Capitolo 8 (Anima Persa)

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(ZULE's POV)

"Zule..." Saray entra dalla porta del mio studio, così distolgo gli occhi dai fogli che ho davanti, guardandola.
"Dimmi"
"Cosa stai facendo?"
"Sto pensando ad un piano" la gitana alza gli occhi al cielo nel sentirmi, per poi sedersi sulla sedia girevole davanti alla scrivania, sbuffando.
"Guarda che puoi smetterla di pensarci per un pò" la guardo, seria in volto, aspettando che capisca da sola, solamente dalla mia espressione.
"Okay, okay, scusa" dice alzando le mani in segno di resa, con espressione contrariata sul viso, così io annuisco, riportando gli occhi sui fogli: sono delle mappe di un edificio abbandonato, che si trova su uno dei miei territori.
Mi è stato riferito che lo stanno usando per confezionare e spacciare droga, e non posso permettere che lo facciano.
Una cosa su cui sono sempre stata chiara, è che dentro al mio territorio nessuno deve spacciare, o fare altro.
Tutti lo sanno, ma vedo che non sono stata abbastanza chiara.
"É che sei sempre qui dentro, non esci mai. Ti meriti di uscire a bere un drink" sospiro nel sentire la gitana parlare, che mi toglie la concentrazione necessaria per elaborare una buona strategia.
"Saray non voglio farmi vedere in giro. Lo sai"
"Oh andiamo Zulema. Nessuno sa chi sei. Andremo in un semplicissimo locale, beviamo qualcosa e poi ti aiuterò con quello" afferma indicando le mappe, mentre io sbuffo girando gli occhi al cielo, per poi appoggiare il gomito alla scrivania. Appoggio il mio viso al pugno dello stesso braccio, guardando nuovamente la carta davanti a me, cercando di evitarla.
Odio quando insiste così. Sa benissimo che odio mettermi in mezzo alla gente, e che voglio stare da sola.
Ma sembra non voler lasciare andare quella Zulema che ha conosciuto tanti anni fa.
Una Zulema che ormai non c'è più.
"Non ti sopporto quando fai così. Non puoi chiuderti in questo buco come ti sei chiusa in te stessa. Perchè è quello che stai facendo Zulema. Negalo, evitami, non rispondermi, ma se continui a rimanere su questa strada, perderai completamente te stessa"
"Io sono gia persa Saray" dico guardandola, mentre i nostri occhi si scrutano, e sa anche lei che ho ragione. Ormai non ho più una luce dentro da anni.
Non ho più nulla a cui tengo, nulla che possano portarmi via.
E questo non deve cambiare.
"Senti...so che quando sei stata a Dubai hai scoperto che-"
"Stai zitta" le dico con voce seria e dura, facendola bloccare, mentre i nostri sguardi si incatenano.
"Scusami...dico solo che ti farebbe bene. Ma non voglio insistere. Tanto con te è una causa persa. Se cambi idea, io sono all' 'upstairs'..." conclude, per poi alzarsi, mentre io riprendo a guardare la mia scrivania, evitandola completamente.
Appena la porta si chiude, mi appoggio allo schienale della sedia, sospirando pesantemente, per poi alzarmi, andando davanti alla grande vetrata che ho nello studio.
Guardo la città, e forse Saray ha ragione, ma andare per locali non cambierà quella che sono diventata, ne mi farà cambiare umore.
Sono nel buio da così tanto tempo che non ricordo nemmeno cosa voglia dire avere una luce da seguire, una speranza, felicità.
E qualunque cosa possa provare a fare Saray, non riuscirà mai a riportarmi indietro.
Nessuno può farlo.
Scuoto la testa, per poi guardare verso il basso, notando delle macchine allontanarsi dal palazzo. So che sono le mie, le riconosco, e non possono che essere quei ragazzi che ho deciso di tenere con me.
Dove cazzo stanno andando adesso?
Penso tra me e me, per poi girare gli occhi al cielo, sbuffando. Mi servono, ma a volte mi pento di avere così tante persone intorno.
Odio avere qualcuno costantemente qui, e a volte vorrei sbarazzarmi di tutti loro, ma questo non gioverebbe certo a me.
Nel pensare ai ragazzi, la mia mente va a Katrina, cosa che mi fa sbuffare una risata ironica.
Non avevo mai conosciuto qualcuno che mi tenesse testa in quel modo.
Tocco con le dita il taglio che ho sulla fronte, pensando a come mi abbia battuta nell'allenamento qualche ora fa.
Il modo in cui mi sfida e gioca con me mi incuriosisce, anche se mi fa così tremendamente incazzare: sono abituata al fatto che le persone mi temono e si sottomettono facilmente, ma lei...sembra non avere un freno.
Noto la sua paura negli occhi a volte, ma è sempre accompagnata da quella sfida che le fa brillare lo sguardo.
Non so cosa mi succeda quando sono con lei, ma un po della mia strafottenza se ne va, lasciando spazio al gioco, alla sfida.
Mi piace questa cosa che si è creata, anche se mi fa domandare cos'abbia quella ragazza che mi porta a pensarla spesso.
Non mi era mai capitato fino ad ora, e nonostante io non mi fidi ancora di lei, so che è brava, per questo l'ho scelta per aiutarmi con i piani.
C'è qualcosa che non mi convince però, sa fare troppe cose, troppe strategie, ed è troppo brava a combattere e con le armi.
Forse davvero è come dice lei, che ha imparato, ma non so perché qualcosa mi dice che mente su qualcosa, e di solito non sbaglio mai.
Sbuffo, distogliendomi dai miei pensieri, per poi andare verso la mia scrivania, afferrando il telefono, e digitando subito dopo un messaggio.

𝙱𝚛𝚘𝚔𝚎𝚗 𝚂𝚘𝚞𝚕𝚜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora