Capitolo 17

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"Son io che vendo veleno a te, non tu a me" Shakespeare.

ZAIRA'S POV:

"Forza che siamo in ritardo!" esclama mamma a Esme e Rafael alzandosi da tavola.

Sorseggio il mio cappuccino mentre mamma mi lascia un bacio sui capelli e dice "Dimmi quando vai da Sole"

"Certo" rispondo leccandomi le labbra sporche di schiuma.

"Bambolina hanno anticipato la riunione, porti tu Esme e Rafael a scuola?" chiede papà entrando di fretta in cucina.

Mamma annuisce occupata a mandare un messaggio mentre papà le prende di forza il mento e le stampa un bacio "Sei consapevole del fatto di non darmi abbastanza attenzioni?" le rinfaccia.

Lei scuote la testa divertita e lasciandogli un altro bacio dice "Muoviti o li porti tu i ragazzi a scuola"

"Queste sì che sono minacce" dice papà facendoci ridere e lanciandoci un bacio volante.

"Vi amo" aggiunge guardandoci per poi abbassare lo sguardo a mamma e dire ancora "Ti amo"

Sorrido, che carini. Diana a quest'ora vomiterebbe...è molto simile a zia Vivi di carattere.

Osservo che posa una mano sulla spalla di Tariq che è immobile sulla soglia a sorvegliare la stanza e il corridoio.

Mi mordicchio il labbro e ripenso alla nostra doccia stamattina...di sicuro mi sento molto più rilassata dopo i ripetuti orgasmi che mi ha dato, questa relazione mi sta dando più benefici di quanto creda.

Mamma risponde a una telefonata e fa segno a Rafael ed Esme di prendere gli zaini e seguirla.

"Ciao Zari" mi saluta Rafael mettendosi la giacca.

Ricambio con un occhiolino e finisco il mio cappuccino.

"Buona giornata piccolo mio" Esme saluta Rambo che continua a sonnecchiare, non fa altro questo cane.

Saluta anche me e corre fuori dalla cucina lasciandomi sola.

Lancio un'occhiata a Tariq che continua a guardare di fronte a sè con una cuffia all'orecchio e vigile come un militare.

Mi alzo per andare a lavare la mia tazza e asciugandola faccio per posarla sul ripiano, quando sento due mani afferrarmi forte i fianchi e la sua bocca incominciare a tormentare la mia spalla.

Sorrido compiaciuta mentre i suoi baci continuano fino al collo mordicchiandolo e le mani s'infilano sotto la canottiera impazienti di toccarmi.

Poso le mani ai bordi del lavabo e inarco la schiena sentendo subito la sua intimità ingombrante premere contro la stoffa dei suoi pantaloni di alta sartoria.

Tariq mi addenta il lobo dell'orecchio leccandolo e io non resistendo più, mi giro fra le sue braccia e agguantandogli il viso, lo bacio come se non l'avessi già fatto abbondantemente un'ora fa.

Lui mi alza in aria palpandomi il sedere e posandomi sul bancone, si fa spazio tra le mie gambe.

"Ci farai beccare così" dico ridacchiando mentre lui mi accarezza un seno e mi zittisce aggredendomi le labbra.

Gli butto le braccia attorno al collo e lo stringo forte a me mentre sentiamo Rosita gridare in lontananza "Buona giornata!"

"Cazzo" borbotto staccandomi da Tariq, ma lui ripiomba sulle mie labbra e mormora "Aspetta, ancora un po' "

Quando sentiamo i passi farsi sempre più vicino Tariq si decide a scostarsi da me e rimettendomi per terra, mi lascia una sculacciata prima di tornare alla porta.

Un bodyguard di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora