EPILOGO

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Hyungwon's pov

Tutti noi abbiamo una concezione diversa del tempo: c'è chi vive giorno per giorno, godendosi ogni istante, e poi c'è chi, come me, guarda sempre avanti, nella speranza di scoprire che cosa ha in serbo il futuro per tutti noi.

Cambiai quella mia concezione della vita, però, da quando toccai la morte con mano – quella di Kihyun, il mio migliore amico, che avevo deciso di proteggere fino alla fine dei miei giorni – e me ne spaventai terribilmente. Avevo visto il suo corpo poggiato in mezzo al suo stesso sangue, gli occhi socchiusi ed il viso bianco, e non avrei mai immaginato, in tutta sincerità, che potesse essere in grado di sopravvivere, non se lo aspettava nessuno di noi.

Furono piuttosto strani, i primi mesi, e cambiarono tantissime cose, ma adesso, a distanza di un anno, quasi, era tornato tutto come prima se non meglio. L'unica – sostanziale – differenza era che Kihyun per il momento – nonostante tutti noi pensassimo che, purtroppo, questa cosa sarebbe durata a lungo – non poteva cantare, perciò, le uniche volte in cui saliva sul palco, avvenivano quando suonava il pianoforte, alternandosi con Changkyun, che divenne molto più presente negli spettacoli, anche perché sostituì Kihyun per mesi interi. Era inutile negarlo, la sua splendida voce sarebbe mancata a tutti, non solo a noi ma anche ai clienti, che inaspettatamente furono più che comprensivi. I più generosi, addirittura, lasciarono dei soldi per le cure, senza sapere però che a Kihyun non servissero quelle alte cifre che offrivano, dato che le accettava di buon grado.

“Questo è il primo Natale in cui il Luxure chiude” esordì così, Doyoung, annuendo alle sue stesse parole e guardandosi intorno con fare soddisfatto.

Ormai era pomeriggio, avevamo finito il nostro pranzo da un po', perciò ci ritrovavamo intorno al largo tavolo creando tutti i tavoli più piccoli, intenti a riposarci e chiacchierare del più e del meno. Mi guardai intorno, notando quante cose fossero cambiate nel tempo, ma soprattutto quanto fossimo cambiati noi: Kihyun aveva smesso di indossare camicie, perché non voleva che si notasse il largo cerotto che copriva la sua ferita, pertanto cominciò ad utilizzare dei maglioncini a collo alto, che rendevano comunque giustizia al suo fisico scultoreo; Ririn portava sempre lo stesso taglio, bene o male, ma adesso i suoi capelli erano un po' più lunghi, ma ero convinto del fatto che le sarebbe stata bene qualunque cosa; Jangmi, invece, in quei mesi sembrò diventare totalmente un'altra: aveva pur sempre tanti capelli neri e la stessa faccia di suo padre, ma a parer mio stava crescendo troppo in fretta, e la cosa non poté non spaventarmi.

“In cui Kihyun ci concede di chiudere, prego” scherzò Shownu, ed io sghignazzai alle sue parole, coprendomi la bocca ma senza troppo impegno.

“Pensavo al marketing, stronzi-”

“E quando mai”

“-perché il Natale, come potrete ricordare, porta tanti clienti single e annoiati”

“Amore, io ero l'unica ballerina che aveva voglia di essere lì” affermò Ririn, che in quel momento era seduta accanto a lui, con una gamba comodamente appoggiata sulla sua, e lo sguardo rivolto a Jangmi, seduta invece sulle gambe di Soohyo, mentre giocherellava con i suoi giocattoli sul tavolo “Le ragazze hanno una famiglia, è meglio così”

“Davvero tu eri contenta di essere lì?” domandò, Daniel, sconvolto.

“Ero con voi, non avevo nessun altro posto in cui poter andare”

“Ci ami o ci sfrutti?” Minhyuk inarcò un sopracciglio, ed io, intanto, mi portai una sigaretta tra le labbra, iniziando poi a cercare l'accendino nelle tasche del mio elegante pantalone.

“Tutte e due” sorrise di lato, “Hyungwon!”

“Dimmi, splendore”

“Esci, se devi fumare, quante volte devo dirtelo?”

When a flame dies ☽ 𝙼𝙾𝙽𝚂𝚃𝙰 𝚇 ☾ ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora