chapter twenty-three.

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Louis.

Mancavano pochi minuti per arrivare di nuovo al mare dopo la loro avventura a Roma.

Harry stava ancora con la testa appoggiata al finestrino con gli occhi semi chiusi, mentre Louis sorrideva, sorrideva e basta.

Aveva questo sorriso stampato in faccia tutto il tempo, tutti i giorni ed ancora non si era stancato di averlo.

Sorrideva perché era felice, era riuscito a far passare una notte meravigliosa a Harry, questo lo rendeva fiero di averlo reso felice.

Gli piaceva vedere spuntare quelle due fossette sul suo viso, erano un quadro sempre in movimento, ma preferirebbe fossero stabili un giorno di questi.

Guardò l'orologio, erano già le sei, giusti in tempo per vedere l'alba sulla spiaggia.

"Harry, svegliati siamo arrivati." Si strofinò gli occhi e appoggiò del tutto la schiena sul sedile.

"Buongiorno." Strofinò un pò i suoi capelli prima di aprire lo sportello e scendere dalla macchina per andare ad aprire lo sportello di Harry.

"Dai scendi ricciolino." Sorrise al suo ragazzo e scese mosciamente dalla macchina.

"Sempre così spettacolare." Furono le uniche parole che disse guardando il cielo e i colori del sole che si riflettevano sull'acqua prima di cadere fra le braccia di Louis.

Spaventato da quella situazione Louis velocemente prese Harry in braccio e lo portò in casa.

Lo mise lentamente sul divano iniziando a scuoterlo.

"Harry, forza sveglia." Le prime lacrime stavano già scivolando sulle sue guance.

"Cosa è successo Harry." Continuava a piangere mentre ispezionava il corpo di Harry.

Gli tolse la felpa che gli aveva prestato e posò gli occhi sulle maniche della camicia bianca vedendo che una di queste era rossa.

Prese il braccio e alzò lentamente la camicia vedendo aperti alcuni dei tagli di Harry.

Chissà da quanto tempo stava così pensò Louis chiamando l'ambulanza.

"Buongiorno signore, ospedale d'Abruzzo, come possiamo esserle d'aiuto?" Louis non riusciva a parlare, le parole gli si fermavano in gola, la scena davanti ai suoi occhi era davvero troppo familiare, e poi, non riuscì a capire subito, si era momentaneamente scordato che si trovava in Italia.

"Mi scusi può ripetere, sono inglese." Gli disse con la voce ancora un pò stabile.

"Certo, lei ha chiamato l'ospedale, cosa le serve?" Non rispose subito, continuava a guardare il corpo di Harry rimanendo senza parole.

"Signore, è ancora lì?" La voce era così squillante e forte che riuscì a far risvegliare Louis.

"Si ci sono, servirebbe un'ambulanza, il mio ragazzo sta perdendo molto sangue dal braccio, vi prego fate presto, aiutatemi." Voce tremolante, lacrime ormai che appannavano la sua vista e le mani instabili.

"Sta tranquillo, stiamo per mandarti un'ambulanza, si faccia trovare fuori prima che arrivi." Il dottore cercò di calmarlo e di fargli fare quello che gli aveva suggerito.

"Lo farò, ma voi fate veloce, vi prego." Ancora non riusciva a scandire bene le parole.

"Faremo il possibile." Non la sentì più, la voce dietro al telefono era scomparsa.

Si avvicinò al corpo di Harry accarezzando i suoi capelli.

"Sta tranquillo amore, stanno arrivando." Baciò la sua fronte prima di uscire dalla porta e aspettare l'arrivo dell'ambulanza.

do you know who you are? // harry e louis.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora