La storia di Chelsea e Michael

I'm coming home

*Chelsea*
Mi aggrappo con entrambe le mani al tessuto morbido della lana del maglione di Mika, mentre lui mi solleva.
Inspiro forte il suo odore di cannella e frutta esotica.
Le sue mani mi tengono per i fianchi, poi mi allontana e gli prendo la faccia tra le mani.
《Nulla ci separerà più. Promesso.》dice solenne, e lacrime di gioia, molto diverse a quelle alle quali mi ero ormai abituata, mi rigano le guance, sgorgano copiose dai miei occhi.
Le nostre labbra si uniscono e sorrido.
Ora si che sto bene.
...
《Ora partiamo! 》annuncia Mika facendo irruzione in camera mia.
《Eh?》sono perplessa.
《Andiamo a sciare!》risponde lui.
Mi illumino.
《Davvero?》chiedo.
《SIIIIII!!》fa lui saltellando.
Sorrido e rifaccio la valigia, che ho appena svuotato.
Magliette, calzamaglie, tuta da snowboarder, cuffia... no aspetta, con quella ci parto.
Mutande, reggiseni, pantaloni. Ecco fatto!
Scendo le scale tirandomi dietro la valigia e lo zaino in cui ho i regali.
《Devo mostrarti una cosa!》dice Mika, gli occhi brillanti.
Mi porta in camera sua, disordinata come sempre, e apre una porta nell'armadio che, sono sicura, prima non c'era.
Entra e mi fa strada in un piccolo e angusto corridoio. He sbuca in una... saletta di registrazione?
Le pareti tappezzate di poster, un divano, un vetro che ci separa dai microfoni e un pianoforte, i cuscinetti da insonorizzazione... c'è tutto.
《Questa stanza è per te》mi sussurra.
《ci si può arrivare unicamente da camera mia e da camera tua. E le collega.》mi pizzicano gli occhi.
《Michael io... non ho parole》mormoro sfiorando le pareti.
Lui mi abbraccia e lo stringo, forte, perché ho paura che possa scivolare via dalle dita da un momento all'altro.
Later
*Mika*
Entriamo nel piccolo camper.
Io e Chelsea dormiremo (solo questa notte) nel letto a castello dietro, papà con Fortuné, mamma con Zuleika è Yasmine e Paloma insieme.
《Non preoccuparti. Abbiamo una casa, laddove stiamo andando》ho detto a Chelsea.
Lei mi ha sorriso, quel sorriso che mi ha fatto innamorare di lei.
Ora siamo sdraiati sul letto in basso, e la tengo stretta tra le mie braccia mentre guardiamo il paesaggio innevato. Lei si gira e la sua mano dolce mi accarezza la guancia, gli occhi fissi nei miei, i suoi hanno assunto delle screziature scure, come dei vetri rotti.
La mia mano si posa sulla sua e la stringe piano.
Chelsea.
Questo urla il mio cervello.
Chelsea, Chelsea, Chelsea...

~•Spazio autrice•~
E con questo minicapitolo, buonanotte!