Capitolo 1

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Il Paradiso lo preferisco per il clima, l’Inferno per la compagnia. -Oscar Wilde

(Per chi dovesse venire da "Contro ogni mia ragione", scorrete per vedere ZAIRA'S POV. Si trova sempre nel primo capitolo, subito dopo SAMIR'S POV ⬇️.)

SAMIR'S POV:

"Non so quando potrò tornare a farti visita, Bilel mi ha convocato da lui stamattina" dico a Mustafa a sottovoce.

Devo molto a mio cugino, quando rapimmo la figlia di Jamal, e Bilel e i suoi uomini ci beccarono nella fabbrica, Mustafa si sacrificò fingendosi me e facendosi arrestare.

Per Ibrahim non c'è stato altro da fare, quando amputarono una gamba a Mustafa, per colpa della sparatoria in fabbrica, in ospedale gli dissero che Ibrahim era morto.

Non ho potuto seppellire mio fratello, l'immagine di lui per terra in un lago di sangue mi perseguita da 15 anni, da quando quella stessa notte andai a vendicarmi ed entrai a far parte degli uomini di Bilel Cortada, il mio acerrimo nemico.

"Per i nuovi lettori, recuperate il capitolo 75 del libro precedente "Contro ogni mia ragione"

Baba, ex sceicco dell'organizzazione, si fidava di Bilel, sperava che portasse avanti la jihad, la guerra santa contro gli infedeli in nome dell'Altissimo. Nessuno si sarebbe mai aspettato che potesse pugnalarci alle spalle tradendo l'organizzazione per una puttana e togliendoci tutti i finanziamenti.

Mi ritrovai all'età di 15 anni con un papà assassinato, un fratellino di cui prendermi cura, mio cugino, alcuni uomini ancora fedeli a mio padre. Mi ritrovai a dover risanare l'organizzazione e riprendere a combattere la jihad.

Provai a fare guerra a Bilel e i suoi uomini rapendo la figlia di Jamal, suo alleato, ma ottenni un fratello morto, mio cugino in carcere che mi copre e io nella tana del lupo.

Mi presentai a Bilel come Tariq, povero orfano che non aveva nulla con sé, ma tanta voglia di riscattarsi. Mi unii ai suoi uomini, migliorai le mie tecniche di combattimento, andai a scuola, mi alleai a Bilel per uccidere i miei stessi uomini.

15 anni a obbedire a ogni suo comando, a comportarmi impeccabilmente per guadagnarmi la sua fiducia, per poter attaccare al momento giusto.

"Sei riuscito a entrare in casa sua?" chiede Mustafa sorridendo scaltro.

"Ho fatto di meglio..." mi sporgo sul banchetto e sussurro "Mi ha affidato sua figlia"

"Non ci credo, come hai fatto figlio di puttana" dice Mustafa dandomi uno schiaffetto.

Mi rimetto a posto e racconto tutto, racconto delle foto fatte di nascosto a Zaira all'università, per strada, in casa, sul suo stesso letto.

"Crede che sia Samir dal carcere a muovere i fili" gli comunico mentre lui scoppia a ridere e la guardia dietro si avvicina a noi.

"Se solo sapesse che il temuto Samir è più vicino di quanto possa pensare"

Ridacchio e abbassando lo sguardo chiedo "Come te la passi qui?"

"Meglio di stare fuori in quell'inferno. Qua ricevo cibo e ho anche la mia gang e ah...grazie per le puttane che mi hai mandato"

"Ringrazia Eugenio che le ha lasciate passare"

"Poi lo ringrazierò allora. Quando ti rivedrò quindi?"

"Non lo so, devo stare molto attento. Anche se ho la fiducia di Bilel, ho sempre gli occhi puntati dei suoi uomini"

"Samir?" mi chiama Mustafa.

"Si?" chiedo alzando lo sguardo a lui.

"Sei la nostra unica speranza, tuo padre Ahmed sarebbe fiero di te se riuscissi a riportare in vita l'organizzazione" si avvicina e ribadisce "Farai grandi cose ragazzo mio, non mollare per nessuna ragione al mondo"

Un bodyguard di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora