La cacciatrice d'ombre

Paradiso e Inferno

Stagione 4 - Episodio 10
Questo capitolo sarà molto diverso rispetto all'episodio da cui è tratto.

Per un attimo Kimberly credette di non aver capito bene. Negli ultimi giorni sentiva che qualcosa nella sua vita era cambiato; insomma quegli assurdi sogni, il suo bracconaggio da parte dei demoni. Non ne conosceva il motivo e quando anche i suoi fratelli sembravano essere all'oscuro di tutto, aveva creduto che la sua ultima speranza fossero stati proprio gli angeli, soprattutto Castiel che l'aveva sempre difesa. Lui l'aveva protetta, aveva annunciato il suo sangue Winchester a sua madre, aveva salvato Dean dall'Inferno e fatto di tutto perché loro due si ricongiungessero. Eppure era stato proprio lui a pronunciare quelle parole e la reazione dei suoi fratelli le fece comprendere che non le aveva immaginate.

«Volete Kimberly?! – domandò Sam – Perché?» era stato l'unico a riuscire a parlare perché gli altri due erano rimasti completamente scioccati.

«Levatevi dai piedi.» disse con voce calma e allo stesso tempo minacciosa Uriel, facendo un passo in avanti.

Improvvisamente Kim si sentì minacciata ed indietreggiò. Nonostante non fosse la prima volta che si trovava di fronte allo sguardo duro, alla voce incattivita e al corpo possente dell'angelo, era la prima volta che le faceva davvero paura. Ricordava bene come il 31 di ottobre, il giorno di Halloween, quando lui e Castiel si erano presentati nella loro camera d'albergo, l'avesse affrontato a muso duro, senza nessuna preoccupazione. Eppure questa volta, forse perché ce l'aveva proprio con lei, le faceva più paura di un qualsiasi demone. Anzi, forse era proprio quella la sua paura; aveva sempre creduto nella luce di Dio e nella speranza degli angeli ed ora questi sembravano comportarsi come quel lato oscuro e immondo che lei combatteva da ormai vent'anni.

«Scusate, forse non ho capito bene... – intervenne Dean, parandosi completamente davanti a lei – Volete seriamente farla fuori? Per che cosa? Per un paio di previsioni?» sembrava confuso, ma allo stesso tempo deciso in tutto e per tutto a proteggerla.

«Sta tranquillo... La ucciderò gentilmente.» il tono di Uriel si era addolcito in modo talmente falso che la giovane cacciatrice percepì un brivido lungo tutta la schiena, solamente nel vedere il suo sorriso compiaciuto mentre diceva quella frase.

«Siete dei figli di puttana, lo sapete?» continuò Dean, imperterrito, ma questa volta fu Castiel a rispondergli, con quel suo tono mesto e pacato.

«Sì, ma questo non cambia le cose.» disse, posando i suoi profondi occhi blu su quelli di Kimberly, come volesse chiederle di fare la cosa giusta e consegnarsi di sua spontanea volontà.

«Oh, non cambia sicuramente le cose... Voi mia sorella non la toccate!» ribatté Dean con un ringhio.

«Lei non è tua sorella.» rispose nuovamente Castiel in un sibilo.

Di nuovo le parve di non aver afferrato subito le parole fuoriuscite dalla bocca dell'angelo. Una frase del genere poteva dire tante cose per chiunque altro, i suoi fratelli avrebbero potuto pensare che fosse posseduta o robe simili, ma lei sapeva che non le era accaduto nulla del genere. Era ancora Kimberly Forst, era cosciente. Eppure quella semplice frase le rimbombava nella testa come una campana.

«Che cosa vorresti dire?» chiese Sam al posto suo, dopo aver lanciato uno sguardo alle altre persone nella stanza, anche perché lei non riusciva in nessun modo ad aprire bocca.

«Te lo spiego in parole povere. L'abbiamo protetta finché è stato possibile, ma ora come ora lei è peggio di quel diavolo che ti scopi, è un abominio e non sarebbe mai dovuta nascere.» a quelle parole dure e fredde di Uriel, Kim cominciò a sentire le lacrime rigarle le guance. Nemmeno un singhiozzo o un singulto uscì dalla sua bocca, semplicemente i suoi occhi cominciarono a versare tutto il dolore e la disperazione che l'avevano portata fino a quel punto.