Ti amo

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Non era semplice.

No.

Non lo era per niente.

Non era per nulla come credevano sui social. Proprio per niente. Non era stato così fortunato da riuscire a dire in tempo i propri sentimenti a Christian, anche se sperava con tutto se stesso di averglielo dimostrato nei cinque mesi passati uno accanto all'altro, sempre insieme, fianco contro fianco, con nulla che era riusciti a separarli.

Avevano litigato, avevano pianto da soli, ma alla fine si erano sempre riabbracciati, erano tornati ad essere l'uno la spalla dell'altro e dio sa solo quanto l'ultima settimana nella casetta per Mattia fosse stata una manna dal cielo, quanto fosse stata importante, quanto avesse sentito Christian come non mai. Si era permesso di osservarlo tanto, a lungo, e aveva notato la stessa cosa nell'altro. Gli sorrideva sempre, lo seguiva con lo sguardo e si lasciava toccare nei modi più innocenti con cui Mattia aveva la necessità di imprimersi sulla pelle dell'altro.

E poi era stati strappati.

Divisi.

Danneggiati.

E aveva osservato Christian per settimane straziarsi l'anima per qualcosa che non ammetteva, esattamente come gli aveva detto il loro maestro quando aveva deciso di convocarlo in saletta, durante un day time. Mattia aveva guardato la televisione attentamente, con il cuore in gola, con un nodo nel petto che non gli permetteva di respirare bene e con le mani che tremavano. Aveva osservato il suo Christian rimanere rigido, non scomporsi, nemmeno quando Todaro aveva parlato chiaramente, gli aveva esposto quale fosse secondo lui il vero problema.

Perché si, le critiche, le classifiche ingiuste, facevano stare male Christian, ma nel profondo del cuore, il vero motivo per cui il moro non riusciva più ad affrontare quelle situazioni a pieno petto era una sola: l'assenza di Mattia.

Aveva osservato il proprio amico ammetterlo, girarci attorno qualche istante, ma poi dirlo che gli mancava e il suo cuore si era lacerato ancora di più, mentre dagli occhi delle lacrime calde andavano a bagnargli il viso.

Daniele lo aveva osservato in silenzio, mentre piangeva, seduto accanto a lui sul divano del salotto e quando il day time si era concluso, gli aveva poggiato una mano sulla spalla, supportandolo mentre si lasciava andare e scoppiava, mentre lasciava che i singhiozzi gli scuotessero il petto, in preda a quel sentimento che non poteva essere vissuto, che non poteva essere urlato, come avrebbe avuto voglia di fare.

Quel pomeriggio Daniele non lo lasciò solo nella propria stanza, ma rimase con lui a fargli compagnia, senza chiedergli di parlare, senza consolarlo, ma con un libro davanti mentre studiava e solo questo piccolo gesto, riempì il cuore di Mattia, notando il fatto che il fratello avesse capito tutto, ma avesse deciso di rispettare questo suo segreto, facendo finta di nulla.

E forse, pensò, che Daniele fosse molto più maturo di lui in questo aspetto.

Così le settimane passarono e tra una difficoltà e l'altra, un'indecisione e l'altra, Christian ottenne la maglia del serale, regalando un pomeriggio di festa per Mattia, che non riuscì a non andare a guardare tutti gli edit e le foto dedicate al moro. Tutti erano molto fieri di lui, chiunque sui social festeggiava per l'entrata di tutti i ragazzi al serale, del fatto che da settembre alcuni si sudavano quella maglia e alla fine ce l'avevano fatta. E Mattia sapeva che sarebbe dovuto essere felice anche per Carola, Luigi, Alex e tutti gli altri, ma la propria mente, il proprio cuore, provava una gioia immensa solo grazie alla consapevolezza che quella maglia dorata la stessa vestendo lui, Christian, e che tra qualche mese lo avrebbe potuto davvero vedere come il vincitore di quel programma, che a lui aveva tolto, ma aveva anche donato tanto.

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