1. Magari un'altra volta

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Jungkook's pov

Stavo controllando attentamente la documentazione degli ultimi casi con i quali avemmo a che fare nell'ultimo periodo, quando arrivò una telefonata che denunciava l'omicidio di una donna. Non mi allarmai particolarmente, era brutto da dire, ma cose di quel tipo si sentivano quasi giornalmente, ormai, visto l'ambiente con il quale sia io che la mia collega eravamo abituati a lavorare.

Arrivammo, perciò, nella casa che scoprimmo appartenere alla sorella e al marito della donna, e non a lei, come invece credevamo.

Seohyun era una giovane ragazza di soli ventidue anni, con dei lunghi capelli rossi ed un viso bellissimo. Aveva un vestito molto corto addosso, che non lasciava molto all'immaginazione, che addirittura, a causa della posizione in cui era posta, lasciava intravedere l'intimo in pizzo rosso sotto la gonna. Era truccata in modo vistoso, ma il trucco del viso era scolato, sicuramente a causa delle lacrime.

"Un colpo alla spalla e uno alla testa..." mormorò Soohyo, quando si accovacciò accanto al corpo della vittima, prima di alzare il viso per incrociare lo sguardo con il mio "Doveva morire, l'intento era solamente quello di ucciderla, non di torturarla"

"Solamente..." sussurrai e mi leccai le labbra, prima di voltarmi verso il cognato della ragazza, dal volto bianco e scosso "Hai detto che Seohyun non abitava qui, giusto?"

"Esatto" sussurrò, quasi, incrociando le braccia al petto "Nel... posto in cui lavora, offrono un appartamento alle dipendenti..." rimase vago, ed io inarcai un sopracciglio, perché la mia ipotesi diventava sempre un po' più nitida, ma mi domandai perché continuasse a girarci intorno e non andasse al dunque.

"Dove lavorava?" chiesi, infatti, con in mano la mia solita agenda.

L'uomo abbassò lo sguardo, quasi in imbarazzo.

"Al Luxure..."

Sia le mie orecchie che quelle di Soohyo si raddrizzarono, quasi, nel sentire quel nome tanto noto. Il Luxure era motivo delle nostre indagini da molto tempo, ormai: era un luogo molto noto a causa del consumo - e alle volte anche scambio - di droghe pesanti che avveniva al suo interno, e chissà che cos'altro. In quel momento, forse, infatti, stavamo scoprendo una verità della quale non eravamo ancora a conoscenza.

"E qual era la sua professione, al Luxure?" intervenne Soohyo, che intanto si alzò in piedi, sistemandosi rapidamente la camicia bianca che teneva sempre all'interno dei pantaloni.

Il cognato della donna deglutì, guardò il cadavere e si schiarì la voce, mentre io e la mia collega attendemmo pazientemente la sua risposta.

"Era una puttana" mormorò, affogando nell'imbarazzo "Noi le dicevamo sempre di smettere... ecco dove l'ha portata il suo maledetto lavoro..."

In quel momento riflettei su due cose, principalmente: la prima, fu il modo denigratorio con cui definì il suo lavoro, e la seconda, fu il fatto che sembrasse più scosso al pensiero di dover ammettere un tale disonore - perché era evidentemente che lo definisse così - che dalla morte stessa. Mi domandai come si facesse ad avere una povertà d'animo tale da preoccuparsi di questo, e non del fatto che una povera ragazza di ventidue anni fosse stata uccisa per chissà quale ragione, a causa di una vita sfortunata.

"Va bene, sappiamo dove andremo stasera, allora" mi disse Soohyo, quando mi avvicinai a lei, ed io annuii lentamente, con lo sguardo fisso sul corpo inerme della ragazza, che perdeva colore sempre un po' di più, "Questo caso è l'unico diverso, dopo tanto tempo..."

"Se appartenesse a quel pazzo le avrebbe già cambiato i vestiti, come minimo" constatai, ripensando al modus operandi dell'assassino che tentavamo di individuare ormai da tempo "Invece è ricoperta di sangue"

When a flame dies ☽ 𝙼𝙾𝙽𝚂𝚃𝙰 𝚇 ☾ ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora