La notte dei vampiri

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Stagione 3 - Episodio 7


Fece strisciare il fiammifero sulla scatola e subito la fiammella le illuminò per un attimo il viso. Dopodiché getto il piccolo bastoncino sopra il corpo della donna che poco prima aveva dissotterrato e ricoperto di sale e benzina. Improvvisamente quella zona del cimitero si tinse dei colori delle fiamme, smorzando il buio tetro di quella notte nuvolosa e fredda.

Kimberly guardò a lungo la salma bruciare, con la sensazione che quel fuoco fosse anche dentro di lei. Era da ormai due mesi che si sentiva così; non aveva avuto la stessa reazione che l'aveva sorpresa alla morte di John, questa volta il dolore non aveva creato nessun vuoto, nessuna mancanza, soltanto tanta rabbia. Che poi, rabbia verso chi? Nonostante quella sera e per il resto della settimana successiva ce l'avesse a morte con Sam per aver sparato senza dare alla sua vittima una possibilità di liberarsi dal demone che lo possedeva, il raziocino la convinse che non era nemmeno colpa del giovane Winchester. Anzi, lui aveva fatto quello che lei non aveva avuto il coraggio di fare, troppo legata com'era al prete.

Eppure la rabbia continuava a ribollire in lei e l'unico modo che aveva per sfogarla, per non pensare ad altro, era la caccia che ora era diventata quasi un'ossessione. Ogni tanto Dean e Sam avevano provato a chiamarla, ma lei non aveva mai risposto, anche se ultimamente si stava chiedendo perché il suo orgoglio fosse così ostinato, visto che aveva chiarito il fatto che loro non c'entrassero niente.

Inoltre l'ultimo messaggio che le avevano lasciato in segreteria appena tre giorni prima, le aveva fatto capire quanto le mancassero entrambi. In preda a quei pensieri prese in mano il telefono, mentre le fiamme pian piano si affievolivano, e istintivamente premette il tasto per riascoltare quelle parole.

"Kim ascolta... Mi dispiace, ok... Dovevo aspettare, stare più attento. Kim, per favore richiamaci, almeno per farci sapere se stai bene... – concludeva la voce di Sam – Kim, io... Abbiamo chiesto a Ellen e Jo se hanno tue notizie, ma non hanno saputo dirci nulla. Io... Ti prego fatti sentire. A presto." aveva detto invece Dean.

Riconosceva bene il tono delle loro voci anche attraverso il telefono: erano preoccupati, dispiaciuti e nei loro silenzi riusciva a sentire l'affetto che provavano per lei e che lei dentro di sé aveva sempre ricambiato ancor prima di conoscerli davvero. John avrebbe voluto che rimanessero insieme, lei ne era sicura, ma non era facile lasciarsi scorrere tutto addosso. Era vero, aveva deciso una vita per nulla facile e soprattutto parecchio sanguinaria, ma più andava avanti, più i dolori aumentavano e lei stava cominciando anche chiedersi se sua madre non avesse avuto ragione.

Si passò una mano sul volto, in un vano tentativo di scacciare i pensieri e togliere lo stress, per poi rimettere il telefono in tasca e allontanarsi dalla fossa e dal cimitero stesso. Il giorno dopo, magari, avrebbe provato a cercarli o a capire dove fossero.

La mattina dopo si rese conto di quanto quella sua prospettiva fosse non solo difficile, ma a dir poco impossibile; tutte le volte che si era ritrovata a lavorare con loro era stato un caso o comunque li aveva raggiunti perché sapeva cosa stavano cercando, ma questa volta era diverso e gli Stati Uniti D'America erano troppo grandi per cercare due sole persone. Chiamò ogni suo contatto, rimanendo al telefono per quelle che le parvero ore, ma nessuno sembrava aver sentito o visto i fratelli Winchester, nemmeno Jo.

«Mi spiace Kim non so dove siano. L'ultima volta che li ho sentiti è stato due settimane fa, potrebbero essere andati ovunque.» rispose l'amica dall'altro capo del telefono.

«Fa nulla Jo, vedrò di trovarli da sola.» sospirò lei.

«Però forse ho un'informazione che può tornarti utile.» disse velocemente, prima che lei richiudesse la chiamata.

La cacciatrice d'ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora