(MACA's POV)
Mi sveglio lentamente, aprendo piano gli occhi, facendoli abituare alla luce.
Stendo le braccia in alto, stirandomi un po, per poi mettermi seduta.
Mi guardo intorno e noto la stanza vuota, pervasa da un silenzio quasi strano.
Cosi come il resto della casa.
Tiro il piumone sul mio corpo ancora nudo, mentre mi passo una mano nei capelli.
Sorrido lievemente al ricordo della scorsa notte, per poi accarezzarmi le labbra con un dito.
Quei baci, quelle strette, quelle mani sulla mia pelle.
Ricordo il calore delle sue labbra che ardevano sul mio corpo man mano che lo esplorava, e le vampate mentre mi donava piacere.
Un piacere che mai avevo provato così intensamente: probabilmente la chimica che c'è tra me e la mora ha contribuito a creare maggiore tensione, eccitazione.
Un brivido mi percorre la schiena al ricordo di come spingeva le sue dita dentro di me, quasi come punizione, mescolata alla voglia che aveva dentro.
Come se fosse incontrollata.
Nonostante quello che ha detto dopo, so che le è piaciuto: leggevo sul suo volto la soddisfazione, il piacere che aveva nel vedermi sottomessa completamente a lei, mentre mi faceva sua.
Perché lo ha fatto.
Mi ha resa sua.
Anche se solo per quel tempo che è sembrato troppo ridotto.
Avrei voluto stare con lei altro tempo.
Guardo la porta aperta, cercando di vedere se c'è traccia dell'araba, ma la casa sembra vuota.
"Zulema..." provo.
La mia voce risuona tra le pareti bianche, come eco in una grotta vuota.
Vuota come questa casa.
Sospiro pesantemente, lasciando poi cadere la mia schiena sul materasso.
La odio.
Odio il suo modo di sparire nel nulla, senza dire niente e senza lasciare traccia.
Del resto è quello che la vita l'ha portata a fare.
È quello che ha imparato.
È l'unico modo di vivere che conosce.
Guardo l'ora che segna l'orologio attaccato alla parete, e un senso di vuoto mi attanaglia.
CAZZO.
Sono le nove del mattino, e dovevo essere in ufficio già da un ora.
Maledico Zulema per avermi privato del telefono, mentre mi alzo frettolosamente dal letto, dirigendomi verso un armadio poco distante.
Lo apro, e nonostante ci sia poco, afferro un paio di cargo neri, insieme ad una maglietta grigia extra large.
Mi vesto e senza nemmeno guardarmi allo specchio esco di casa.
Non so dove mi trovo, sono dispersa nel nulla e non ho niente per chiamare qualcuno.
"FANCULO!" Urlo, buttando fuori un mix di emozioni che mi sto tenendo dentro da ore.
Sono in ritardo al lavoro e sicuramente le ragazze saranno preoccupate per me.
Avevo promesso loro di non sparire e poche ore dopo è esattamente ciò che ho fatto.
Entro nuovamente in casa alla ricerca di un telefono, ed entrando in cucina ne vedo uno appoggiato sul ripiano.
Noto un piccolo biglietto appoggiato affianco'Scusa Bionda. Non sapevo se potevo fidarmi. Prendi questo'
Allora qualcosa per me l'ha fatto quella stronza psicopatica.
Sospiro di sollievo, mentre digito il numero di Rebekah, sperando non sia in riunione.
Dopo pochi squilli risponde.
"Becks..." sussurro, sapendo che sarà furiosa.
"Macarena...dove cazzo sei?! Cos'è successo?"
"Ti spiego tutto dopo, devi venirmi a prendere. Ti prego"
Sento un sospiro dall'altro capo del telefono.
"Dove?"
Silenzio.
Dove. Bella domanda.
Cazzo. Non so nemmeno dove farmi venire a prendere.
"Maca"
"Scusa. Riesci a geolocalizzare questo telefono? Non ho idea di dove mi abbia portata"
"Ma sei ferita? Ti ha fatto del male?"
"Tutt'altro" sussurro con un filo di voce, mentre un sorriso lieve e sincero mi esce sulle labbra.
"Arrivo" sento dire dalla bionda, mentre sbuffa, chiudendo la chiamata.
Non ha tutti i torti.
Per una sorella dev'essere difficile accettare tutto questo enorme casino.
Nonostante il bene che lei mi vuole, teme che questa situazione possa diventare pericolosa, sia per me, che per il mio futuro.
Un futuro che nel giro di poco è cambiato drasticamente.
Se la me di mesi fa avesse pensato ad una situazione del genere sarebbe scoppiata a ridere.
E forse aveva ragione, ma io non posso fare a meno di questo.
Quella donna mi è entrata dentro come un tratto indelebile, come un perno fisso.
Non riesco a togliermela dalla testa, e dopo la notte appena passata, voglio di più.
Voglio sentire di nuovo quel calore.
Quella passione.
Mi sento come una drogata alla ricerca della prossima dose: dipendente.

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𝙱𝚛𝚘𝚔𝚎𝚗 𝚂𝚘𝚞𝚕𝚜
FanficNasciamo tutti con l'anima pura. Bianca. Innocente. E' la vita che, con gli anni e con il tempo, la plasma e la modella, mettendola davanti a sfide continue, e obbligandola a prendere una strada, giusta o sbagliata che sia. Macarena e Zulema hann...