La spirale dei sogni

156 1 0
                                    

Stagione 3 - Episodio 10
In questo capitolo ciò che nella serie avviene a Bobby, accade invece a Kim.


Non aveva la più pallida idea di come fosse finita lì, né da quanto tempo ci fosse. Sapeva solamente che se non avesse trovato una via d'uscita, sarebbe impazzita. Vagava in quella casa tetra e scura che aveva un'aria terribilmente familiare, tentando di trovare una via d'uscita e allo stesso tempo di fuggire da ciò che la inseguiva.

«Non puoi nasconderti per sempre Kimberly. Non puoi nascondere la verità.» disse una voce dietro di lei, troppo vicina per i suoi gusti.

Si voltò, per vedere quanto vantaggio avesse, ma mai errore fu più grande. Continuando a correre andò a sbattere contro un piccolo tavolino e cadde rovinosamente a terra assieme al mobile appena colpito. Non appena fu sul pavimento altre sagome si avvicinarono a lei, afferrandola dalle braccia e dalle gambe per tenerla premuta con la schiena contro le assi di legno.

La persona che la stava inseguendo, se così si poteva definire visto che Kim non era affatto sicura che fosse reale, si avvicinò lentamente e la ragazza riconobbe i corti capelli color mogano e gli occhi scuri e severi.

«Sei un'ingrata. – disse con tono calmo e freddo – Io e tuo padre abbiamo fatto tutto per te, ma tu pensi solo a te stessa.»

Kim tentò di non ascoltare, ma quelle parole la pungevano sul vivo, sembravano veri e propri spilli che arrivavano fin dentro l'anima. Si dimenò, nel tentativo di fuggire da quella tortura sia fisica che mentale e, fortunatamente, uno dei suoi aguzzini allentò la presa permettendole di tirargli un calcio. Questi indietreggiò, colpendone un'altro. In poco tempo fu nuovamente libera; si voltò e fuggì, quasi a gattoni da quel luogo, chiudendosi la porta alle spalle non appena fu dentro la camera da letto di quella casa.

Nonostante avesse finalmente un attimo di respiro da quegli esseri, qualsiasi cosa fossero, l'ansia e il terrore non l'abbandonarono, soprattutto quando si rese conto di dove si era ritrovata. Riconosceva le coperte blu scuro e la libreria disordinata, all'angolo della scrivania c'era un orsetto malconcio e grigio, con un occhio cadente che si reggeva solo tramite due piccoli fili. Quella camera era sua. Proprio nel momento in cui realizzò quel pensiero, qualcuno cominciò a battere furioso contro la porta chiusa a chiave.

«Kimberly! Esci fuori! Affronta la verità! Sappi che se andrai via con lui non ti rivolgerò più la parola!» gridava la voce di sua madre, le stesse parole che le aveva urlato quando era scappata di casa a diciassette anni. La ragazza scivolò verso il basso, sedendosi e portandosi le mani alle orecchie per non ascoltare quegli strilli ed evitare così che i ricordi la pervadessero, facendole ancora più male di quello che stava provando in quel momento.

«Basta! Lasciami in pace!» urlò lei, disperata, serrando anche gli occhi sperando che quella visione orrenda sparisse.

Il caos durò ancora qualche minuto, forse anche meno, poi si quietò all'improvviso; tanto che la stessa Kim credette di essere tornata alla normalità. Un'altra voce, però, le fece nuovamente aprire gli occhi.

«Kim... – lo guardò e il suo sguardo triste e deluso la investì come un treno in corsa – Perché non me l'hai detto Kim? Mi hai tenuta nascosta una cosa del genere. Mi hai deluso.» disse con tono affranto.

La ragazza scosse la testa e si rimise in piedi. Nulla di quel luogo era vero, nulla. Aprì nuovamente la porta e fuggì via anche da lui; soprattutto da lui. Nello scappare le tornò in mente cos'aveva detto ad Ellen quando aveva compreso cosa provava per Dean: "Dovrò solo cercare di evitarli per un po'". Eppure era passato più di un anno e lei non li aveva evitati affatto, anzi i suoi sentimenti verso Dean si erano intensificati e sempre più spesso pensava a lui in un modo a cui non doveva pensare.

La cacciatrice d'ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora