8. Hanabi, "fiori di fuoco"

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14 ottobre.

Kenma si era svegliato ancora nell'abbraccio di Kuroo, che normalmente si muoveva nel letto come un forsennato ma questa volta era rimasto immobile.

"Probabilmente non si sentirà più il braccio", aveva pensato il kohai ridendo fra sé e sé.
Kuroo si era svegliato e, come se avesse sentito i pensieri dell'amico, farfugliò qualche lamentela e si rigirò, dando sollievo a quel braccio intorpidito.

A Kenma era davvero tornato il sorriso, perché credeva profondamente nelle parole che aveva detto: gli sarebbe bastato stare al fianco di Kuroo per essere felice.
Ma sarebbe stato così per sempre? Si sarebbe davvero accontentato di quello?

I due fecero colazione con calma, visto che quel sabato non avevano scuola.
"Stamattina abbiamo la partita e oggi pomeriggio sarei dovuto andare al lago con Hiroko, ma a questo punto direi proprio che sono libero e lo trascorrerò con te. E se vuoi stasera ci sono i fuochi d'artificio."

A Kenma si stampò un sorriso in volto, non tanto per i fuochi d'artificio, ma perché dopo tanto tempo aveva il suo senpai preferito tutto per sé.

-

L'amichevole con il Karasuno fu stancante ma molto soddisfacente: Kenma non giocava così bene da un po' e sembrava che anche Kuroo fosse pieno di energie. Dopo la sudata vittoria, la squadra aveva proposto di festeggiare ma i due amici avevano già altri piani, o meglio, non avevano pianificato nulla se non di stare loro due da soli.

Dopo la partita e una doccia calda, andarono a casa di Kenma, dove giocarono un po' insieme ai videogiochi e poi uscirono per una passeggiata.
Non importava cosa facessero né dove andassero, bastava stare insieme e poter chiacchierare, o anche solo stare in silenzio.

Verso sera si avviarono al luogo dei fuochi d'artificio, dove presero da mangiare e si appostarono non sulla collinetta più affollata, da dove si sarebbe visto meglio lo spettacolo ma in un luogo più appartato, perché il senpai sapeva che all'amico non piacevano le folle di gente.

Lo spettacolo fu speciale: a ogni esplosione gli occhi di Kenma si illuminavano. Era davvero felice.

Quando tutto divenne buio, ci fu uno scroscio di applausi. Kenma si era girato verso il suo senpai, pensando come gli altri che lo spettacolo fosse finito. Ma Kuroo stava ancora guardando in cielo e all'improvviso il bagliore dell'ultima combinazione, la più bella, lasciata per ultima, illuminò il suo splendido volto.
Poi tutto divenne buio, questa volta perché lo spettacolo era davvero finito.

"Wow, hai visto che bello?" esclamò Kuroo.

"Sì, penso di non aver mai visto niente di più bello", rispose Kenma.

"Beh addirittura niente di più bello mi sembra un po' esagerato per uno spettacolo di fuochi d'artificio" disse il senpai mentre si voltava verso l'amico. Non aveva capito che Kenma non si stava riferendo a quello: i suoi occhi erano incantati da tutt'altra bellezza.

Kuroo guardò l'amico dritto negli occhi e come una calamita le sue labbra furono attirate verso quelle di Kenma. Solo la luce della luna li illuminava. Il kohai dall'altra parte si avvicinò a sua volta.

Le loro labbra si stavano per incontrare quando d'improvviso i lampioni furono riaccesi.

Kuroo quella mattina arrivò in ritardo - κυrοκεnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora