normale, maglia e leggins e non sembrava troppo puttana. Al contrario di Jhoanna che dava subito nell'occhio con gli alti tacchi a spillo e i pantaloncini esageratamente corti, oltre alla scollatura della maglietta. '' e tu sei ...? '' mi volto e noto un ragazzp dagli occhi azzurri e i capelli biondi, di una tonalità più scura di quella di Noe. Mi ci vollero pochi secondi per capire che si rivolgeva a me '' ehm ... io sono Charlie '' dico come se spiegasse tutto. '' non ti ho mai vista, eppure qui ci conosciamo praticamente tutti ''     '' ehm, sono venuta qui con Gabriel '' dico indicandolo, il ragazzo si gira a guardarlo '' ah! con Gabb, sei una sua amica? '' mi passo una mano dietro il collo '' in ... in realtà sono la sua ragazza '' spalanca gli occhi e io sospiro '' era la reazione che mi aspettavo '' dico incapace di trattenermi '' è che ... ''     '' non sono il genere di ragazza che frequentava? Lo so, me lo dicono in molti '' sospiro '' okay, ricominciamo. Ciao Charlie, sono Daniel '' gli sorrido '' ciao Daniel ''     '' quindi ... il tuo ragazzo ti ha portato in questo covo di pazzi? ''     '' mi vuole far conoscere quei pazzi dei suoi amici ''      '' gesto romantico da parte sua ''        '' l'amore fa miracoli ''       '' ti va una birra? '' faccio una smorfia '' l'ultima volta che mi sono ubriacata, sono ritornata a casa mezza svenuta ''      '' brutto affare ''     '' già '' volto la testa verso Gabriel ma noto che non lui non c'è più. Alzo il collo per vedere meglio e riconosco la sua chioma scura. Mi alzo e vedo che circondava le spalle delle due ragazze ( Jhoanna e la rossa) con entrambe le mani occupate da una bottiglia di birra, mentre si avviava verso il corridoio. Meno male che doveva stare sempre con me.


#SpazioAutrice

se il ritardo fosse un reato, io non uscirei più di prigione ahahah. E dopo tanti giorni ( due settimane) ecco che ritorno. Motivi del mio ritardo? Sempre gli stessi, solo triplicati. Penso che mi possiate capire, insomma, sembra che i professori si siano risvegliati e abbiano deciso di ucciderci mettendo verifiche a manetta. Questa settimana non c'è stato giorno senza verifica, per non parlare poi di altre attività. Bhe insomma, sono stata abbastanza impegnata e ho dedicato poco tempo alla scrittura. In effetti scrivere mi ha come liberata, oggi mi sono sentita meglio solo scrivendo di Gabriel e Charlie ... comunque basta chiacchiere. Se volete uccidermi, eccomi, sono a casa mia a studiare per l'iterrogazione di diritto. 

Non possono mancare i ringraziamenti per il vostro supporto! Vi adoro!

PS. leggete la storia di cusshiole '' uno splendido miracolo'' io la adoro *——-*

Dreamer84


Non Lasciarmi MaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora