Capitolo 21

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La verità fa male per poco, ma una bugia fa male per sempre.

ZAIRA'S POV: 

Sbatto piano gli occhi e alzando la testa, cerco di adattarmi alla luce soffusa che vedo in lontananza.

Mi porto una mano sul viso stropicciandolo e mettendomi sui gomiti, cerco di identificare la persona che vedo seduta davanti al camino mentre getta della legna dentro.

Ha un dolcevita nero, pantaloni anch'essi scuri e un accenno di capelli mori...Tariq, realizzo quando muove di poco il viso mostrandomi il profilo.

Abbasso lo sguardo al mio corpo e noto di essere ancora in pigiama su un letto non mio.

Scosto le coperte e mettendomi seduta sul letto, mi accarezzo i polsi violacei...ricordo le corde, il foulard alla bocca, il panno in faccia; mi sembra di vivere un incubo.

"Oh ben svegliata" sento dire da Tariq che mi osserva dal camino.

Si sta comportando come se nulla fosse successo, di nuovo.

Il mio istinto mi suggerisce di buttarlo dentro il camino, urlare, scappare immediatamente da qui, ma mi rendo conto che con lui non potrà mai funzionare. Mi troverà sempre, non c'è posto al mondo in cui possa nascondermi da Tariq.

E' un maestro nella manipolazione, è pericoloso, letale oserei dire...sono spacciata.

"Dormito bene?" mi chiede sorridendo.

Brutto psicopatico.

Decido di stare al suo gioco e abbozzando un sorriso annuisco con la testa.

Urlargli contro e cercare di fuggire da lui non ha portato buoni risultati.

"Dove siamo?" domando con troppa calma, sperando che se la bevi.

"Tunisi, guarda cosa ho preso" dice alzandosi e andando a recuperare una scatolina.

Merda, siamo in un altro continente.

"Cos'è?" chiedo intimorita, mi aspetto qualsiasi cosa.

"Apri" mormora sedendosi sul materasso.

Prendo la scatolina un po' scettica, ma non voglio troppo farlo a vedere e sorrido come una scema.

"Cosa sono?" mormoro osservando il contenuto della scatolina.

"Sono I Makroud sono dei dolcetti appartenenti alla tradizione di Kairouan, una città della Tunisia che avremo modo di visitare più in avanti. Per non farla lunga, si tratta di biscotti a base di pasta frolla, datteri e miele"

Sono stata legata, drogata, rapita, portata in un altro paese e lui cosa fa? Pensa a prendermi dei stupidi dolcetti?

"Grazie, sembrano buonissimi" dico invece mentre lui me ne allunga uno per provarlo.

"È molto dolce. Troppo" faccio una smorfia, ci vorrebbe del tè per accompagnarlo.

"Non ti piacciono?" si mostra subito offeso lui.

"No no, sono...gradevoli"

"Non dirmi bugie Zaira, sai che le odio." si adombra tetro.

Scuoto la testa "Non sto mentendo"

Prendo un altro dolcetto e mangiucchiandolo mormoro "Vedi? Mi piacciono"

"Bene, sono contento allora" si rialza per buttare altalena nel camino.

Solo adesso mi guardo attorno e osservo con attenzione la stanza in cui mi ritrovo.

È buia, se non per il camino che illumina una parte della stanza. È piccola, arredata in maniera rustica e ricoperta di tappeti con stampe colorate.

Un bodyguard di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora