1: un anno dopo

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La sveglia della stanza aveva iniziato a suonare, come ogni mattina. Un suono fastidioso che giunse immancabilmente alle orecchie della ragazza che stava dormendo serenamente. Aprì gli occhi lentamente, e dopo essersi stiracchiata e girata dall'altra parte del letto pigramente, con voce roca, disse: «Will... spegni tu la sveglia.»
Continuava a rigirarsi nelle coperte leggere, ancora assonnata e confusa. La sveglia però continuava imperterrita a suonare, perciò la ragazza ribadì alla compagna di stanza di spegnerla il prima possibile.
«Ehi Will...» fece girandosi dal lato destro della stanza, ma quando notò che il letto era vuoto si alzò confusa.
«Willow? Dove sei?» chiamò la ragazza allarmata.

Si alzò camminando in direzione del pulsante di spegnimento della sveglia, posto accanto alla porta della stanza, ma quando lo pigiò il rumore non cessò, anzi aumentò a dismisura cominciando a provocare un terribile mal di testa alla giovane.
"Si è inceppato ancora." disse fra sé e sé la corvina.
Quando poi si voltò dando le spalle alla porta, si accorse che nella stanza c'era qualcosa di diverso. Non era più nella nuova camera insieme alla compagna, bensì nella sua vecchia stanza della Ondū, la numero 702, dove il suo percorso ebbe inizio.

La porta si aprì, venendo però bloccata dal corpo della ragazza che le stava davanti. Yennefer si scansò indietro per far entrare la persona dall'altra parte dell'uscio e con sua immensa sorpresa, chi si ritrovò davanti era la persona che da tempo desiderava rivedere. Saltò addosso al ragazzo appena entrato, stringendolo forte in un abbraccio.
«Farkas... sei... sei qui!» fece la ragazza cercando di trattenere le lacrime.
Si scostò per guardarlo in volto, anche per assicurarsi che fosse lui e non un'altra persona, ma quell'odore l'avrebbe riconosciuto ovunque, seppur debole.

«Dove dovrei essere?» rispose lui sorridendole confuso.
«Sei ancora nel mondo dei sogni vero?»
Yennefer era confusa, perché nonostante avesse suo fratello davanti sentiva c'era qualcosa che non andava. Eppure la battaglia su Wellan, la distruzione della sua città Thebil per mezzo dei Dembiilaha e dei disertori, la fuga su Gharan e tutto il resto le sembravano cose reali, ma in quell'istante le sembrò di non aver mai messo piede fuori da quella stanza.
«Il mondo dei sogni...» sospirò.
"...ci sono già stata." finì la frase dentro di sé.

«Dobbiamo assolutamente sistemare questa sveglia.» affermò lui, cominciando ad armeggiare con i fili elettrici dietro al pulsante di spegnimento, dopo aver rimosso il quadro principale.
«Finché l'interruttore generale non smette di suonare questo pezzo di ferraglia vecchio non la pianterà di suonare!» affermò dopo essersi reso conto di poter fare ben poco.
Yennefer lo guardò attentamente, come a voler capire se quello fosse realmente solo un sogno o se si trattasse della pura realtà. La risposta non tardò ad arrivare.
«Farkas, perché non ho dormito in camera mia stanotte?» domandò la ragazza pensierosa.

«Che vuoi dire Yen?»

«Perché ho dormito in questa stanza? E perché anche le tue cose sono qui...?» chiese confusamente non appena notò gli oggetti personali del fratello poggiati sul letto accanto alla parete e sulla piccola scrivania sotto alla finestra. Non voleva chiedergli anche il motivo per il quale lui fosse lì vivo, accanto a lei, perché se la sua morte era stata solo un sogno si sarebbe maledetta per aver pensato ad una cosa simile, ma se contrariamente quel ragazzo era solo frutto della sua fantasia, Yennefer avrebbe certamente reagito nel peggiore dei modi. Nonostante tutto volette cercare una spiegazione a tutto ciò.
«Noi non siamo più assegnati in questa camera.» affermò sicura di sé questa volta.

«Ma cosa stai dicendo Yennefer? Non ci siamo mai mossi di qui.» la guardò curioso il moro.
«Vatti a rinfrescare il viso e svegliati avanti, abbiamo del lavoro da fare oggi.»
Mentre Farkas continuava ad armeggiare con i fili elettrici della sveglia, Yennefer si guardò intorno cominciando a notare quanto finto fosse quel luogo. Pian piano, i mobili della stanza e le pareti stesse cominciarono a sciogliersi, fondendosi gli uni con le altre, portando in confusione e grande agitazione la corvina. Il suo cuore cominciò a battere talmente tanto velocemente che sembrava quasi poterle scoppiare da un momento ad un altro, stessa sensazione che provò quando si trovava sul campo di battaglia qualche mese prima. Si sentì ardere dentro, ed in pochi istanti la sua collera e la sua tristezza fuoriuscirono sotto forma di cocenti fiamme che andarono a bruciare ogni cosa attorno a lei in quella stanza. Cercò disperatamente di trattenere quel immenso potere che la spaventava, ma non appena si accorse che in realtà nulla si stava veramente bruciando, compreso quello che sembrava essere suo fratello, si meravigliò restando ferma sul posto. Quando si voltò verso Farkas vide che non era minimamente turbato dalla situazione, ciò dava la conferma che quel posto era fittizio, creato unicamente dalla sua mente.
«Yennefer... Yennefer... Yennefer!» la chiamò una voce squillante.
«Ehi svegliati.» ribadì questa.

AYAME DOOSU: il potere nascostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora