Il primo giorno via.

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*Chelsea*
Nel mio sogno c'è Mika, lo vedo che mi le spalle da lontano e gli corro incontro, ma più corro verso di lui e più lui si allontana, allora provo a gridare, ma è come se fossi in acqua, sto affondando, la pressione mi comprime e i polmoni stanno per implodere...
Scatto a sedere ansimando, sudata fradicia, le mani che tremano.
Sono le sei, faccio una doccia e guardo nell'armadio i vestiti che mi hanno procurato. Scelgo un un golf beige a maniche lunghe che lascia le spalle scoperte e dei jeans grigi strappati. Cerco di sorridere alla me stessa nello specchio, ma io risultato è più una smorfia e, scoraggiata, lascio perdere. Fisso per un ' interminabile minuto il ciondolo che ho al collo e sospiro.
Non ce la farò mai.
Scendo per andare a fare colazione dopo un tentativo fallito di riordinare i capelli in uno chignon, moooooolto debole con un sacco di ciocche ribelli. Scendo nella sala da pranzo e vado al buffet della colazione. Prendo una tazza e mi verso del caffè, mi guardo un po' intorno e scelgo un angolino appartato dove poter mangiare.
Il tempo è così lento...
*Mika*
Da quando Chelsea è in quell'istituto il tempo sembra essersi fermato.
Non la vedrò per chissà quanto tempo, le lezioni di scuola le farà lì.
Entro in camera e tiro un pugno al muro, sento le ossa scricchiolare, ma ignoro il dolore.
Quanto vorrei che Chel fosse qui...
Prendo lo zaino e tiro fuori il quaderno degli spartiti.
No, no... sono troppo allegri.
Devo sfogarmi, così decido di comporre.
Una nota, un'altra, e tutta la mia rabbia viene incanalata dalla matita direttamente sul foglio.
Mi siedo al pianoforte e comincio a cantare quelli che ho scritto.
"Baby, please don't leave me alone..." queste sono le parole che mi stanno distruggendo lentamente.
Prendo un respiro tremante.
Un altro.
Qualcuno bussa alla porta.
《Michael sono Yasmine...》comincia mia sorella.
《Cosa vuoi?》sbraito, e lei entra.
Chiude piano la porta e tira fuori una bottiglia da dietro la schiena. Birra?
《Lo so che non è ciò che si deve fare quando si è triste, però... a me aiuta.》stappa la bottiglia e me la porge. Io prendo un sorso, e l'alcool, al quale non sono assolutamente abituato, mi da alla testa. Barcollo.
Penso che sia stato in quel momento che ho cominciato a scrivere 'Lonely Alcoholic'.
Il resto, insomma, ci ho inserito la frase di prima.
Tomorrow
*Mika*
Mi sveglio, la testa che gira.
Cerco di tirarmi su, ma non riesco a vedere nulla così cado a peso morto sul letto.
《Michael? Alzati!》strilla mia madre, le sue urla mi trafiggono il cervello come punteruoli.
《Ahi...》mormoro massaggiandomi la tempia, e un conato di vomito mi costringe a vomitare nel letto.
《Michael cavoli! Alzati! ... aspetta, hai vomitato? Oh tesoro... ora pulisco》fa comprensiva dalla soglia della porta.
Merda.
Io tengo la mano sulla fronte che non accenna a diminuire il dolore.
Faccio una smorfia, lo stomaco sottosopra e il cervello che esplode.
《Mika, cos'è questa?》chiede mia madre tirando fuori dal cestino la bottiglia vuota di birra.
Okay, sono due bottiglie.
Oh va bene lo ammetto, ne ho bevuta una cassetta okay?
Lei vede che sto male per la sbronza e si siede vicino a me.
《Mika... lo so che fa male. Ma non devi affogare i problemi nell'alcohol. Promettimi che non lo farai più. 》Annuisco. Di certo non lo farò più, vedendo come sto male ora!
Comincia a pulire il vomito e mi porta un secchio. 《Grazie mamma.》sussurro, e lei mi bacia la fronte.
Don't worry my dear. She will be here with you soon.》mi rassicura, e se ne va.
Lei. Non posso non pensarla.
Lei è il mio tutto.
Non riesco a respirare senza i suoi occhi azzurri.
Mi manca da morire.
*Chelsea*
Finisco di fare colazione e salgo in camera, prendo i quaderni della scuola usati e pieni di disegni osceni e l'astuccio.
Poi prendo una foto di Mika, una bella foto piccolina fatta dalla vecchia Polaroid di Paloma che si è rotta la settimana scorsa.
Nella foto Michael sorride, i capelli scompigliati e le fossette in mostra, gli occhi che brillano.
Una lacrima mi bagna la guancia e mi affretto a asciugarla.
Non piangerò più.
Toc toc
《Sì? 》chiedo, e la porta si apre.
Entra Filo.
Chiude la porta a chiave e si fionda su di me.
Mi copre la bocca con la mano e con l'altra mi prende per il collo e mi solleva.
Non respiro.
Non posso respirare.
《Ascoltami ragazzina, per il tempo in cui starai qui sarai mia amica capito? Ora muoviti.》mi lascia andare proprio mentre stavi per svenire, e mi prende la faccia tra le mani, guardandomi negli occhi.
《Benvenuta all'inferno. 》mormora, ed esce.
Io esco dietro di lui.
Mika, ho bisogno di te.
Tomorrow
Metto una maglietta larga e dei leggins, oggi vado a correre! Raccolgo I capelli in una coda e esco dalla finestra, poi scendo dall'albero e me ne vado via.
Correre mi aiuta, mi aiuta a scacciare i cattivi pensieri.
Le scarpe sgualcite sull'asfalto mi aiutano a liberare la mente.
Poi, in lontananza, una figura.
Una figura alta, colorata.
Mi illumino d'immenso.
Accelero e lo raggiungo, Mika si gira al tocco della mia mano sulla mia spalla.
È messo male, emana un tanfo di alcohol, ha le occhiaie, la barba di giorni.
《Chelsea?》chiede la sua voce impastata.
Io gli getto le braccia al collo e lui mi solleva.
《Mi manchi》singhiozzo nella sua spalla.
《Tu di più》fa lui, la voce rotta.
Mi scansa e mi mette una ciocca riccia dietro l'orecchio, poi mi bacia, dolce.
《Chelsea!》esclama una voce purtroppo familiare alle mie spalle.
《Filo...》comincio.
《Non puoi vedere gente al di fuori dell'Istituto, ricordi? Ora vieni via.》mi prende per mano e mi trascina, mentre con la mente cerco disperatamente di aggrapparmi al ricordo di quel l'ultimo bacio.
《Ti amo》mormora, e io gli mando un bacio.
Voglio tornare a casa..

La storia di Chelsea e MichaelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora