18. Pervertito

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Doyoung's pov

“Quando ero piccolo non avrei mai pensato di trovare il lavoro dei miei sogni, né tanto meno di farlo” constatai a voce non troppo bassa, ma neppure troppo altra, perché in realtà stavo parlando più con me stesso, mentre osservavo Ririn con addosso il corpetto che le avevo fatto indossare e ne sistemavo i vuoti sul suo busto, ed il suo fidanzato, alle sue spalle, seduto su un divano, che non ci tolse per un attimo gli occhi di dosso “Kihyun, smettila di guardarla come una bistecca, schifoso pervertito”

“Perché lo dici proprio mentre hai le mani addosso alla mia fidanzata?” borbottò, ed io inarcai un sopracciglio, mentre sistemavo le coppe su Ririn, che non fiatò, pazientemente.

“Cosa? Che sembri un maniaco che si eccita nel vedere toccata la propria donna da altri uomini più sexy di lui?”

“No, coglione. Che stai facendo il lavoro dei tuoi sogni”

Ririn sospirò pesantemente, io picchiettai una mano sulla sua spalla, come per compatirla, e sorrisi sinceramente.

“Ririn, splendore, puoi dirgli che ha rotto il cazzo?”

“Adesso che me lo hai detto non è più divertente” sorrise lei, perché evidentemente era proprio quello che stava per dirgli  “Amore, vuoi continuare a lamentarti ancora per molto?” si voltò verso di lui, con gentilezza.

“Sì, se ne ho voglia” borbottò però Kihyun, ma quando Ririn andò per rispondere, lui proseguì “Aveva la mano proprio-”

“Sulle tette. Lo so, Kihyun, ma è necessario... se non gliele tocco io, non può farlo nessun altro, lavorativamente parlando. A proposito, questo è quello che senti, tu, di solito?” perché in quell'esatto istante fui costretto ad infilare una mano proprio dentro quel morbido corpetto, per controllare quanto spazio ci fosse tra quello e ciò che c'era sotto, in modo da farla respirare durante gli spettacoli.

“Oh, credo di no... lui lo fa in maniera un po' diversa...” sghignazzò lei, stando al mio gioco, ed io mi portai una mano sul petto, fingendomi sconvolto.

“Non sarebbe professionale, mia diletta”

“No, infatti...”

“Non posso ficcare io una mano nel suo corpetto per sistemarlo?” domandò Kihyun, con un tono particolarmente rude e fastidioso, che mi costrinse ad inarcare un sopracciglio.

“Credi di saperlo fare?”

“Non so se di questo passo ti caccerò prima io o Doyoung, da qua” mugugnò, Ririn, inspirando con forza un'altra volta.

“Perché ciò che dico ti darebbe fastidio?” ringhiò lui, ma io parlai al posto suo.

“Perché per ciò che dici sembra che io la stia violando, non è difficile da comprendere” sbuffai, perché infondo – per quanto Ririn fosse oggettivamente bella – non avevo particolare interesse nel palparla mentre lavoravo “Dico bene?”

“Sì, più o meno hai colto” ridacchiò lei, prima di rivolgersi di nuovo al suo fidanzato “Sul serio, Kihyunie perché sei qui?”

Ci trovavamo, infatti, nella stanza in cui lavoravo – il mio studio, per così dire – e in cui mi vedevo solitamente con Ririn per provare i vestiti o parlare delle prove, ma quel giorno, per qualche ragione. Lui la seguì.

“Vuoi smetterla? Perché non mi vuoi?”

“Non è che non ti voglio, è che secondo me ti stai stressando... solitamente ci pensiamo io e Doyoung, poi esco, controlli se va bene-”

“Sì, mi ricordo quello che succede” lui la interruppe di nuovo, io spalancai gli occhi, e lei si voltò verso di lui con uno scatto, e gli occhi che quasi parvero infiammarlo con lo sguardo.

When a flame dies ☽ 𝙼𝙾𝙽𝚂𝚃𝙰 𝚇 ☾ ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora