Capitolo 20

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Alcuni pensieri sono troppo arrabbiati per dormire. Stanno svegli tutta la notte e diventano ossessioni. -Marty Rubin

SAMIR'S POV:

Il primo pugno non mi fa effetto, me lo aspettavo, ero consapevole che questo momento sarebbe arrivato, ero pronto anche se non ero pronto ad altro, come a lasciare l'amore della mia vita.

Il secondo continua a non provocarmi nessun tipo di reazione, rimango immobile a subire, me lo merito.

Il terzo e il quarto iniziano a irritare la mia pelle, sento le labbra spaccarsi e faccio una smorfia a sentire un dolore lancinante all'occhio destro.

Il quinto mi fa vacillare la testa, inizio a vedere sfocato, anche se rimango terribilmente lucido della situazione.

Il sesto e il settimo mi fanno gemere, ma ho subito torture peggiori quindi non mi do per vinto e rimango in piedi senza muovere un passo.

Quando mi aspetto l'ottavo pugno, un'altra mano lo ferma e sento dire "Ora basta Bilel, ci serve lucido per l'interrogatorio, poi potrai farne quel che vuoi"

"Io lo ammazzo, altro che lucidità" ringhia Bilel, non l'ho mi sentito così in collera. Posso comprenderlo, gli ho tenuto un bel tranello.

"Ha ragione Adil, mantieni la lucidità Bilel...ricorda quello che ci siamo detti" cerca di farlo ragionare Efrem, l'avvocato.

Bilel stringe i pugni tremando di rabbia, ma dà retta a quei cazzoni e mi sibila in faccia "Non finisce qui; ti farò pentire di essere nato brutto figlio di puttana."

Mi fulmina con lo sguardo e io mantengo il contatto visivo, finchè lui scaglia un pugno sul muro e mi dà le spalle.

Non riesce neanche a guardarmi in faccia, sono riuscito nell'intento allora.

"Asciugati il sangue" borbotta Adil facendomi sedere e porgendomi una salvietta che profuma di limone.

Lo prendo e passandomelo sul viso, lo ripongo sul tavolo davanti...ci è andato piano, penso mentre Efrem si siede di fronte a me e alza lo sguardo al muro dietro.

Come se non sapessi che ci stanno tutti guardando oltre queste quattro misere pareti.

"Puoi togliergli le manette Adil" dice Efrem, ma interviene Bilel che sibila "No, lasciagliele. Deve essere trattato come l'animale qual è."

"Sì, ma ce le ha da ieri se...."

"Non me ne frega un cazzo da quanto ce le ha; che nessuno gliele tolga, sono stato chiaro?"

"Il solito..." borbotta Adil appoggiandosi alla parete.

"Bilel potresti uscire da qui?" chiede Efrem infastidito.

"Non ci penso neanche, questo cane deve confessare tutto guardandomi negli occhi, cazzo!" sbraita Bilel battendo le mani sul tavolo.

"Bilel calmati o ti costringerò ad uscire"

"Dov'è Kemal? Dimmelo o ti sgozzo con questa." ringhia ancora Bilel afferrando una penna.

"Bilel non così, devi lasciarmi fare il mio lavoro e adesso ho bisogno che tu esca da qui"

"Orso, ha ragione Efrem. Vieni qui, poi ci parleremo con più calma. Adesso dobbiamo trovare Kemal, non abbiamo tempo da perdere" interviene Benedetta dall'altoparlante.

Bilel fa per protestare ma Benedetta dice ancora "Per favore, non complicare le cose"

"Ho capito, cazzo." sibila Bilel portandosi una mano sul viso per poi abbassare lo sguardo a me e sibilare "Pagherai per tutto quanto, te lo posso assicurare"

Un bodyguard di troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora