Capitolo 3

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"Non è mai solo un gioco quando stai vincendo."

ZAIRA'S POV:

No, non di nuovo...non di nuovo, penso mentre Sebastian ricomincia a russare non dandomi pace.

E' la terza notte di seguito che dormo pochissimo, è impossibile farlo con Sebastian che russa come una tromba.

Alzo la testa esausta e faccio una smorfia quando lo sento piritare e mettersi di lato...scommetto che se in questo momento entrasse qualcuno armato, Sebastian continuerebbe a dormire indisturbato.

Per fortuna è chiusa a chiave la porta e le finestre sono serrate.

Sbuffo e riaccendendo l'abat jour, prendo il libro che stavo leggendo.

E' molto interessante. Quella che Dostoevskij tratteggia nel "Giocatore" è una vera e propria radiografia letteraria del vizio del gioco, un'istantanea dei modi in cui il demone dell'azzardo può possedere uomini e donne di età ed estrazione sociale diversa.

Non mi accorgo neanche che si è fatto mattino, quando Sebastian sbadiglia alzandosi e si gratta il suo panzone, ancora assonnato.

"Buon dio!" esclama spaventato vedendomi sveglia.

"Buongiorno" gli rispondo sistemandomi meglio gli occhiali.

"Mi scusi signorina, mi sono addormentato e..."

"Non fa nulla Sebastian, puoi tornare a dormire. Io andrò a fare colazione" mormoro richiudendo il libro e scostando le coperte.

Mi aspetto che ribatta, invece dice "Perfetto, posso chiederle un caffè?"

Alzo un sopracciglio..."Certo" rispondo mettendomi le ciabatte e andando verso la porta.

"Grazie signorina, lei è gentilissima"

Gli faccio un sorriso tirato mentre esco dalla camera, ma lui mi richiama all'ultimo "Sì?"sulla soglia.

"Se non le dispiace, mi potrebbe portare un cornettino? La mattina mi sveglio molto affamato"

Mi mordo l'internoguancia trattenendomi e dico "Come no, ha un gusto in particolare che predilige?"

"Mmm...mi faccia pensare"

Inclino il viso incredula...fa sul serio?

"Al miele, sì...Rosita lo fa così dolce"

Corrugo la fronte, non voglio andare oltre le sue parole.

"Bene" mi limito a dire uscendo.

"Signorina, un attimo!" mi richiama.

"Sì?" richiedo per l'ennesima volta.

"Nel caffè possibilmente due zollette di zucchero, lo prendo molto dolce"

"Avevo intuito che lo prendesse dolce"

"Lei è così intelligente" mi adula lui.

"E' solo intuizione" mormoro chiudendomi finalmente la porta alle spalle.

Scendo in cucina scuotendo la testa e preparando la colazione a Sebastian, gliela porto in camera.

"Grazie signorina, lei è un angelo" mi ringrazia lui ancora in canottiera e calzettoni.

"Ehm sì, prego. Tra un'ora dovrei andare in..."

"Oh no no signorina, la prego. Ieri sera ho preso un po' di fresco e ho la gola secca, possibilmente oggi stiamo a casa, è d'accordo con me?"

Mi mordo il labbro e mormoro "Certo...si riposi, io vado un attimo di sotto che ho lasciato l'acqua per il tè sui fornelli"

"Vada vada, grazie ancora per la colazione"

Un bodyguard di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora