That's what i like

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Reclinò la testa all'indietro, sfiorando per un pelo il muro su cui poggiava il suo letto.

Ansimò.

Sulle gambe era posto il cuscino che teneva fermo il telefono nella posizione perfetta affinchè lui potesse vedere le immagini che scorrevano, senza bisogno dell'utilizzo delle mani, che se ne stavano occupate a prendersi cura di una sua parte del corpo calda, dura, che in quel momento desiderava attenzioni.

Anche se avrebbe preferito che quelle mani morbide non fossero le proprie.

Tutti i ragazzi di diciotto anni guardano porno, certo, quella era la verità più pura, quasi innocente per quanto ironico fosse, che passava per la mente di Mattia, prima che, però, si rendesse conto di cosa lui desiderasse davvero. Non importava che gusti si avessero, quale fosse il genere di porno che permetteva all'orgasmo di salire prima, per un adolescente maschio qualunque, alle prime esperienze e che deve imparare ancora a conoscere il proprio corpo, quel che importa è eiaculare.

Giusto?

Eppure Mattia non stava visitando quel genere di sito, non aveva cercato delle donne succinte scopate da degli omoni, che le fanno venire toccandogli il seno, penetrandole e sfiorandogli il clitoride.

No.

Decisamente no.

O meglio, una volta sarebbe stato così. Una volta era così, ma non più.

Tutto per lui cominciava con i vecchi video delle esibizioni di quello che nella vita di tutti i giorni avrebbe definito come il suo migliore amico. Lo osservava ballare senza maglia, a volte con delle culotte che gli fasciavano il sedere sodo e ben scolpito e quello che era iniziato come un semplice momento di nostalgia, finiva con lui che doveva tenere a freno l'eccitazione che gli cresceva tra le gambe. Svariati erano stati i primi tentativi di imporsi di non toccarsi, quante volte erano stati i momenti in cui era anche scoppiato a piangere da solo in camera, pensando a quanto si vergognasse a fare una cosa simile a Christian, il suo vecchio compagno di avventure, colui che aveva reso l'esperienza dentro ad "amici" meravigliosa. Alla fine, però, dopo i tentativi, la voglia di impedirselo, gli occhi annebbiati e i dispositivi elettronici sbattuti via con ferocia, non ce l'aveva fatta più a reprimere quel desiderio cieco che cresceva dentro di lui.

Christian era oggettivamente bello.

A partire dai suoi occhi strani, in cui ogni colore poteva riflettersi;

la pelle diafana, ma che una volta abbronzata diventava colore del caramello;

i capelli corvini che circondavano il viso dalle linee rigide, mascoline;

le lentiggini, che Mattia avrebbe voluto tanto baciare una ad una, per poter assaporare il gusto di quella pelle che tanto desiderava.

Ed erano proprio quelle piccole macchie che segnavano il corpo di Christian, che lo avevano fatto cedere. Le notava. Le notava ovunque. Non erano solo sul suo viso, ma anche sparse per tutto il corpo, anche se da quelle immagini all'interno di un telefono o di un computer, non potevano essere notate, perché impercettibili. Solo il suo occhio da osservatore troppo affamato le aveva notate, lui che dentro al programma ci aveva passato così tanto tempo, lo aveva seguito ovunque, ci aveva parlato di qualunque cosa, gli aveva confidato tutto, e lui stesso che aveva approfittato di tutti quei momenti per situazioni future come queste, in cui si perdeva nella valanga dei ricordi, del suo corpo che lo tocca durante le prove, i muscoli contratti del suo ventre, le prese, le sue mani calde e solide.

Mattia ansimò chiudendo gli occhi, venendo scosso da un brivido partito dal punto più sensibile della propria erezione che cercava di toccare il meno possibile, così da poter godere sempre più di quel momento tutto suo, perché una volta terminato, una volta che sarebbe dovuto tornare alla vita reale, si sarebbe vergognato di tutto quello.

Raccolta OS [Zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora