Capitolo 18 (Confronto)

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MACA's POV

Mi sveglio con cautela, sbattendo gli occhi piano, mentre un forte mal di testa mi fa portare una mano alla tempia.
Guardo davanti a me, notando il paesaggio muoversi rapidamente.
Cerco di mettermi composta, sentendo qualcosa bloccarmi il corpo contro la superficie morbida su cui sono.
Guardo giù, e noto che sono in una macchina, per poi guardare fuori dal finestrino.
I grattacieli e tutte le luci di New York mi scorrono davanti velocemente, facendo percepire la velocità.
Giro il volto verso sinistra, e la vedo.
I miei sensi sono quasi completamente tornati, e continuo a fissare quei lineamenti arabi cosi perfetti.
"Zulema..." dico con voce lieve, mentre un sorrisetto le si stanzia sul viso.
"Zulema...dove stiamo andando?"
Silenzio.
Nessuna parola esce dalla sua bocca.
La guardo attentamente, notando una giacca che le copre una felpa grigia, mentre le sue gambe, per quanto possibile vederle, sono fasciate da un paio di pantaloni stretti.
Tiene una sola mano sul volante, mentre l'altra è appoggiata al finestrino lasciato aperto.
Giro gli occhi al cielo per il suo modo di porsi, per poi scuotere la testa.
"Perché mi hai tramortito?"
Solo un sospiro esce dalle sue labbra, che guardo mentre si schiudono lievemente.
Deglutisco, per poi appoggiare la testa al sedile, arrendendomi al suo silenzio.
Il suo profumo ha invaso tutta la macchina, e sorrido impercettibilmente quando me ne accorgo.
"Siamo su una Lamborghini?" Affermo dopo minuti interminabili di silenzio.
Ride, facendomi alzare gli occhi al cielo.
"Zulema mi parli?!" Dico alzando il tono della voce.
"Mi fa piacere che il tuo tono irritante non sia svanito con il tempo" dice con la sua voce roca, che mi fa aprire leggermente le braccia.
"Le prime parole che mi dici dopo un'interminabile silenzio sono per attaccare il mio carattere?"
Ride.
"Sei una cosa assurda" dico, per poi appoggiare la testa.
"Si siamo su una Lamborghini..." La guardo, con quello sguardo duro, con quel portamento da alpha che le sta a pennello.
Scuoto lievemente la testa, per poi farmi scappare un sorriso.
"Allora parli..."
Noto un sorrisetto nascere anche sul sul viso, anche se lo vuole reprimere.
"Mi piacevi di più quando dormivi"
Alzo gli occhi al cielo, per poi guardare avanti.
Cerco il mio telefono nella tasca della giacca, senza trovarlo.
"Zulema dov'è il mio telefono?"
Nessuna risposta.
Mi sta cominciando ad irritare.
"Zulema!"
"Stai calma cazzo. È a casa tua. Insieme alla tua pistola. Non mi fido di te. È finito il tempo in cui ti credo. Se vuoi parlarmi lo faremo a modo mio"
La guardo, notando quanto l'ho ferita quella sera.
Notando quanto le ho inspessito il muro che fino a poco prima ero riuscita a scalfire.
Penso e ripenso a quello che è successo mesi fa, sentendo ancora quel senso di colpa che sembra insormontabile.
Un senso di colpa che mi continuava a logorare dentro.
Ho cosi tanto da dirle.
Da spiegarle.
E cosi tante domande da farle.
"Manca tanto?"
Sbuffa.
"No, rompi coglioni. Stai zitta adesso"
Sbuffo a mia volta, per poi stare a guardare fuori, mentre sento il motore forte di questa macchina.
È veramente bella.
Non ero mai stata dentro una Lamborghini di questo genere.
Sorrido, per poi aspettare di poterle parlare ancora, mentre dentro di me sento già quanto tutto questo mi faccia sentire meglio.
Solo averla accanto.
Sentire il suo profumo.
Sapere che è con me.
Mi toglie un po' di quella morsa allo stomaco che per otto mesi non sono mai riuscita a far sparire.

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Penso sia passata un'altra mezz'ora buona da quando mi ha detto che eravamo quasi arrivate, cosi sbuffo.
Gira proprio in questo istante in una stradina, siamo fuori New York, ne sono certa.
"Mi vuoi dire dove siamo o no?"
"Ora lo vedi principessina"
Alzo gli occhi al cielo, proprio mentre lei parcheggia davanti ad una casa.
È piccola, non penso ci abiti, anche perché è troppo lontana dal centro.
Scendiamo dalla macchina, e delle luci si accendono, facendomi vedere meglio la casa.
È bianca all'esterno, con un piccolo spazio, che ha occupato con la macchina.
"Vivi qui?"
Una risata riecheggia, facendomi alzare nuovamente gli occhi al cielo.
"No. Ma almeno possiamo stare tranquille senza nessuna interruzione da parte della tua squadra di soccorso"
"Sento sarcasmo"
"Non dovrei averlo?" Dice aprendo la porta, per poi entrare, cosi come faccio io, sospirando.
Va verso la cucina, prendendo un po di bourbon, che mette in due bicchieri.
Me ne passa uno, facendolo scivolare sulla superficie di una piccola isola che stanzia nella cucina.
"Grazie"
Annuisce, per poi bere un sorso dal suo bicchiere.
"Bene. Hai ottenuto quello che volevi. Parla" dice solo.
Bevo un sorso abbondante, consapevole che ci vuole tutta la bottiglia per affrontare questo argomento, per poi guardarla.
Ha lo sguardo basso, mentre guarda il bicchiere che ha in mano.
"Possiamo sederci da qualche parte?"
"Parla...Macarena. È cosi che ti chiami no? O preferisci continuare con Katrina?"
Sospiro, sedendomi su uno sgabello che avevo accanto, buttando giù tutto il contenuto del bicchiere.
"Mi dispiace"
Alza lo sguardo, puntando i suoi occhi gelidi nei miei, mentre una scossa mi pervade il corpo.
"Ti dispiace? Sai cosa cazzo hai fatto?!" Dice alzando la voce.
"Ti ho salvata Zulema. Non sapevo sarebbero venuti al Gala devi credermi"
"Certo" dice ridendo, per poi bere tutto il bicchiere.
Se ne versa ancora, per poi prendere una sigaretta e dirigersi verso il retro della casa.
Apre una porta che da su un piccolo giardino esterno.
La seguo, fermandomi a pochi metri da lei, che mi da le spalle.
"Zulema devi credermi per favore. Credi che se avessi saputo dell'attacco ti avrei..." mi blocco, abbassando lo sguardo, mentre una morsa allo stomaco mi impedisce di continuare.
Deglutisco, mentre lei si volta, avvicinandosi a me.
"Baciata? Puoi dirlo non è una parola proibita. Beh lascia che ti dica una cosa..." si avvicina, dopo aver appoggiato il bicchiere su un tavolino poco distante, per poi afferrarmi la gola e portarmi vicina al suo viso.
Una scossa mi percorre la colonna vertebrale, facendomi rabbrividire.
"Quel bacio non significava niente. Era solo un errore.
E le cose che ti ho detto erano solo per farti pietà. Per trattenerti dalla mia parte. Tutto qua" mi molla, spingendomi indietro, mentre i miei occhi si lucidano.
"Lasciami spiegare..."
"Parla" riprende il bicchiere, dandomi nuovamente le spalle.
"Mi proposero questo incarico dicendomi che avrebbe fatto decollare la mia carriera. Dovevo infiltrarmi nella tua banda, raccogliere più informazioni possibili e farvi mettere tutti dentro..." faccio una pausa, sentendola sbuffare una risatina.
Abbasso gli occhi, per poi deglutire e continuare.
"Accettai. Ho pensato che fosse un'ottima occasione. Avevo già fatto tantissimi altri incarichi sotto copertura. Ero brava. Sapevo di esserlo. Così accettai.
Quando sono arrivata li capii subito che non sarebbe andato tutto liscio.
Dovevo andare contro a tutto quello in cui credevo per l'incarico: i miei principi, le mie ideologie"
"Dovevi uccidere" sussurra.
"Si" dico solo, per poi fare due passi verso di lei.
"Credevo sarebbe andato tutto a puttane, ma più stavo li, più mi legavo alle persone, e più mi saliva la curiosità di conoscerti. Eri, e sei, cosi enigmatica. Cosi tormentata. Volevo capire cosa nascondeva la tua corazza"
Poso una mano sulla sua spalla, ma la toglie, spostandosi di lato.
"Non toccarmi"
Sospiro, per poi annuire.
"So che non mi vuoi credere, ma non sapevo di quella fottutissima imboscata. Dopo che abbiamo litigato ho passato dei dati dal tuo pc su una chiavetta. Stavi tornando e non sono riuscita a passare molte cose.
Non sapevo nemmeno cosa ci fosse dentro, e non-"
Un forte schiaffo si stanzia sul mio viso.
"HAI PRESO DEI DOCUMENTI?!"
"Zulema calmati!"
"No! Non mi calmo Macarena. Sei una fottutissima stronza. Non ti meriti nemmeno di essere ascoltata"
Fa per andarsene ma le afferro il polso, tirandola indietro.
"Cazzo Zulema non andartene! Ascoltami"
"Fottiti" arriva alla porta, ma la mia voce la fa fermare.
"Non sapevo che ti avrebbero incastrata! Quando l'ho capito ti ho portata via di li. Ti ho salvata. Ho rischiato di farmi arrestare per averti aiutata! Lo capisci!? E nonostante tutto ti ho coperta. Non ho mai rivelato chi fossi. E li ho depistati sul tuo aspetto fisico. Ti ho coperta porca troia! Ogni cosa che avevo su di te non l'ho mai mostrata. Per quella sera sul tetto. Quella sera ha cambiato tutto"
"Non ha cambiato un cazzo"
"Si invece" mi avvicino a lei, prendendole le mano.
"Zulema ti prego sai che sono sincera. Fidati di me"
La faccio voltare, ma il suo sguardo è puntato verso il nulla.
Non mi guarda.
"So che quel bacio era qualcosa...so che l'hai sentito"
"Smettila" si stacca, entrando in casa, mentre io la seguo, sbuffando.
"Per una volta puoi ammettere che per un secondo sei stata bene?!" Le urlo, facendola bloccare.
Silenzio per secondi interminabili, che mi sono sembrati ore.
"Se vuoi me ne vado e non mi faccio più vedere. Non ti cercherò. Ma guardami in faccia e dimmi che vuoi questo" le dico, arrivando a pochi centimetri da lei, che mi da le spalle.
Rimane cosi per un po', mentre noto come il suo respiro sia pesante e leggermente affannoso.
"Zulema..." dico toccandole una spalla, ma non faccio in tempo a dire altro che si volta, attaccando le sue labbra alle mie.
Una scossa mi invade il corpo, e ci metto qualche secondo per realizzare.
Le afferro il viso, mentre sento violenza nei suoi movimenti: le sue labbra divorano le mie, mentre le sue mani stringono i miei fianchi con forza, facendomi quasi male.
La mia lingua cerca la sua, che mi concede, mentre il bacio diventa sempre più passionale.
Mi spinge indietro, facendomi sbattere contro l'isola della cucina.
Stringo leggermente i suoi capelli nero pece, mentre i nostri corpi sono attaccati. Sembrano volere sempre di più.
È come se questi otto mesi siano serviti ad intensificare tutto ciò che prima c'era tra noi: tutta la chimica, la tensione, l'attrazione.
Non mi sentivo così bene da tanto, e non so se questo sia giusto o sbagliato, ma so che in questo momento non mi interessa.
Le sue mani scendono sulle mie gambe, e con una mossa rapida mi mette seduta sul ripiano, come se fosse esperta in questo.
Si vede che non è inesperta con le donne.
Mi apre le gambe con violenza, mentre per un secondo le nostre bocche si sono staccate.
Mi guarda, e noto rabbia nel suo sguardo.
Il suo verde è cosi intenso da farmi rabbrividire.
"Zu-" mi tappa la bocca con una mano, impedendomi di iniziare qualsiasi frase, per poi stringermi la coscia.
"Stai zitta. Non voglio sentire le tue stronzate"
Si attacca al mio collo, baciandolo e mordendolo come se fossi sua.
Le stringo i capelli, girando leggermente la testa per lasciarle spazio, per poi tenere la sua testa attaccata alla mia pelle.
Non voglio che si stacchi.
Non voglio che questo finisca.
Avvinghio le mie gambe intorno al suo bacino, e le sue mani alzano leggermente la mia maglia, stringendo la pelle calda.
Chiudo gli occhi, gemendo poi piano, mentre sento sulla pelle del collo un suo sorriso.
Spinge il suo corpo contro il mio, mentre ritorna sulle mie labbra.
Tira con i denti il mio labbro inferiore, facendomi mugugnare per il fastidio, misto ad un piacere che mai avevo provato.
Non avevo mai provato un'intensità simile prima.
Con nessuno.
Si stacca da me, per poi prendermi una mano e tirarmi lungo un corridoio.
Mi sbatte contro una porta, per poi tornare sul mio collo, che morde e lecca, facendomi stringere il labbro inferiore con i denti.
Porto le mani sotto la sua maglia, ma in un secondo mi volta, facendomi sbattere la guancia contro la superficie fredda della porta.
"Mh...no Macarena"
"Perché no?"
"Zitta" apre la porta, portandomi dentro questa stanza illuminata solo dalla luce che entra dalla finestra.
Mi bacia, facendomi indietreggiare, mentre le sue mani arrivano ai lembi della mia maglietta.
"Questo non significa niente" sussurra, per poi sfilarmela, lasciandomi in reggiseno davanti a lei.
Noto come osserva il mio busto, coperto solo da un pizzo nero.
Si morde il labbro inferiore, per poi farmi appoggiare la schiena sul letto.
Si mette a cavalcioni sopra di me, mentre un caldo enorme mi attanaglia il corpo.
Sento le vampate, le scosse, e vorrei che questo non finisse mai.
Le sue parole rimbombano nella mia testa, ma non mi interessa.
È troppo bello per farla fermare.
Voglio che si sfoghi sul mio corpo.
Voglio che faccia uscire la rabbia che per otto mesi sta tenendo dentro.
"Ti ho fatta stare al mio fianco" sussurra, mentre mi sfila i pantaloni, lasciandomi in intimo.
Deglutisco, sentendo quanta rudezza c'è nei suoi gesti.
"Ti ho parlato di una parte di me" mi morde la pancia, lasciandomi sicuramente un segno, mentre gemo, forte stavolta, facendole comparire un ghigno che intravedo nella penombra.
Le sue labbra baciano e mordono ogni centimetro del mio corpo, come se volesse mostrarmi la sua forza.
Arriva al mio collo, e porto una mano sulla sua testa, mentre l'altra tiene la sua schiena attaccata al mio corpo.
Sento le spinte che da con il bacino, che mi fanno rabbrividire all'idea di cosa possa farmi.
Le sue labbra sono davanti alle mie, immobili. Sento il suo respiro accelerato, e la sua pelle è bollente al tatto, cosi come la mia.
"Ti ho baciata" dice ancora, mentre una mano entra dentro i miei slip, senza troppi indugi.
Mi tocca l'interno coscia, proprio vicino alla mia intimità, e per quanto non sappia cosa sia giusto, voglio che lo faccia.
Voglio sentirla.
La guardo, mentre noto le sue dita indugiare, e i suoi occhi trapelano vendetta, rabbia, risentimento.
"E adesso tu cosa vuoi da me?" Dice semplicemente, mentre le sue dita si fermano, immobili.
"Zulema..." sussurro sulla sua bocca, per poi sentire i suoi denti afferrare il mio labbro.
Gemo, mentre muovo il corpo, cercando di avere quel contatto che tanto aspetto.
"Dillo"
Gemo ancora, mentre sento come tocca le parti sensibili intorno alla mia intimità.
Chiudo gli occhi quando sfiora il mio clitoride, mentre un mugugno esce dalle sue labbra notando la mia espressione.
Comincia a fare dei cerchietti sul punto sensibile, facendomi gemere.
"Sei fradicia e non ho fatto assolutamente niente"
La guardo, per poi cercare le sue labbra, tirando la sua testa con le mani.
Con la mano libera mi prende la gola, staccandomi da lei, mentre dai suoi occhi sembrano uscire scintille.
"Dillo o ti giuro che mi alzo"
Le sue dita continuano a darmi piacere, facendomi uscire versi strozzati.
"Bene" fa per ritrarre la mano, ma le afferro il polso, tenendola dentro i miei slip.
"Voglio che continui"
"Mh...non mi basta...dimmi quello che voglio sentire"
La guardo, mentre riprende i movimenti, ma sta volta scende un secondo verso il basso, facendomi sentire le sue dita sulla mia apertura.
"Cazzo..." sussurro.
"Basta una parola Macarena...dilla" porta la bocca sul mio collo, mentre le sue dita fanno su e giu, dandomi scosse e piacere.
Un piacere a metà.
"Voglio sentirtelo dire...ammettilo"
Sussurra, facendomi riempire la pelle di puntini, mentre gemo ancora.
"Scopami Zulema"
Si blocca, mentre sento la sua pelle rabbrividire nel sentirmi.
Mi guarda dritta negli occhi, per poi sorridere.
"Bene"
Mi sfila gli slip con fretta, cosi come il reggiseno, che butta per terra.
Bacia ogni centimetro della mia pelle, mentre le sue dita tornando dov'erano prima.
"Ti odio..." sussurra al mio orecchio, mentre due dita mi entrano dentro, facendomi gemere forte.
"Ah..."
"Mh..." mugugna, per poi mordermi il collo.
Poi lo bacia, e lo rimorde.
Avanti cosi come se fosse un loop.
Le sue dita spingono forte e sono in una posizione perfetta.
Aumenta l'intensità, facendomi uscire gemiti forti e strozzati a tratti, per il troppo piacere.
Non avevo mai provato niente di simile.
Sento ogni parte del mio corpo pervaso da un piacere unico, massimale.
Cerco le sue labbra, che mi concede, in un bacio violento, rude e passionale.
Tocca un punto perfetto, che mi fa buttare la testa indietro.
"C-Cazzo..." sussurro in un gemito strozzato.
"Continua..." dico poi.
Sento che sbuffa una risatina maliziosa, per poi continuare a spingere in quel punto perfetto.
"Ahhhh...si"
"La tua voce è bella solo quando gemi"
"F-Fanculo"
Sussurro, mentre giro gli occhi al cielo dal piacere.
Gemo ancora e ancora, mentre sento i suoi morsi, i suoi baci.
Non potevo volere altro.
Bastano poche altre spinte e vengo, stringendo la pelle dei suoi fianchi, coperti dalla maglietta.
Rimane per un po dentro di me, accompagnando l'orgasmo, mentre i nostri respiri sono affannati, e i nostri corpi attaccati.
Mi guarda, per poi stringermi la gola, mentre esce da me.
Faccio un gemito strozzato, puntando i miei occhi nei suoi.
"Lasciami tornare con te. Ti dimostrerò che puoi fidarti" sussurro con affanno.
Mi guarda, passando lo sguardo da un occhio all'altro, come se volesse leggermi dentro.
Scuote leggermente la testa, per poi alzarsi dal letto, andando alla finestra.
Si accende una sigaretta, mentre io la guardo, coprendomi con il piumone per il freddo della finestra che ha appena aperto.
"Zulema...vieni qua"
"Non ti farò le coccole post scopata Macarena"
"Non voglio questo. Da te non me lo aspetto. Ma non puoi negare quanto ti stava piacendo. Vedevo i tuoi occhi, sentivo il tuo respiro"
Sospira, mentre fuma, rimanendo in silenzio.
"Zulema dopo questo non dici niente?"
"Questo cosa? Ti ho detto che non avrebbe significato niente"
Sospiro, continuando a guardare il suo corpo che mi da le spalle, per poi abbassare lo sguardo, appoggiando la testa.
Penso e ripenso a quello che è appena successo, rendendomi conto di quanto cazzo sia stato assurdo.
Non avevo mai sentito queste cose con nessuno, e pensavo di aver già raggiunto il massimo del piacere nella mia vita.
Credevo di aver già sentito cosa vuol dire provare chimica e attrazione forte verso qualcuno, ma mi sbagliavo.
Non so cosa succederà, ma ogni cellula del mio corpo vuole rimanere con lei.
Piano piano sento i miei occhi appesantirsi, per poi chiudersi.
Il mio respiro si regolarizza e si appesantisce, per poi sentire di cadere tra le braccia di Morfeo.

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Here we go again😈✨

𝙱𝚛𝚘𝚔𝚎𝚗 𝚂𝚘𝚞𝚕𝚜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora