4: ciò che tu vuoi non importa

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«Tutto bene?» chiese Kristen avvicinandosi ad Aidan.

Il moro se ne stava seduto in disparte in una delle stanze della grande nave spaziale dedicate ai soldati. Seppur la missione fosse stata portata a compimento in modo egregio, Aidan non era affatto soddisfatto del suo elaborato, specie per la sua collaborazione fasulla con il nuovo compagno di squadra. Non avevano sintonia adatta a combattere, almeno non tanta da poter andare in missione dopo così poco tempo insieme.
Si era fermato lì a riflettere sul cosa poter fare una volta tornato alla Dochan.
Non era andata affatto bene la missione, e ciò che desiderava era poter tornare alla "vecchia vita", alla normalità, ma non sapeva che piega avrebbe preso tutto ciò.
«La mia compagna si rifiuta di stare con me. Peggio di così non potrebbe andare.» sussurrò.

Kristen lo aveva sentito a malapena, ma non volle infierire data la confusione e la rabbia negli occhi del ragazzo, così presa dalla curiosità, chiese spiegazioni al suo di compagno, Teofe.
Fu esaustivo, almeno in parte, ma la confusione nella giovane demone era tanta. Non capiva come mai quella tipa avesse potuto prendere una decisione così azzardata, ma soprattutto come tutti le avessero dato corda.
In tutto il tempo che aveva combattuto e vissuto lì nessuno aveva mai accettato permesso una cosa simile.
Avendo inoltre capito chi fosse la ragazza, riteneva che tutta quella situazione fosse altamente surreale.

La navicella di rientro dal pianeta Migus finalmente atterrò, facendo uscire i soldati che avevano combattuto valorosamente nell'ultima battaglia.
Rapporti missione, riposo nelle proprie stanze, chi invece non ne aveva abbastanza e si andava ad allenare, tutti quei ragazzi presero a fare ognuno una cosa differente. Quando scesero gli ultimi soldati, ovvero Aidan, Seth e Kristen, si fermarono in mezzo alla pista attendendo che tutti scaricassero le proprie armi. La ragazza però non si fermò più di tanto poiché venne chiamata a rapporto da uno dei capi maggiori dell'accademia.
Nel preciso istante che questa se ne andò una navicella fece rientro da molto lontano atterrando a poca distanza dai due ragazzi.

Era Yennefer, di rientro dal suo addestramento sulla terra.

Non aveva neanche avuto il tempo di scendere dalla navicella e sistemarsi che subito ad attenderla nervosamente trovò Teofe. Accennò ad un saluto con la mano destra, ma a ben poco servì. Il suo sguardo restava puntato su di lei, freddo ed estremamente irritato.
Yennefer lì per lì non capì a cosa quell'occhiataccia fosse riferita, ma non appena fatto qualche passo in avanti notò che da dietro il biondo v'era una seconda persona che se ne stava girata di spalle a fissare gli addetti che prontamente si dirigevano al jet appena rientrato, per controllarlo. Non era molto difficile riconoscere chi fosse: capelli corti e castano scuro, quella forma della testa un tantino allungata, poco più alto del ragazzo che gli stava davanti e con la solita maglia nera imbottita sulle spalle con parti metalliche. Era Aidan, e se ne stava dietro al compagno muovendosi nervosamente anche se solo di pochi centimetri. Yennefer però riusciva benissimo a sentire quell'odore di sudaticcio provenire dalla sua pelle, e fu proprio quello che le fece venire in mente il possibile motivo per il quale i due si trovavano lì ad attenderla.
Scese quindi dal portellone abbassato del jet, dopo aver preso lo zaino contenente i libri che si era portata dietro; arrivata sin davanti ai ragazzi, sorrise falsamente come a voler fargli intendere che aveva già capito che il tutto avrebbe preso una piega non molto gradita.
«Allora? Quando cominciamo a discutere?» chiese sarcasticamente, facendo irritare ulteriormente Teofe che subito le lanciò un'occhiata gelida e decisamente seria, indicandole poi con lo sguardo di seguirla dentro. Dietrofront e se ne andò.
Yennefer non poté far altro se non seguirlo, per evitare ulteriori danni, ma prima di tutto si soffermò sul volto del compagno Aidan, che se n'era rimasto lì buono e zitto per tutto il tempo, senza mai alzare lo sguardo. Neanche lui sembrava gradire quella situazione, comprensibile visti quanti rimproveri si era preso nei giorni precedenti.
La ragazza però, non lo ammonì con lo sguardo, non fece nulla di più se non osservarlo negli occhi e sorridergli gentilmente. Inutile dire che le gote del ragazzo si tinsero di un rosato vivo, che si andava ad intensificare ad ogni secondo passato accanto a lei. Non sopportando più quella sensazione, alzò i tacchi anch'esso seguendo il compagno allontanatosi pochi istanti prima. La corvina aveva capito bene quale fosse il reale problema, e non ne andava affatto fiera visto che la causa di tutto ciò era proprio lei.

AYAME DOOSU: il potere nascostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora