Mi sveglio nel bel mezzo della notte, sentendo un tremendo caldo.
Avevo il piumone addosso, ma il riscaldamento è alto.
Guardo la sveglia sul mio comodino, che segna le 5, per poi cercare di rimettermi a dormire.
Passa forse mezzora, e sembra che il sonno non voglia tornare: ho in testa mille cose, che non mi permettono di dormire tranquilla.
È passata una settimana dalla sera del Gala, e non ho visto Zulema per tutto questo tempo, quindi siamo stati in tutta tranquillità qui.
Ho scoperto che c'è una piscina al chiuso, ed è semplicemente bellissima, compresa di idromassaggio.
Mi sto affezionando alle persone che ci sono qua, e non avrei mai pensato che potesse accadere: avevo dato per scontato che fossero tutti criminali, ragazzi di strada, disadattati e stronzi.
Invece stanno diventando giorno dopo giorno sempre più amici.
Se da una parte vorrei non perderli, dall'altra so che sono qua per un unico motivo, e devo portare a termine quello che ho iniziato.
Sbuffo, per poi uscire da sotto le coperte e infilarmi un paio di scarpe.
Esco dalla mia stanza, con ancora indosso il pigiama: dei pantaloni grigi e larghi coprono le mie gambe, e una giacca copre invece la mia semplice maglia nera.
Arrivo nel salone, e noto che non c'è nessuno: la stanza è illuminata da luci nel pavimento, molto soffuse.
Mi dirigo in cucina, con l'intento di prendere un bicchiere d'acqua, per poi andare in balcone.
Poco prima di aprire la porta, noto che è già aperta, e mi blocco quando scorgo una figura appoggiata alla ringhiera.
Zulema.
Sto ferma per forse qualche minuto, pensando se stare dentro, o se uscire lo stesso.
Non la vedevo da un sacco, e non sapevo che fosse tornata.
Fine della pace.
Giro gli occhi al cielo, per poi uscire.
"È tornata allora" dico con un tono di voce calmo e basso, mentre lei non muove di un millimetro.
Si cominciano a vedere le prime luci dell'alba, mentre un leggero e freddo venticello le scombina leggermente i capelli.
Sta fumando: tiene la sigaretta nella mano sinistra, mentre butta fuori il fumo delicatamente.
Le vado accanto, appoggiandomi nello stesso modo, per poi guardare New York dall'alto.
"Dov'è stata?"
"Biondina sono appena tornata e tu mi stai già rompendo le palle con le tue domande. Sono venuta qua per stare in pace...pensi che io debba andarmene o riesci a stare zitta?" Rimango con la bocca leggermente aperta, colpita dalle sue parole, per poi zittirmi.
Che stronza.
Mi domando perché io provi anche solo ad avere un rapporto decente con lei. È una battaglia persa già in partenza.
Faccio per andarmene, ma la sua voce mi richiama.
"Non ho detto che te ne devi andare. Ho chiesto silenzio. Non fare la permalosina. Vuoi fumare?" Dice rimanendo girata, per poi fare un tiro, mentre io rimango a fissarla.
È stranamente calma, e questo è nuovo per me, perché l'ho sempre vista piena di rabbia, o comunque non così.
Mi riavvicino, senza dire una parola, e quando mi appoggio nuovamente al davanzale lei mi porge il pacchetto di sigarette.
Ne afferro una, e mi accende la fiamma davanti al viso, permettendomi di accenderla.
"Grazie" annuisce, per poi tirarsi su il cappuccio della felpa nera, guardando l'orizzonte.
Guardo il suo profilo, e mi chiedo cosa possa essere successo.
Passano minuti che mi sembrano infiniti, e nel frattempo il sole ha cominciato a sorgere, macchiando il cielo di arancione, rosa e giallo.
"Ti piace l'alba bionda?" Chiede ad un tratto, spezzando il silenzio che da troppo c'era.
"Si" dico semplicemente, per poi guardarla.
"A lei?" Annuisce, facendomi capire la risposta, per poi sospirare.
"Sta bene?"
"Bionda fatti i cazzi tuoi" si stacca dalla ringhiera, per poi sbuffare e rientrare, lasciandomi qua.
Ed ecco la Zulema che tutti conosciamo.
Scuoto leggermente la testa, rimanendo appoggiata alla balaustra, per poi sentire la sua voce alle spalle.
"Preparati, alle otto vi voglio giù, abbiamo una cosa da fare" mi volto per guardarla, ma quando lo faccio lei sta già camminando verso il buio della stanza.
È così chiusa, fredda, enigmatica.
Sono sempre stata attratta dalle cose enigmatiche, perché mi piace risolverle, e lei è il più grande enigma che io abbia mai incontrato.
Ho una voglia folle di capire come risolverlo.Alle otto puntali ci facciamo trovare tutti ai garage, dove siamo stati già quella volta che ci ha ordinato di andare al porto.
Siamo schierati davanti a lei, come se fossimo soldati che aspettano i comandi del generale.
Non ho mai capito perché dobbiamo sottoporci a lei in questo modo, e odio doverlo farle.
Lo fa solo perché vuole sentirsi venerata, potente, un capo.
"Bene, oggi salirete su quei van e andrete a fare un po di allenamento. Sono stata via una settimana e sicuramente siete stati a girarvi i pollici sul divano o sul letto. Non voglio scuse, ne persone deboli. Il primo che si arrende, se la vedrà con me. È tutto chiaro?"
"Si" diciamo in coro, e lei annuisce, per poi guardarmi per qualche secondo.
"Saray mi riferirà tutto: il più forte, il più debole, e chi si arrende. Sapete già come funziona, quindi datevi una mossa e cercate di non rimanere indietro"
Si volta, dandoci le spalle, per poi prendere fuori il suo cellulare, mentre noi ci dirigiamo verso i van.
Sono abituata a fare allenamenti pesanti ed estenuanti, quindi non mi preoccupa più di tanto, ma non so cosa Zulema pensi quando parla di 'allenamento'.
"Cosa dobbiamo fare esattamente?" Chiedo una volta saliti, ridendo appena.
"Sarà sempre un'incognita quando parla di 'allenamento'. Ogni volta cambia, e non sai mai cosa ti aspetta. Quindi lo scopriremo quando siamo la" guardo Damon, per poi appoggiarmi al sedile, girando gli occhi al cielo.
"Stupendo"
"Già...abituati. A Zulema piace l'incognita" ridiamo tutti, e decido di appproffitarne per vedere se sanno qualcosa sulla donna mora.
"Sapete da dove viene Zulema?"
"Perché lo chiedi?" Interviene Caroline, con un sorrisetto malizioso sul viso. Giro gli occhi al cielo, mentre Damon mi da delle leggere gomitate.
"La biondina bisex è attratta dalla moretta?"
"Dai coglioni! No! Semplicemente sono curiosa. I suoi lineamenti sembrano orientali"
"Mh...intanto sei diventata rossa" dice Caroline, facendo ridere tutti, mentre io sbuffo, aspettando che finiscano.
"Comunque si...è araba. O almeno questo è quello che si sa" Conclude Stephan, accanto a Damon, mentre io annuisco.
Finalmente so da dove provengono quei lineamenti così particolari.
"Sembra giovane...quanti anni ha?"
"Ne ha una quarantina, su per giù"
"Quaranta?! Ma sembra una trentenne"
"Eh lo sappiamo! Siamo rimasti tutti scioccati quando lo abbiamo scoperto"
Scuoto leggermente la testa, con la bocca leggermente aperta, ancora shoccata per le parole che ho appena sentito.
Avrei giurato che ne avesse molti meno.
"Non ti piace per niente?" Dice Damon vicino al mio orecchio.
Lo guardo, girando gli occhi al cielo, per poi rispondergli.
"Beh è una bellissima donna. Non lo nego. Ma è anche pericolosa, irascibile e piena di oscurità dentro di se. Non potrei mai farmi piacere una persona così"
"Ha ragione, Damon. É bella ma si ferma li" dice Caroline, appoggiando quello che ho appena detto.
"Fate come volete, ma io una così me la scoperei"
"DAMON!" Diciamo in coro, per poi scoppiare a ridere, mentre sentiamo il van frenare, probabilmente arrivati al luogo dell'allenamento.
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𝙱𝚛𝚘𝚔𝚎𝚗 𝚂𝚘𝚞𝚕𝚜
أدب الهواةNasciamo tutti con l'anima pura. Bianca. Innocente. E' la vita che, con gli anni e con il tempo, la plasma e la modella, mettendola davanti a sfide continue, e obbligandola a prendere una strada, giusta o sbagliata che sia. Macarena e Zulema hann...