Three months later

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*Chelsea*
Vengo svegliata da qualcuno che bussa insistentemente alla porta.
Oh cazzo.
Oggi c'è l'udienza!
Scatto in piedi e mo infilo il tailleur pantalone grigio. La camicetta bianca comprata qualche mese fa fatica a chiudersi sul petto, sono cresciuta!
Menomale che i polsi sono ben coperti, non voglio che Mika veda i tagli, i segni indelebili di questi ultimi tre mesi. Finisco di vestirmi e inforco gli occhiali. I capelli ormai mi arrivano poco più in su della vita.
Apro la porta aspettandomi di trovare Filo, invece c'è Sarah, l'altra ragazza.
《Forza!》 Mi incita sorridente, e io, felice come non lo ero da mesi, sorrido e la seguo dentro la macchina.
*Mika*
Non ho dormito, ma proprio zero. Continuo a sbadigliare finché non arriviamo al tribunale, dove resto in piedi a camminare avanti e indietro, poi la vedo.
È più alta, e ora ha delle forme.
Voglio dire, prima era piccola e minuta, dritta come un tronco, invece ora ha una linea morbida sui fianchi, e il mio sguardo non può fare a meno di posarsi sul suo petto, dove i bottoni della camicetta quasi esplodono.
I capelli sono lunghi, molto più di prima, che le arrivavano alle spalle, ma sempre riccissimi. Il suo sguardo incrocia il mio e spalanco le braccia. Lei, incurante della gente che la fissa, mi corre in braccio, il suo volto affonda nella mia spalla e singhiozza violentemente. La bacio, non vorrei staccarmi mai più, ma poi lei si allontana per guardarmi. I suoi occhioni brillano, e immagino che anche i miei siano così...
*Chelsea*
Tre mesi.
Tre fottuti mesi che aspettavo di vederlo.
Ed eccolo lì.
Mi sta fissando, ha il volto emaciated ed è cresciuto. I riccioli morbidi sono sempre gli stessi, e mi prudono le punte delle dita dalla voglia di passarci una mano dentro.
Gli corro incontro, ci siamo solo io lui, e lui mi solleva da terra. Inspira il suo forte odore di... Mika. Il suo profumo, di frutta esotica. Mi bacia, le sue labbra così familiari sulle mie... lo guardo negli occhi scintillanti e sorrido, sopraffatta dalla gioia.
《Ehm... Chelsea》ci interrompe la voce purtroppo familiare di Filo.
《Certo. A dopo amore mio》dico con una smorfia, e gli do un ultimo bacio.
..
《La custodia di Chelsea Rose Franchetti va》mi sento come il premio di boh, Sanremo o che so io.
《Ai signori Penniman》Zuleika lancia un urlo e mi guarda, come anche Mika.
《Il 23 dicembre passerete a prendere all'Istituto Giovanile. Potete andare.》il 23. Tra una settimana. Corro da Mika.
《Torno a casa amore》mormoro tra le lacrime, e lui mi accarezza la schiena compiendo cerchi immaginari sulla stoffa della camicia.
《Franchetti muoviti. Ora.》mi fa Filo. Io lo fulmino con lo sguardo, e capisco che mi punirà.
È diventato fin troppo bravo a colpire dove i lividi sono nascosti dai vestiti.
Non mi hai mai violentata nel senso di violentata sessualmente, ma mi ha picchiata un sacco di volte. Ho ancora i segni all'altezza del reggiseno...
Mi scuoto.
Tutto questo è finito.
O quasi.
Forza Chelsea. Mi dico.
Si torna a casa.
.
Tomorrow
.
*Mika*
Entro furioso a casa, ho appena preso l'ennesima insufficienza. Sbatto la porta e entro in camera sbattendo i piedi, poi sento dei singhiozzi dalla porta vicino alla mia.
Entro e vedo Zuleika sdraiata a pancia sotto, la faccia affondata nel cuscino.
《Zu? Zuleika? Cosa c'è? 》 le chiedo preoccupato.
Le appoggio una mano sulla schiena e singhiozza, allora mi siedo sul bordo del suo letto. La costringo a girarsi e a guardarmi negli occhi. Mi irrigidisco vedendo com'è ridotta.
Ha il labbro spaccato, il naso pieno di sangue, un ematoma scuro sullo zigomo destro e l'occhio sinistro ha preso una brutta sfumatura violacea.
《Chi è stato?》chiedo, la vice serissima che sorprende persino me.
《L...l... Lorenzo》dice, e scoppia in lacrime.
La stringo a me, poi la tengo per le spalle e la allontano.
《Cos'ha detto la mamma?》le domando.
《L...lei non lo sa》balbetta.
《Vieni che ti do una ripulita》le week prendo per mano, poi la porto in bagno.
Si siede sullo sgabello e io prendo una lavette, la intingo nell'acqua calda.
Mi inginocchio di fronte a lei e le lavo via il sangue dalla faccia, poi mi siedo sui talloni.
《Come è successo?》le parole escono dalle mie labbra senza che quasi me ne accorga, e con un tono preoccupato che ho sentito usare solo da mio padre quando mi sgridava perché non reagivo mai alle botte.
《Io... Lui... eravamo in cortile》comincia.
《Io gli ho detto che mi piaceva, e lui mi ha preso per i capelli, e davanti a tutti mi ha sbattuto la faccia contro l'albero, poi ha cominciato con le mani... pensavo di morire, mi ha abbandonata che sputato sangue in mezzo al prato, per terra, che mi contorcevo per il dolore, e nessuno, nessuno, ha alzato un dito per aiutarmi. 》rabbrividisce. Io la stringo e lei mi affonda la faccia nel petto.
《È stato orribile》mormora, e io le accarezzo i capelli.
Lo so Zu. Mi è già successo. Solo che non avevo nessuno da cui andare a piangere quando succedeva.
Solo che, quando picchiavano me, io restavo immobile a testa bassa, e tornavo a casa, e nessuno faceva caso a me vorrei dirle.
Ma tutto ciò che riesco a dire, la voce incrinata dalle lacrime, è.
《Sst... ci sono io.》
《Grazie Mika.》risponde lei, e una delle mie lacrime le bagna o capelli castano scuro.

La storia di Chelsea e MichaelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora