14. Voglio che tu mi creda

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Kihyun's pov

Stavo sistemando i miei capelli con della cera – giusto nel punto sopra le sopracciglia – da circa un quarto d'ora, in maniera tale da trovare la perfetta acconciatura, che avevo voglia di sfoggiare quel pomeriggio. Mi sentivo agitato come un ragazzino alle prime armi, ma in quel momento, effettivamente, constatai che in parte era così per davvero: non avevo mai vissuto le mie prime esperienze come una persona qualunque. Non avevo mai avuto un appuntamento con una ragazza – né tanto meno con Ririn – e non avevo mai dato un primo bacio memorabile, perché neppure ricordavo a quando e a chi risalisse, il primo. La mia prima volta avvenne con una donna con sette anni in più di me: una ex dipendente di mio padre, che trovò un ragazzino di sedici anni nel posto giusto ed al momento giusto, in piena fase ormonale e con una terribile voglia di sfrenare quella tappa. Non c'era amore, e di conseguenza non sperimentai mai la delicatezza, perché lei non ne aveva di certo bisogno.

Kihyun crebbe così: crebbe senza divieti ma con milioni di obblighi sin da bambino, crebbe senza amore ma con un'infinità di donne intorno a lui, crebbe senza delle figure genitoriali, quasi, ma sperimentò cosa significasse provare amore paterno prima del normale.

Bruciai sempre le mie tappe in fretta ma con indifferenza, perciò, in quel momento, per la prima volta, mi sentii quasi in ritardo con i tempi, perché a venticinque anni – a breve ventisei – non avevo ancora portato una ragazza ad un appuntamento.

Constatai tra me e me – mentre mi preparavo – che lei avesse già avuto un appuntamento – o qualcosa di simile – con Jungkook, e riflettei successivamente sul fatto che sicuramente fosse successo anche con Taeyong, conoscendolo. Tentai comunque di non farmi prendere dallo sconforto, perché questa cosa non significava assolutamente nulla, perché Ririn mi aveva detto un'infinità di volte che non avesse mai amato nessuno quanto amava me, perciò partivo già avvantaggiato. Eppure, questo, non placò la mia agitazione.

Erano passati due giorni dal nostro chiarimento, ed era arrivato il momento di far avverare quella famosa promessa che le avevo fatto quella notte.

Mi guardai un'ultima volta, quando mi resi conto del fatto che, oggettivamente, stessi abbastanza bene, con il mio maglioncino verde chiaro sopra la camicia della medesima tonalità, ma più scura. Presi perciò un respiro profondo, spruzzai il profumo e mi avviai verso il salone principale del Luxure, in cui sapevo che Ririn mi stesse aspettando.

Quando arrivai lì, constatai due cose: la prima, che io e Ririn fossimo inconsapevolmente abbinati, perché il suo vestito era verde pistacchio, così come le sue scarpe; e la seconda, che il fatto che in quel momento fosse insieme ai ragazzi, potesse far scaricare un po' la mia ansia.

“Oh, sei pronto?” mi domandò lei, riferendosi naturalmente anche a Jangmi, che stranamente si trovava nel suo passeggino e non in braccio ad uno dei nostri amici “Ti stavamo aspettando”

“Siete bellissime” sorrisi spontaneamente, ignorando gli sguardi insistenti dei nostri amici “Va bene, allora, se non vi dispiace – e anche se vi dispiacesse, non sarebbe un mio problema – mi riprendo la mia donna, nonché futura moglie, che voi come al solito mi avete rubato”

“La tua donna? Futura moglie? Che succede? Hai sbattuto la testa?”

“Fottetevi tutti” risposi con calma, alle simpatiche domande di Hyungwon “Andiamo, amore?”

L'espressione di Ririn fu ciò che di più appagante potessi mai vedere in tutta la mia vita. Tutti erano stupiti, sconvolti, con gli occhi sgranati e le sopracciglia talmente in alto da sfiorare quasi l'attaccatura dei capelli, ma lei superava tutti loro.

Non volevo portarle in un posto scontato, soprattutto dopo aver saputo che con Jungkook andassero al parco. Probabilmente ero ancora un ragazzino immaturo, questo era innegabile, ma nel profondo del mio cuore sentivo una necessità intrinseca di fare di meglio, di lasciare qualcosa di indelebile dentro di lei, di dovermi impegnare al cento percento. La mia scelta, perciò, non fu dettata solamente dal luogo particolarmente piacevole, bensì, da dei ricordi ai quali ero legato sin da bambino, che avrei voluto condividere con lei e con Jangmi.

When a flame dies ☽ 𝙼𝙾𝙽𝚂𝚃𝙰 𝚇 ☾ ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora