5: ritorno su Wellan

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Erano appena rientrati da una missione dispendiosa a livello di energie, nonostante ciò non appena giunse loro notizia di possibili superstiti prigionieri del nemico su Wellan, il sangue nelle vene di quei ragazzi ribollì a tal punto da accettare senza minimamente pensare al riposo.
Si erano radunati tutti in una delle stanze del ponte di lancio non appena udirono la sirena d'allarme: c'erano ancora dei sopravvissuti su Wellan, gente che era in difficoltà e che si trovava probabilmente prigioniera dei seguaci del sovrintendente McSotez. Non sapevano quanti fossero, se molti o se fossero stati solo in due, poiché la cosa che contava di più al momento era recuperarne quanti più possibili.
Prima o poi avrebbero dovuto affrontare direttamente i loro ex compagni e riprendersi il controllo del loro pianeta, ma aimé i Dembiilaha erano veramente tanti per far sì che anche un solo continente come Wellan potesse tornare in mano ai Doosu.

Sarebbero partiti al calar del sole così da trovarsi lì nel cuore della notte, sfruttando l'occasione visto il loro vantaggio nell'avere il totale controllo della barriera nei deserti che collegava i due continenti gemelli. Anche il gruppo era deciso, e tranne che per qualche membro - come ad esempio Kristen - tutti erano studenti provenienti dall'Accademia Ondū della città di Thebil, su Wellan. Non era quella la zona in cui si sarebbero diretti, ma rispetto a coloro che non erano mai stati sul continente gemello del nord questi lo conoscevano assai meglio.

Al gruppo voleva unirsi ovviamente anche la Mingan Yennefer.
Nel mentre che i vari operatori di Gharan stavano informando i membri del gruppo su quello che avrebbero dovuto fare, chi avrebbero trovato con molta probabilità e come agire in caso di pericolo, la corvina si era avvicinata al compagno dai capelli biondo cenere. Teofe avrebbe partecipato insieme alla propria compagna Kristen, e con lui anche Seth e Willow.
«Teofe...» lo chiamò lei a bassa voce.

Il ragazzo scosse la testa. Non aveva intenzione di darle corda a questo giro, non dopo quello che aveva rischiato il loro compagno nella recente missione. Non si voltò neanche, per evitare lo sguardo maledetto della ragazza che per lui era uguale a sentirsi stregato; lei era l'unica ragazza che riusciva a provocargli quell'effetto, decisamente pericoloso visto quello che era capace di fare. Da un anno a quella parte poi era diventato molto più malleabile con lei, specie a causa dell'enorme perdita che aveva subito, ma non poteva continuare oltre.
«Non ci pensare Yen.» disse in tono estremamente basso.

Lei lo guardò negli occhi, mentre questo cercava disperatamente di evitarla. Aveva ragione, era lei che questa volta doveva comportarsi da persona matura e scendere a compromessi se avrebbe voluto partecipare a quella missione, e dal momento che il desiderio era talmente forte, anche il suo pensiero cedette lasciando parlare la sana coscienza.

«Se posso salvare quanta più gente possibile, tanto mi basta.» affermò la ragazza quasi sussurrando, nonostante fosse già molto vicina all'orecchio del ragazzo tanto da non farsi sentire dagli altri. Ovviamente le sue parole erano riferite in primis al fratello perso un anno prima durante la battaglia che li aveva costretti ad un ritiro immediato per non rischiare di perdere altre vite inutilmente; però non era solo il pensiero di Farkas a tormentarla, ma anche quello di tutte le persone, anziane, giovani o addirittura i bambini che erano deceduti a causa di quei pazzi psicopatici traditori e nemici.

«Non puoi venire da sola.» disse Teofe in tono serio. I suoi occhi verdi e quelli grigi azzurri di lei si incrociarono per qualche buon minuto, osservandosi ben bene, arrivando persino a studiare le sfumature più strane che assumevano le loro iridi ai confini con le pupille. Era uno sguardo serio, ma nient'altro che uno scambio di sguardi ad occhi esterni, mentre invece per quei due non era affatto così. Si intendevano bene, spesso senza parlare, e poiché entrambi si rispettavano a vicenda e tenevano l'uno all'altra, una volta terminato quel lungo scambio un accenno di capo venne fatto da ambedue le parti a segno di aver compreso e di voler rispettare i patti.

AYAME DOOSU: il potere nascostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora