When a flame dies ☽ 𝙼𝙾𝙽𝚂𝚃𝙰 𝚇 ☾ ✔️

3. Scusa

Kihyun's pov

Quel giorno l'atmosfera era un po' diversa rispetto al solito, era cupa, nessuno di noi rideva in maniera spensierata, né faceva imbarazzanti battute in grado di distrarci, durante le nostre prove. Quasi ogni pomeriggio, infatti, io e le ballerine provavamo lo spettacolo di quella sera, nonostante gli spettacoli non fossero molto diversi tra di loro, ma dovevamo sempre accertarci del fatto che tutto quanto fosse perfetto, che tutto andasse bene e che i clienti fossero contenti di ciò che avrebbero visto.

In quel momento stavo cantando, lo sguardo rivolto al locale vuoto. Era così diverso, il Luxure, di giorno: era luminoso, profumava di pulito, era il nostro ambiente e mi faceva sentire completamente a mio agio. La notte, però, sfoderava tutto un altro aspetto, diventando immediatamente buio, quasi cupo, sensuale, emanava sensazioni legate al sesso, e me ne rendevo conto io stesso. Io facevo la stessa identica cosa, era come se di notte cambiassi personalità, oltre che aspetto, ma forse era qualcosa alla quale mi abituai negli anni per uniformarmi all'ambiente, per somigliare un po' di più a tutti coloro che accoglievamo.

Avevo appena finito la mia canzone, mi spostai alla sinistra del palco come ogni volta, lasciando spazio alle ballerine che guardai con attenzione per accertarmi del fatto che stesse andando tutto bene, ma la prima cosa che notai, fu che Ririn non fosse lì insieme a loro, bensì dal lato opposto del palco.

“Fermatevi” dissi, perciò, ad alta voce, tentando di sovrastare la musica per farmi sentire “Fermatevi, ho detto!” esclamai un'altra volta quando notai che non mi avessero sentito. Una ragazza mi ascoltò, ed in seguito tutte le altre, che mi guardarono con aria perplessa.

Non diedi nessuna spiegazione, bensì guardai Ririn, per capire che cosa l'avesse portata a fermarsi, preoccupato.

“Non ci riesco” affermò, il tono di voce era duro, ma era evidente frustrata “Non mi sento come sempre, continuo a sbagliare”

“Non ti preoccupare, Rin, può capitare” tentai di rassicurarla, avvicinandomi a lei “Ci fermiamo per un po'? Riposati, ricominciamo quando te la senti” poggiai una mano sulla sua spalla, ci guardammo negli occhi qualche secondo, e poi indietreggiò abbastanza da sottrarsi dal mio tocco.

“Vado a fumare” disse soltanto, prima di scendere dal palco sotto il mio sguardo attento.

Prese rapidamente il suo giubbotto a jeans dalla spalliera di una sedia, dentro il quale sicuramente teneva le sigarette, e si avviò verso l'uscita del locale. Le avevo detto spesso di non uscire vestita in quel modo, lo dicevo unicamente per il suo bene, perché nonostante durante le prove non utilizzassero gli stessi vestiti che usavano durante le serate, indossavano comunque dei piccoli completi che lasciavano ben poco all'immaginazione, ed il Luxure non si trovava di certo in una buona zona di Seoul.

Sospirai pesantemente, mi passai una mano tra i capelli, osservando il punto dal quale Ririn uscì, e cominciai a scendere anch'io, lentamente, le scale del palco.

“Riposatevi anche voi” parlai, rivolgendomi alle ragazze, nonostante gli stessi dando le spalle “Ricomincerete quando sarò tornato”

“Penso che abbiate tanto di cui parlare” mi disse a bassa voce Hyungwon, quando gli passai accanto, il nostro unico spettatore al momento, ed io in risposta mi morsi il labbro con forza ed annuii, consapevole del fatto che avesse ragione, ma altrettanto certo del fatto che quello non fosse il momento adatto, perché Ririn sembrava un fascio di nervi, e non avevo intenzione di affrontare quel discorso nel modo sbagliato.

Quando uscii dal locale la trovai immediatamente: aveva indossato il giubbotto – più largo della sua misura, ma a parer mio le donava perfettamente – e lo stringeva al petto con le braccia, incrociate. Tra l'indice ed il medio teneva la sigaretta, ed il suo sguardo era fisso sul muro davanti a lei. La frangetta le copriva leggermente gli occhi ed istintivamente sorrisi: per un attimo avevo dimenticato il motivo per cui fossi lì.