8. Mi piacerebbe

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Jungkook's pov

Mi domandai più di una volta come sarebbe avvenuto – ma soprattutto se, dato che non ne avevo la certezza, naturalmente – il mio prossimo incontro con Ririn. Pensai che avrei potuto rivederla al locale, pensai addirittura ad un interrogatorio, ma non avrei mai immaginato di trovarla dietro ad un bancone in un piccolo negozio che vendeva profumi in una delle strade del centro città.

Ririn mi aveva confuso sin dal primo istante in cui l'avevo vista: era sposata ma non perse l'occasione per saltarmi addosso nonostante fosse il suo lavoro, aveva una figlia con Kihyun, ma non sembrava avere effettivamente nessun rapporto con lui, eppure sopra il palco erano fuoco puro, sembravano avere un'elettricità ed un feeling fuori dal normale, che invece, nella vita reale, sembravano non avere. Passai molto tempo a rifletterci: mi domandai se fosse una messa in scena, se fosse davvero così ma per motivi d'interesse, mi chiesi addirittura se questo matrimonio fosse una sorta di “senso unico” solamente da parte di Kihyun, ma a lei, lui, non interessasse realmente.

Non ci pensai troppo però quando mi fermai davanti al negozio con un larghissimo sorriso sulle labbra. Lei mi notò immediatamente, ricambiò il sorriso e sventolò la mano. Ciò mi invogliò ad entrare, nonostante inizialmente fossi titubante, perché spaventato dal pensiero che potesse non gradire particolarmente la mia presenza.

“Ciao, Jungkook”

“Non credevo di trovarti qui... ci lavori?”

“A quanto pare...” ridacchiò appoggiandosi al bancone, ed io mi imbarazzai terribilmente nel vedere la sua espressione, perché in effetti era una cosa piuttosto ovvia.

“Oh, scusami, ho fatto una domanda stupida” borbottai.

“Non scusarti, Jungkook, stavo scherzando” rise a bassa voce, ed io mi persi nel notare quanto fosse bella la sua espressione in quel momento, perché mai, prima d'ora, vedi nascere sul suo volto risate sincere come quella, bensì ghigni e risatine soffiate con fare provocante.

Mi schiarii la voce, tentando di mascherare nuovamente il lieve imbarazzo che stava per attanagliarmi, “Non vai in pausa pranzo? È passato mezzogiorno da più di mezz'ora, restate aperti?”

“In realtà sarei in pausa pranzo, solo che non ho nulla di particolare da fare, perciò rimango qui a riposarmi. A quest'ora entra poca gente...”

“Ti va di venire con me?” proposi, uno sprazzo di audacia che mi imposi di sfruttare, perché se non lo avessi fatto, avrei rischiato di perdere quella splendida occasione “Anche io sono in pausa pranzo. Lavoro qui vicino, conosco alcuni posti in cui potremmo mangiare insieme...”

“No, grazie, non c'è bisogno-”

“Non ti torturerò con la storia dell'offrire io, Rin, se è questo ciò di cui hai paura... non sembri una a cui piace” ridacchiai, e capii di avere ragione quando notai che stesse ridendo anche lei “Vorrei solo stare un po' con te per conoscerti meglio, sai, in un ambiente che non sia il Luxure...”

“Vuoi conoscermi meglio?” inarcò un sopracciglio con fare un po' scettico, ma non sembrò infastidita, quasi curiosa, perciò proseguii dondolando leggermente su me stesso per scaricare il nervosismo.

“Sì, mi piacerebbe... avevo sempre sperato di incontrarti fuori da lì, in quel momento lavoravamo entrambi, perciò...”

Mi guardai intorno mentre aspettavo la sua risposta, ed intanto notai dei dettagli ai quali non avevo fatto particolarmente attenzione, entrando, come l'odore pungente di zagara, la sistemazione dei profumi e dei prodotti, ed infine i vestiti di Ririn, che avevo notato ma senza dargli troppo peso: aveva un vestito celeste quel giorno, che sembrava superare leggermente il ginocchio e che lasciava le sue spalle scoperte. Era bellissima, ma totalmente diversa dalle volte in cui la vidi al Luxure.

When a flame dies ☽ 𝙼𝙾𝙽𝚂𝚃𝙰 𝚇 ☾ ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora