6: incontro ravvicinato

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Erano giunti in breve tempo nella città poco distante dal deserto di Wellan, la città di Thebil, dove un anno prima parte dei ragazzi di quel gruppo combatterono per la propria sopravvivenza perdendo persone a loro care.
Raggiunti i confini della città poterono vedere le forme ormai inesistenti e decisamente cambiate rispetto a mesi addietro, allontanandola sempre più da quella che era ancora nelle loro menti il ricordo della loro casa.

Kristen e l'altro pilota spensero i motori giusto fuori dalle mura della città, create appositamente da quelli che avevano assediato violentemente Thebil in modo tale da poter controllare meglio il tutto. Non si trattava altro che di un muro di cemento armato con qualche videocamera di sorveglianza ed un semplice recinto elettrificato, nulla che i ragazzi non potessero superare. Scesero dai veicoli, diretti a quella che era un'entrata sicura e nascosta agli occhi di tutti, un passaggio segreto che li avrebbe fatti sbucare esattamente nei bassifondi dell'accademia Ondū, o almeno di quello che ne rimaneva.

C'era qualcosa di strano nell'aria, un odore particolare che però veniva sovrastato dalla puzza di bruciato che fuoriusciva dalle ciminiere. Nonostante fossero spenti, da quei alti e stretti camini fuoriusciva del fumo dall'odore terribile al naso di una Mingan sensibile come Yennefer, e che in qualche modo andò ad intaccare la sua mente portandola in uno stato confusionario per qualche buon istante.
«Ehi, Yen. Tutto bene?» chiese Aidan preoccupato dopo aver notato lo stordimento negli occhi della compagna.
La vicinanza con quel fumo non la aiutava di certo, ma una volta entrata nel passaggio sotterraneo tutto sarebbe passato.
La corvina annuì, tappandosi il naso, e con passo sicuro seguì le orme dei precedenti compagni che si erano inoltrati nel tunnel.

Come previsto, sbucarono nelle segrete dell'accademia, poco distante da quella che un tempo fu la cella dove venne rinchiusa Yennefer. Quando vi ci passarono davanti la ragazza si voltò ad osservarla, mentre gli altri cercavano un modo per poter salire in superfice visto che ormai quel luogo era per lo più crollato su sé stesso a causa delle bombe piazzate dai Dembiilaha. Non vedevano vie d'uscita.
«Non possiamo tornare indietro, rischiamo di farci notare.» disse Kristen opponendosi fermamente alla proposta di alcuni dei ragazzi. Nonostante non conoscesse quel posto cercava di trovare una via di fuga in qualche modo.

«Non posso usare il mio dominio con così tanta roccia.» disse Willow dopo essere stata interpellata.
Lì presenti, compresa la rossa c'erano altri due dominatori, Yennefer ed un altro ragazzo; avrebbero potuto comodamente spostare tutta quella pietra, ma per quando ci fossero riusciti non avrebbero potuto assicurare una via d'uscita sicura per tutti. I primi a venir colpiti sarebbero stati ovviamente loro tre in quanto, così facendo, il loro dominio sarebbe cessato così come la loro vita e di conseguenza quella dei compagni.
«Sarebbe un suicidio in qualsiasi modo.» aggiunse infine.

Nel mentre ognuno cercava una soluzione a tutto quello, Yennefer era assorta nei suoi pensieri ed in quell'odore particolare che sentiva nell'aria. Era sempre più vicino, e voleva raggiungerlo il prima possibile per non rischiare di perderlo completamente. Fu proprio grazie a quell'odore che capì che esattamente dalla cella dove venne rinchiusa tempo addietro avrebbero trovato un passaggio sicuro. Il solaio era crollato, ed esattamente al di sopra di loro vi era un'enorme salone completamente vuoto ed insonorizzato. Lo riuscì a capire grazie al suo raffinato udito.
«Vado prima io.» affermò lei con sguardo irremovibile.
Non avrebbe permesso a nessuno di rischiare per una sua idea derivata dal suo naso.

Seppur contrariato, Teofe le permise di andare. La aiutò a salire tirandola su per la gamba facendole leva con le mani. Il buio che regnava in quel luogo era certamente un gran vantaggio per la corvina, ma non tanto per le guardie nemiche. Erano tre, tutte intente a guardare al di fuori in un punto assai lontano da quello dov'era sbucata lei. A passo svelto e felino, si avvicinò a queste colpendole nei punti giusti così da farle cadere a terra in pochi istanti, dopodiché andò ad avvertire i compagni dando il via libera.

AYAME DOOSU: il potere nascostoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora