(MACA's POV)
Un rumore forte mi fa svegliare.
Qualcuno sta bussando alla porta della mia camera in modo forte ed incessante. Faccio una smorfia di fastidio, per poi alzarmi, mettendomi un paio di pantaloncini che mi ero tolta la sera, prima di dormire.
Apro la porta, con ancora gli occhi troppo abituati al buio, quindi la luce proveniente dal corridoio me li fa socchiudere terribilmente.
"Katrina muoviti. Zulema ci vuole" guardo Bonnie davanti alla mia porta, ancora mezza addormentata.
Corrugo la fronte, per poi girare il viso verso la sveglia sul mio comodino, sbuffando leggermente.
"Ma sono le quattro di mattina"
"Lo so. Abituati" dice ridendo, per poi affrettarsi lungo il corridoio.
"Vestiti in fretta. Tra dieci minuti ci vuole giu" mi urla, per poi andare da Caroline.
Sbuffo, rientrando in stanza e aprendo l'armadio, alla ricerca di qualcosa di decente da mettere.
Non so nemmeno cosa dobbiamo fare, e il fatto che mi abbia svegliato per chissà cosa, mi rende nervosa.
Afferro un paio di pannolini larghi, neri, e una maglia a maniche lunghe bianca, attillata, e abbastanza corta.
Prendo una giacca nera, sapendo che fa terribilmente freddo, e mi infilo un paio di scarpe bianche, per poi guardarmi allo specchio. Non ho il tempo di truccarmi, ma il mio viso ne avrebbe bisogno. Sistemo rapidamente i miei capelli, passandoci le dita in mezzo, per poi afferrare il mio cellulare e uscire dalla stanza.
Percorro le scale, trovandomi davanti tutti già pronti.
È incredibile come i loro visi siano già completamente pronti a qualsiasi cosa dovremmo fare, e capisco quanto siano abituati a tutto questo.
"Eccoti. Andiamo" dice Caroline, tirandomi da un polso, per poi affrettarci tutti vero quell'ascensore che avevo preso con Saray.
"Si può sapere dove stiamo andando?"
"Biondina benvenuta nel club di Zulema. Può chiamarci a qualsiasi ora"
Alzo gli occhi al cielo, per poi guardare Damon, che mi ha appena parlato, scuotendo la testa.
Scendiamo più giù del piano a cui sono salita la prima volta con Saray, e aggrotto le sopracciglia.
Credevo fosse il primo piano quello.
Probabilmente ci sono dei piani sotto terra.
Metto una mano nella tasca della giacca, afferrando il telefono. Mi guardo intorno, notando che nessuno mi sta guardando. Accendo il registratore vocale, cercando di fare quello per cui sono venuta qui: avere prove contro quella pazza psicopatica.
Rimetto il cellulare dove l'ho trovato, per poi sentire il suono dell'ascensore, che mi fa guardare il conta piani: -3.
Siamo tre piani sotto terra?!
Usciamo, e noto come tutti vadano molto di fretta, ricordandomi la regola numero tre: Zulema odia i ritardi.
Entriamo in una grande garage, dove tre van neri sono parcheggiati una accanto all'altro.
La mora dagli occhi verdi se ne sta in piedi poco distante, con una sigaretta tra le dita.
Si schierano tutti davanti a lei, e così faccio anche io, guardandola.
Siamo circa in dieci, e io conosco solo la metà delle persone qua presenti.
I suoi occhi cercano immediatamente i miei, per poi guardare tutti gli altri.
Sento il cuore accelerare, sperando che questa chiamata improvvisa non centri con spaccio o uccisioni.
Non potrei sopportare di aiutarla nel compiere atti violenti e illeciti.
Non riuscirei ad andare contro quella legge che ho giurato di seguire.
Contro i miei principi morali.
"Abbiamo poco tempo. Gli uomini che avevo mandato al porto non sono rientrati. È passata un ora, quindi è successo qualcosa. Salirete su quei van diretti esattamente li. Scoprite cos'è successo. Se centrano i 'k.o'...sapete già cosa fare"
I miei occhi si chiudono, sapendo che quell'ultima frase non promette niente di buono.
"Si capo" dicono, e io mi limito ad annuire, deglutendo a fatica. Sapevo che avrei dovuto affrontare situazioni simili, ma non ero psicologicamente pronta al fatto che sarebbe accaduto dopo poche ore dal mio ingresso.
Seguo gli altri che vanno verso delle armi, afferrandole. Lo faccio anche io, prendendo una pistola, che infilo nei pantaloni, e un mitra, così come gli altri. Seguo Bonnie, volendo infilarmi con lei nel van, con la speranza di ricevere ulteriori informazioni riguardo a quello che sta succedendo.
Poco prima che io possa salire, con un piede su e uno giù, il mio polso viene afferrato con forza.
Noto Zulema con la mascella contratta, e uno sguardo di fuoco, che passa su tutto il mio corpo.
Mi tira giù, portandomi verso di lei.
Il mio respiro aumenta, non capendo cosa cazzo voglia da me, e sento le sue labbra posarsi sul mio orecchio.
"Vedi di non fare puttanate. Sei nuova ma non me ne frega un cazzo. Abituati ai ritmi in fretta, o potresti ritrovarti con un proiettile in testa"
I miei occhi guardano i suoi, pieni di odio per la cattiveria che sta avendo nei miei confronti, e li sbatto ripetutamente, cercando di calmarmi.
Abbasso lo sguardo, ma la sua presa aumenta, facendomi fare una smorfia di dolore.
"Pretendo di essere guardata quando parlo"
Sento la rabbia pervadermi il corpo, ma devo mantenere la calma.
Una calma che mi sembra impossibile trovare in questo momento.
Alzo lo sguardo, trovando nuovamente il suo, facendole sentire la mia forza, per poi annuire.
"Ho capito" sorride appena, in modo quasi perfido, compiaciuta del fatto che ha ottenuto ancora una volta sottomissione, per poi mollarmi.
"Bene" salgo nervosamente sul van, per poi chiudere la porta con forza.
"Cazzo Kat...ti ha preso sotto mira"
"Tu dici Caroline?"
Sbuffo, appoggiando la schiena allo schienale in pelle, per poi guardare Bonnie.
"Mi spieghi?" Annuisce.
"Quegli uomini erano incaricati di spacciare in quella zona, e solitamente va tutto liscio. Spacciano, finiscono la quantità definita da Zulema, e rientrano all'ora stabilita. Non sono rientrati, quindi qualcosa è andato storto. Sono morti sicuramente" sospiro, scuotendo la testa, per poi passarmi una mano sul viso.
"Chi sono i 'k.o.'?"
"Sono spacciatori. Come noi. Zulema è sempre stata in competizione con loro, perché vogliono appropriarsi dei nostri luoghi di scambio. Li odia. Se ne incontri, uccidili a vista. Non te ne deve fregare niente. Hai capito?"
Scuoto la testa, guardando fuori dal finestrino, mentre percorriamo le strade di New York.
"Kat...ascoltami. Fai come ti dico e Zulema smetterà di assillarti. Te lo prometto" annuisco, guardandola, per poi stringere il pugno, facendo sbiancare le nocche.
"Sai sparare vero?" Mi chiede, e io annuisco, senza proferire parola, perché potrei dire cose di cui pentirmi.
Nel sentirmi fa un sospiro di sollievo, per poi guardare avanti. Afferro il telefono, e lo nascondo dietro la mia gamba, spegnendo la registrazione audio. Prova numero uno presa. Sorrido tra me me, vittoriosa, per poi mettere via il cellulare. Tutto questo mi costerà tanto: i miei principi, la mia lealtà alla legge. Nonostante tutto, so che devo farlo, perché conquistare la fiducia di Zulema è il primo passo per prendere tutto ciò che c'è da sapere su di lei, incastrandola.
Non ci posso credere.
Sto davvero aiutando Zulema in tutto questo.

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𝙱𝚛𝚘𝚔𝚎𝚗 𝚂𝚘𝚞𝚕𝚜
FanficNasciamo tutti con l'anima pura. Bianca. Innocente. E' la vita che, con gli anni e con il tempo, la plasma e la modella, mettendola davanti a sfide continue, e obbligandola a prendere una strada, giusta o sbagliata che sia. Macarena e Zulema hann...