Minhyuk's pov
Il fumo della sigaretta continuava ad invadere l'interno della nostra auto. Stavamo fumando entrambi, come d'abitudine, perciò nessuno dei due si lamentò della cappa che si venne a creare, perché non osammo abbassare i finestrini, in modo tale che il freddo non potesse entrare e disturbare la nostra quiete.
Eravamo in silenzio, in quel momento, eppure non c'era un minimo di imbarazzo. Le gambe di mio fratello erano poggiate sulle mie, e l'unica cosa della quale avrei potuto lontanamente lamentarmi, era il fatto che le suole dei suoi anfibi stavano per sporcare gli sportelli interni della mia macchina, che utilizzammo per uscire quella sera.
Era una bella abitudine, quella, per noi: di tanto in tanto, ogni tot di settimane, ci vedevamo io e lui, soltanto, ed organizzavamo una cena in un ristorante, o in qualunque posto in cui potevamo mettere qualcosa sotto i denti. Era una tradizione, quella, per noi, ed era importante mantenerla, perché spesso purtroppo – nonostante infondo ci volessimo un bene dell'anima – le circostanze ci costringevano ad allontanarci per alcuni periodi, a discutere, litigare , sputarci cattiverie, ma quello era un modo per mettere un punto a qualsiasi disguido tra di noi e ricominciare da capo.
“Hey, Minhyuk,” soffiò, muovendo leggermente le caviglie, con un sorriso poco convinto sulle labbra, ed il collo nascosto dentro la sua sciarpa pesante “tra poco dovremo andare a far visita alla mamma”
“Cazzo, Kihyun, non me lo ricordare...” risi a bassa voce, affatto convinto di quella sua affermazione, perché sentii la pelle delle mie braccia formicolare all'idea “Perché? Quanto tempo è passato dall'ultima volta?”
“Un anno” mi fece notare, ed io spalancai gli occhi.
“Cazzo, un anno? Di già?”
“Forse anche un po' di più. È successo per lo scorso Natale”
“Cazzo, allora tecnicamente sono passati due anni... chissà quante ce ne dirà” risi, gettando la cenere della sigaretta nel suo apposito spazio presente in macchina, ed in quell'esatto istante, Kihyun si sporse per gettare la sua, e soffiò il fumo verso l'alto.
“Lo fa ugualmente” fece spallucce, con fare fintamente rassegnato, eppure sapevo quanto le sue parole lo toccassero, decisamente più di quanto toccavano me.
“Allora non andiamoci. Non possiamo fingerci morti?” proposi, e infondo non scherzavo neppure tanto “Dopo i suoi defunti mariti, cosa vuoi che le cambi, nel caso fossero defunti anche i suoi figli?”
“Ho promesso a mio padre che mi sarei accertato del fatto che stesse bene, di tanto in tanto...” poggiò il retro della testa sul finestrino, ed io constatai mentalmente – mentre accarezzavo la sua gamba con fare impacciato – che avesse davvero un profondo senso del dovere, nonostante si comportasse da stronzo senza cuore.
“Io non ho fatto nessuna promessa al mio, però” scherzai, ma riuscii chiaramente a vedere la sua fronte corrucciarsi.
“Allora non farlo, ci andrò solo io”
“Scherzavo, cazzo. Credi davvero che ti lascerei andare da solo?” mi portai una mano sul petto: sapevo quanto odiasse andarci, gli avrei fatto compagnia in ogni caso.
Scese il silenzio a quella mia affermazione, ma quando preparai l'insulto da rivolgergli, mi rispose.
“Sì”
“Fottiti, coglione” lo spinsi giocosamente, già mentalmente pronto per quella sua risposta, ma lui rise con tranquillità “Abbiamo sempre fatto tutto quanto insieme. Nella gioia e nel dolore, non si diceva così?”
“Sì, ma si dice per i matrimoni” inarcò un sopracciglio.
“Che cazzo me ne frega. Io voglio condividere gioie e dolori con te-”

STAI LEGGENDO
When a flame dies ☽ 𝙼𝙾𝙽𝚂𝚃𝙰 𝚇 ☾ ✔️
Fanfiction«Venerdì 18, Sabato 19 e Domenica 20 di Dicembre del 1962, accorrete in tanti al Luxure. Performance mai viste prima, balli sensuali, musica dal vivo e la calda voce di Yoo Kihyun vi accompagneranno in una delle serate più indimenticabili della vost...