Capitolo 2

167 10 0
                                    

Da quando sono arrivata in questa città sono passati due giorni, e non faccio altro che servire quel rozzo e viziato principe dei miei stivali, non sopporto come mi tratta, e vero sono una schiava ma non capisco perché non se le faccia da solo le cose, da quando sono qui non avuto nemmeno un minimo di tempo ne per riposare e ne per mangiare, mi ha dato quel piccolo giaciglio così per ogni evenienza la posso prendere.. spero tanto di trovare davvero un amica persa nei miei pensieri, sento dire Hey schiava portami immediatamente del acqua, quanto non lo sopporto! Io non mi chiamo schiava io mi chiamo Freyja alzando la voce così che potesse capire una volta per tutte il suo nome. Lui Grigno i denti e il suo sguardo farsi ancora più nero e serrare la mascella, la prese per un polso stringendola il piu forte possibile facendogli sussurrare dolore, io sono il tuo padrone come osi mancarmi di rispetto ? Freyja presa da quella presa rispose io sono nata libera e di certo nessuno può tenermi prigioniera o farmi schiava a suo piacimento, ma lei vide qualcosa nel suo sguardo e tremo per il suo cambiamento, infatti gli disse con tutta la cattiveria se osi ancora mancarmi di rispetto ti taglierò la gola! E adesso portami l'acqua!! Freyja fece come aveva chiesto ma il dolore che gli aveva procurato era tanto e cercava di trattenere le lacrime, se c'era una cosa che sapeva e di non farsi mai vedere delusi, perché la vita glie ne aveva date tante..in cuor suo pensava al padre che avesse avuto ragione forse lui conosceva gli uomini da più tempo di lei, presa da quell enorme sconforto senti una presenza dietro di lei, vide una ragazza con i capelli biondi, che la guardava si avvicinò a Freyja e disse tu devi essere la ragazza nuova che ne parlano tutti in città io mi chiamo isobel, Freyja fece un sorriso finalmente aveva trovato qualcuno della sua stessa età qualcuna che lavrebbe capita un amica, isobel chiese ad Freyja non ti ho mai visto servire al banchetto reale, Freyja rispose sono la schiava del principe.. isobel era rimasta scioccata da quelle parole e disse il il principe ivar il senz ossa ? Freyja annui non capiva perché l'amica aveva avuto quella reazione, gli disse ivar senz ossa e il più crudele di tutti stai attenta si raccomando isobel, Freyja fece un sorriso dalle parole della amica appena conosciuta gli rispose io non ho paura di lui e una persona egoista a cinica. E solo un ragazzino viziato. Isobel gli disse se tieni cara la vita non lo sfidare, e comunque da ora non sarai più sola Freyja potrai contare sempre su di me, a quelle parole Freyja fece un sorriso, finalmente aveva trovato un amica, gli sussurro un grazie prima di andare per le loro strade, i mesi passavano a kattegat era in pieno inverno e la neve cadeva io ed isobel eravamo diventate inseparabili, quando ero triste Lei c'era sempre era la mia spalla, su cui ridevo piangevo e lo stesso ero io per lei, quei giorni però ero presa dallo sconforto ero affacciata ad una piccola finestra e i ricordi erano così incontrastanti la malinconia si fece sempre più spazio, era mia madre i suoi ricordi raffioravano come margherite aveva vissuto così poco con la madre era morta che lei aveva 4 anni a quel Eta era difficile ricordare, e quel pensiero gli scesero le lacrime che non riusciva più a smettere, quando si tirò su e si asciugo le lacrime si girò e vide il suo padrone, quello sguardo non era più di quella sera la studiava era curioso da dove venisse quella donna che gli aveva tenuto testa, la guardava in un modo da iniziarla ad ammirarla, ma ancora non si fidava era passata una settimana da quel evento e non si erano rivolti la parola lui chiedeva e lei serviva. ivar sapeva di aver sbagliato nei confronti di quella ragazza che così taciturna e triste qualcosa la turbava e lui doveva scoprire q tutti i costi di cosa si trattasse. Fu Freyja a prendere la parola e distogliendolo da quel pensiero.
Freyja padrone in cosa posso esserle utile?  Si vai dal fabbro a prendere i miei pugnali. Freyja sarà fatto! Camminava per le strade di kattegat ormai non era più la straniera con il passare dei mesi era diventata parte integrante di kattegat lei ormai era diventata parte di quel popolo, entra in una piccola casina dove cera il fabbro, era un uomo con la barba nera e aveva la barba lunga e la pelle macchiatq dai tatuaggi, buongiorno Freyja disse lui con un sorriso qual buon vento ti porta qui ? Buongiorno August  rispose Freyja sono venuta qui per le lame del mio padrone ivar sono pronte ? Lui annuì con il capo facendoli portare dal suo aiutante le lame con attenzione a volte in un panno, Freyja ringrazio e se ne andò porta i saluti al tuo padrone con un chino del capo andò via, nel tragitto che Lei ormai sapeva così a memoria che ormai quella strada era diventata casa sua udii in lontananza un corno e così vide delle imbarcazioni avvicinarsi sempre più alla citta, dopo aver varcato quella porta che per lei fosse casa sua da ormai tanto tempo ripenso a quella casa che aveva a quando era libera e spensierata, arrivai alla porta di ivar e bussai "avanti disse " i suoi coltelli annuncio lei dandoglieli , lui la guardo si alzò con quei aggeggi che aveva alle gambe gli disse mi fido di te Freyja, ne fu sbalordita da quelle sue parole, il cuore fece delle capriole, ma quando lui disse se vengo tradito non avrò pietà per te ! Scossa da quel suo cambiamento usci dalla porta che quel cuore fosse stato fatto a pezzi.

la dea e il vichingo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora