Capitolo 2

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Quando gli sciocchi vanno al mercato, i furbi fanno buoni affari.

ZAIRA'S  POV:

"Buongiorno, che faccia che hai" dice mamma entrando in cucina.

Mi giro col cappuccio della felpa alzata e mormoro ancor assonnata "Cosa?"

"Hai dormito stanotte? Sembri uno zoombie"

"Grazie..." borbotto azionando la macchinetta del caffè.

Non sono riuscita a dormire per tutta la notte, pensare che non ero sola, che quell'uomo fosse a pochi metri da me...mi faceva venire i brividi.

Ho questa costante brutta sensazione sul suo conto, poi credo di averlo già visto...non ricordo proprio, ma ne sono sicura.

La mia pelle lo riconosce, ho sempre i brividi quando posa lo sguardo su di me.

"Buongiorno!" esclama Esme entrando in cucina e correndo a prendere una brioche.

"Sono in ritardo, io vado!" dice papà affacciandosi nella cucina subito dopo.

Si avvicina a me e lasciandomi un bacio sul cappuccio mormora "Chiamami se hai bisogno, tu vieni con me" dice alla fine trascinandosi con sè mamma.

Presto tutti lasciano la cucina e mi ritrovo sola, ah no.

Mi giro di poco e vedo Tariq alla porta, nello stesso identico punto in cui era quindici minuti fa.

Il caffè viene finalmente erogato e aggiungendolo al latte, mi faccio il cappuccino. Afferro un cornetto vuoto e vado in sala da pranzo per mangiare e leggere il giornale di oggi.

"Gradisce del caffè?"chiedo prima di uscire dalla cucina.

Non mi considera, ricevuto.

Proseguo per i fatti miei e sedendomi a capotavola, apro il giornale sorseggiando il mio cappuccino.

Improvvisamente sento un cellulare squillare e noto che si tratta del telefono di Tariq, risponde subito girandosi di lato...un secondo di pace, penso buttando un sospiro.

Mi sta addosso come un avvoltoio, non mi molla un secondo.

Addento anche la mia brioche e dopo aver consumato la colazione, torno in camera per recuperare i vestiti per fare yoga.

Mi aiuta sempre prima di studiare.

Entro nel mio bagno, sempre con gli occhi vigili della guardia puntati e mi cambio coi leggins e il reggiseno sportivo.

Faccio per uscire, ma mi rendo conto di non sentirmi a mio agio così scoperta davanti a uno sconosciuto. Recupero un'altra felpa che mi copra anche il sedere e finalmente sono pronta.

Esco in giardino ispirando subito l'aria fresca e pulita di prima mattina e stendendo per terra il tappetino, mi metto subito in posizione di meditazione.

Inizio a muovermi stendendo bene le braccia, le gambe, la testa...è un vero e proprio toccasana fisico e mentale lo yoga.

Finisco dopo mezz'oretta e rientrando in bagno, mi faccio una veloce doccia. 

Oggi devo vedermi in biblioteca con Beatrice, una nuova collega che ho conosciuto all'esame di penale. E' molto gentile e si è subito mostrata educata con me, all'inizio pensavo che mi avrebbe lasciata perdere, invece mi ha cercata nel gruppo di whatsapp e continuato a tenerci a contatto.

Apprezzo molto la sua compagnia, anche perchè è il mio opposto...mentre io sono una persona abbastanza razionale e responsabile, Beatrice è più libertina, anche se gli esami lì dà sempre in tempo e non perde di vista il suo obiettivo, ovvero la laurea.

Un bodyguard di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora