A very Supernatural Christmas

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Stagione 3 - Episodio 8


Kim guardava fuori dalla finestra con aria assorta, osservando i fiocchi di neve che cadevano ormai copiosi, creando quel velo bianco sull'erba del giardino di casa. Se ne stava seduta sul davanzale, giocherellando con il suo coltello retrattile da ormai parecchi minuti, sebbene non sapesse con esattezza da quanto. Fu una voce a riportarla alla realtà.

«Kim, mi aiuti con le decorazioni?» a quel richiamo, emise un sospiro e con un piccolo salto tornò a terra, richiudendo definitivamente il coltello e mettendoselo in tasca.

«Arrivo mamma!»

Kimberly Forst all'apparenza sembrava uguale a tutte le ragazzine della sua età. Amava il natale, i dolci, le feste e le decorazioni, ma odiava i raduni famigliari e gli zii troppo pressanti ed esigenti. Al contrario dei suoi coetanei però, lei sapeva da parecchio tempo cosa si nascondesse nell'ombra e nonostante sua madre avesse cercato molte volte di dissuaderla dal mettersi nei guai, lei aveva sempre risposto che erano stati i guai a cercare lei quando da bambina quello Shtriga aveva tentato di divorarle la linfa vitale. La paura di quell'evento l'aveva segnata e non passarono molti anni prima che decidesse che non si sarebbe fatta intimidire più da nessun mostro. La sua decisione però, non impediva né l'apprensione di sua madre, né tantomeno che dovessero, di tanto in tanto, trasferirsi per allontanarsi da tutti i guai che cominciava ad attirare.

«Bella questa ghirlanda! Dove l'hai presa?» domandò Kimberly, afferrando la grossa composizione verde e osservandone i piccoli fiori a grappolo bianchi, che ricordavano molto i biancospini, ma avevano una forma leggermente diversa e un'odore più dolce.

«Oh... Me la regalata una signora al fondo della strada, dice che quei fiori si raccolgono in estate, ma se si mantengono bene possono durare molti mesi.» rispose la madre con un sorriso, per poi salire sulla scala e cominciare a decorare di luci l'ingresso.


La settimana che anticipava la Vigilia di Natale, passò relativamente tranquilla. Spesso Kim vedeva sua madre rientrare a casa col volto pallido e provato, come se avesse letteralmente visto un fantasma, ma alle sue domande puntualmente rispondeva che era solo stanca dei milioni di preparativi. In fin dei conti poteva capirla, visto che di lì a pochi giorni sarebbero venuti i suoi genitori e sua sorella, con quell'odioso del marito. Kimberly non sopportava davvero nessuno dei suoi parenti; più che altro perché la vedevano solo come un'enorme delusione e per la figlia non voluta che era. Sua madre aveva deciso di farla nascere nonostante tutti i problemi economici iniziali e l'aveva amata sin dal primo giorno, mentre tutti gli altri non erano riusciti a farlo, beh quasi tutti.

«Jenny, tesoro, leva subito quella ghirlanda. Non sai che porta male?» disse zia Nancy, non appena sua madre la fece accomodare in casa. Era la sorella di sua nonna e Kim l'adorava, perché era simpatica e conosceva un sacco di antiche leggende interessanti, oltre ad essere stata l'unica a rimanere vicino a sua madre durante la gravidanza che l'avrebbe poi portata al mondo.

«Perché zia?» domandò la ragazzina, con tono curioso, senza nemmeno salutare, ma prendendole il cappotto per poterlo mettere nel guardaroba.

«Quella è olmaria, nell'antichità veniva usata per consegnare i sacrifici umani agli dei pagani.» spiegò tranquillamente l'anziana, dandole un piccolo buffetto sul naso.

Kimberly ebbe appena il tempo di sorriderle per quel gesto affettuoso, che fu distratta dalla madre.

«Mamma che succede?» domandò, vedendola pallida.

«Niente tesoro, niente.» la rassicurò lei, ma poi seguì il consiglio della zia e tolse la ghirlanda dalla porta di casa, gettandola nel camino. Quel gesto improvviso la insospettì parecchio, ma non disse nulla, anzi fece accomodare la zia in soggiorno pronta a farsi raccontare qualche vecchia leggenda che ancora non conosceva. Lei non lo poteva sapere, ma spesso i suoi racconti l'avevano aiutata a conoscere meglio quelle creature oscure che le capitava d'incrociare e a cui voleva un giorno dare la caccia.

La cacciatrice d'ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora