32: rientro funesto

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Mikhail era su tutte le furie, nulla lo avrebbe calmato.
Da lontano si era accorto che Yennefer era impegnata a sfidarsi con uno dei soldati neri dell'imperatore Gharifax, e in quello stesso istante si era precipitato verso i due separandosi dal proprio compagno di squadra senza nemmeno avvisarlo. Aveva sentito chiamare il suo nome ma lo aveva volutamente ignorato per raggiungere l'amica e l'uomo da lui tanto odiato.

Nel mentre si avvicinava aveva sentito ogni singola parola che l'uomo aveva detto a Yennefer per cercare di destabilizzarla, e ogni singola parola riguardava suo fratello Kayfa.
Già tempo addietro avevano cercato di fare vacillare la sicurezza della giovane con metodi simili, e quando questa aveva riportato il tutto a Mikhail lui si era preoccupato di tranquillizzarla e rassicurarla. Non poteva certo credere che il fratello subisse cose simile, ma poi, dopo aver appreso che le parole del soldato nero non erano frivolezze ma la pura verità la sua rabbia era cresciuta. Più volte aveva provato a convincere il fratello ad andarsene e lasciare definitivamente i Dembiilaha, anche se non fosse stato lì su Awarineé, anche se fosse andato sul pianeta più lontano nell'universo. Mikhail sarebbe andato con lui.
Sentire ancora una volta dire che il Mingan subiva punizioni atroci lo aveva fatto andare fuori di testa, ed era diventato una furia incontrollabile.

I suoi occhi si erano tinti del colore dell'oro, i suoi muscoli si erano talmente ingrossati da farlo risultare un'altra persona, il battito cardiaco era a mille e la respirazione era spaventosa così come la sua faccia.
Anche Yennefer provò una lieve paura nel guardarlo perdere il controllo.

«Il moccioso è cresciuto.» disse il soldato nero alla vista di Mikhail. Era da un po' che non lo vedeva, almeno da vicino. Poi, guardandolo bene negli occhi notò inevitabilmente quanto ce l'avesse con lui per ciò che aveva detto e soprattutto fatto.
«Cosa c'è? Anche tu sei preoccupato per il fratellone?» commentò volendolo punzecchiare a dovere.
Descrisse per filo e per segno in cosa consistevano le punizioni così come aveva fatto con la ragazza, e continuò a farlo e farlo e a rifarlo finché poi la rabbia non prese il sopravvento e Mikhail attaccò.

Non lo attaccava con la spada ma colpendolo con semplici pugni. Il suo secondo potere era una forza micidiale in grado di spezzare ogni cosa, ecco perché ogni colpo che assestava faceva male quanto venti pugni nello stesso punto. Nonostante ciò, il soldato nero era stato addestrato a sopportare qualsiasi cosa ed infatti il loro scontro proseguì senza alcun problema. Le armi non erano contemplate, usavano solo il loro corpo per ferirsi.

Yennefer avrebbe voluto intervenire e combattere al fianco del ragazzino ma c'era un problema che lei proprio non poteva non considerare: i due avevano entrambi poteri di dematerializzazione mentre lei no. Questi infatti, svanivano e riapparivano assieme ad una velocità impressionante alla quale lei non sarebbe mai potuta stare dietro, ecco perché si concentrò sui nemici che aveva attorno attaccandoli con la spada ed alle volte usando i suoi elementi, fatta eccezione per il fuoco.

Mikhail era davvero irriconoscibile. In quel momento era capace solo di pensare al suo avversario morto stecchito e per mano sua.
Si scagliava contro di lui senza pensare a nient'altro.
Pugni, calci, graffi a ripetizione continua.
Era migliorato davvero molto nel combattimento ma sfortunatamente la rabbia che provava lo aveva offuscato e lo faceva comportare come un pazzo scatenato senza controllo, ecco perché ricevette dei colpi molto duri. Reagiva sempre però, e più colpi riceveva e più il suo corpo si induriva diventando più forte. Ma non era controllato e perciò non avrebbe retto per molto altro tempo, per di più le sue energie cominciavano ad abbandonarlo per lo sforzo al quale aveva sottoposto il suo corpo.
Il soldato nero infatti, notata la cosa non poté far altro se non approfittare della cosa, e con un movimento veloce colpì il ragazzino prima alla testa e successivamente allo stomaco, finché poi non lo spinse lontano da sé dandogli un calcio molto forte.
Mikhail volò via frastornato senza poter fare nulla.

AYAME DOOSU: il potere nascostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora