Sin city

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Stagione 3 - Episodio 4
In questo capitolo un personaggio (comparsa) sarà diverso da quello della serie per esigenze di trama.


Il delirio dei giorni successivi all'apertura delle porte dell'Inferno, l'aveva completamente assorbita. Non era arrivata al punto di cacciare un demone o uno spettro al giorno, ma quasi e la cosa sembrava cominciare a pesarle più del solito. Sentiva l'impellente bisogno di una pausa, di un momento di respiro e tranquillità; per questo motivo decise di cercare padre Shonas, nella speranza che almeno lui la rassicurasse su tutto ciò che la tormentava.

Aveva scoperto che già da quasi un anno si era trasferito a Elizabethville in Ohio, probabilmente per cambiare aria; perciò si era diretta lì, trovandosi nuovamente invischiata in un lavoro che in quel momento aveva davvero poca voglia di intraprendere.

Proprio la mattina dopo il suo arrivo, aveva scoperto che un uomo si era suicidato sotto gli occhi di padre Shonas e una suora, ma nonostante il tragico evento, l'uomo di chiesa l'aveva rassicurata che non c'era nulla di maligno in quello che era successo. Kim, però, non ne era affatto convinta e decise che sarebbe rimasta lì, per capirci meglio, prendendosi comunque almeno quel giorno di respiro.
A dare man forte a quel suo bisogno di una pausa fu un'incontro particolarmente inaspettato.

«Kim?» disse una voce alle sue spalle, mentre stava passeggiando per la via con un frullato in mano. Si voltò, incrociando un paio di occhi scuri incorniciati da una pelle bronzea e lunghi capelli legati, che probabilmente da sciolti arrivavano alle spalle.
«Ray? – disse, forse con un tono fin troppo entusiasta – Cosa ci fai qui?» continuò, avvicinandosi per salutarlo.

Ray Milton era stato il suo migliore amico al liceo, uno dei pochi che conosceva il suo lavoro e cosa comportava. Grazie a lui aveva avuto le migliori coperture tra scuola e casa, oltre che molti consigli.
Da ragazzi erano praticamente inseparabili e fu davvero difficile per lei lasciarlo, quando decise di farsi istruire da John, per diventare una cacciatrice migliore. Nonostante tutto però erano rimasti in contatto, almeno per un po', perché nell'ultimo periodo aveva tagliato i ponti con quasi tutti, ma soprattutto con il suo passato, anche per quanto riguardava ciò che valeva la pena ricordare.

«Sono di passaggio, domani mattina riparto, sto andando nel nord Dakota. E tu? Non mi dire che...»
«Non lo so, non ancora per lo meno. Ero venuta qui per rilassarmi a dir la verità, ma a quanto pare ultimamente sono i problemi a inseguire me.» scherzò lei, tirando sù un'altro sorso di frullato dalla cannuccia rossa.
«Beh, se vuoi distrarti questo pomeriggio io sono libero.» disse allargando le braccia, un gesto che faceva sempre quando si rendeva disponibile a lei in tutto ciò di cui aveva bisogno.
«Ci sto! Ordiniamo una pizza e ci svacchiamo sul letto della mia stanza d'hotel. Ci sono un po' di cose che mi devi raccontare.»

Il programma pomeridiano andò esattamente come aveva preannunciato la ragazza; stare di nuovo assieme al suo migliore amico sembrava averle sciolto i nervi e soprattutto averla fatta tornare indietro nel tempo. Le chiacchiere variarono da un discorso all'altro e mentre lei poteva solo raccontare della sua solitaria vita da cacciatrice, Ray le disse che era diventato un modello e che finalmente aveva trovato un fidanzato fisso da ormai due anni.

Stava quasi per tramontare quando decisero che forse era l'ora di salutarsi. Ray si stava rimettendo la camicia che l'amica gli aveva esplicitamente chiesto di togliersi per vedere come si era sviluppato il suo fisico, nulla a che vedere con lei che si sentiva ancora intrappolata in un corpo da ragazzina.

Proprio nel momento in cui aprì la porta qualcuno stava entrando nella camera dall'altra parte dello stesso corridoio, qualcuno che non vedeva da praticamente due mesi.
«Dean... Sam...» disse stupita di vederli.
«Kim! Anche tu hai fiutato il paranormale?» domandò il ragazzo più grande che sembrava particolarmente di buon umore.
«Veramente io...» non riuscì a finire di parlare perché Ray le fu alle spalle, mentre si sistemava l'ultimo bottone.

La cacciatrice d'ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora