sono una persona orribile...

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Mi risvegliai nello stesso luogo in cui ero svenuta, in mezzo agli alberi e con il rumore delle onde del mare in sottofondo. Ero seduta a terra, con la schiena poggiata su un tronco di un albero.
Vedevo ancora tutto in modo sfocato, ma riuscii e riconoscere le sagome dei miei amici.

<Ragazzi, è sveglia!> gridò Yelena. I tre ragazzi si avvicinarono alla scena. A quel punto ricominciai a vedere meglio.

<Emma!>. Bucky mi raggiunse, aiutandomi ad alzarmi.

<Che è successo?> chiesi io, ancora confusa di tutto l'accaduto.

<Sei svenuta> mi rispose Clint <forse per il caldo, oppure per lo stress, cosa forse più sensata>mi informò.

Troppe cose, troppo velocemente, tutte insieme nello stesso periodo. Ecco cos'era successo. Pochi mesi prima mi trovavo ancora nel mio appartamentino al decimo piano in un quartiere poco frequentato di New York, e ora mi ritrovavo a cercare mia sorella tra i boschi, insieme alla mia altra sorella che consideravo morta.

Ma sinceramente adesso mi sentivo meglio. Era come se mi fossi sfogata.

<Dobbiamo ritrovare Nat> affermai decisa.
<Si ma non sappiamo dove può essere..>constatò Bucky.
<È tutta colpa mia...> quasi sussurrò Steve.
<Ma no non dir-> cercò di dire Yelena, ma fu interrotta da Bucky <Smettila di fare la vittima Steve.. ti sono amico da più di cent'anni e insieme ne abbiamo passate tante, è inutile sprecare il tempo ad auto incolparsi, e questo tu lo sai> gli disse in modo saggio.

Ci fu un silenzio tombale, in cui ci limitavamo a guardarci negli occhi l'uno con l'altro, fino a quando, dopo qualche secondo, Steve non parlò.
<Hai ragione> ammise <devo andare Nat, dobbiamo trovarla> aggiunse.

Detto questo, continuammo le nostre ricerche per i boschi, fino a quando a Steve non venne un'idea.
<Aspettate> disse ad un tratto <a passo così lento non può essere andata lontano> iniziò a sussurrare <è ancora qui, e noi dobbiamo fare in modo di attirarla. Sappiamo bene quanto tenga a voi due, no?> disse poi indicando me e Yelena.

<Ehm, si?> dissi.

Lui fece un espressione che non riuscirò mai a comprendere, ma in qualche modo lo capimmo al volo.

NATASHA'S POV
Mi allontanai lentamente dalla spiaggia, abbandonando, a malincuore, Emma e Yelena. Le sentivo chiamarmi in lontananza, fino a quando le loro voci non scomparvero.

Non potevo continuare a vivere in quell'inferno.

Ad un tratto, quando ero quasi alla fine del sentiero tracciato in mezzo al bosco, sentii la voce di James chiamare mia sorella.
"O mio dio, Emma!" fu tutto ciò che sentii.

Mi girai di scatto, tornando indietro, stavolta senza seguire io sentiero.

<Emma!> gridai, ma nessuno era capace di sentirmi. A quel punto mi sedetti a terra, e scoppiai in lacrime.

"Sono una persona orribile.." pensai.


oggi capitolo più corto del solito, spero vi piaccia;)





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||Emma Romanoff||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora