I wanna be yours

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Il sole del tardo pomeriggio entrava dalla finestra rendendo momentaneamente impossibile l'utilizzo del suo occhio destro. Faceva caldo in quel posto, un caldo infernale, forse dovuto all'inverno che imperversava fuori e il riscaldamento eccessivo all'interno. La sua felpa, insieme al piumino, giacevano accanto a lui, sul divanetto, da quando era arrivato, sicuro riparo quando avrebbe dovuto affrontare quella tormenta che si presentava all'esterno. Mattia sbuffó, portandosi una mano a coprirsi il volto, mentre cercava di terminare la lettura di quella pagina del testo che avrebbe dovuto imprimersi a fuoco per il test imminente. Si grattò la nuca nervosamente quando, dopo essere arrivato alla fine della pagina per la terza volta, si rese conto di non aver ancora compreso il suo contenuto. Eppure il giovane biondo dagli occhi color del cielo non aveva mai avuto di questi problemi in tutti gli anni della propria carriera scolastica. Per questo si ritrovò a sbattere il libro chiudendolo e voltando il viso verso il centro della stanza.

Si trovava in un bar, il posto che gli era sembrato più adatto per unire la propria voglia di un buon cappuccino e l'ansia per quelle pagine che non riusciva a farsi entrare nella mente.

E fu allora che lo vide.

In realtà si chiese come non avesse fatto a notarlo prima.

Se ne stava ad un tavolo di distanza dal proprio, a smanettare sul PC, mentre la luce del tramonto colpiva sul volto anche lui, che però non sembrava badare minimamente a quel dettaglio, forse perso nei suoi pensieri, per un test come quello che avrebbe dovuto affrontare lui a giorni. Ma nonostante il suo sguardo fisso sullo schermo, Mattia si perse nell'osservare quei capelli castani, ricci e stretti da una bandana bianca. E poi il suo sguardo corse lungo il collo affusolato del ragazzo, lì dove la giugulare splendeva in risalto su quel corpo tonico e ben allenato.

Allora si immaginò quante ore quel ragazzo passasse in palestra, quanti pesi sollevassero quelle braccia che vedeva spuntare appena da sotto la maglia a maniche corte nera che gli fasciava il tronco e quanti manubri avessero stretto quelle dita affusolate che si muovevano ritmicamente sulla tastiera.

Chissà come potrebbero essere dentro di me.

Mattia deglutì sonoramente, ritrovandosi con la bocca leggermente aperta, mentre la propria mente si era ritrovata a formulare quel pensiero ancora prima che se ne potesse rendere davvero conto. Strinse le mani attorno al libro su cui avrebbe dovuto porre tutte le sue attenzioni e trattenne il fiato, mentre immaginó di avvicinarsi a quel ragazzo e chiedergli di portarlo nella sua stanza per placare quella fame. Forse gli avrebbe persino fatto tornare la voglia di studiare se tutta quella frustrazione sessuale lo avesse abbandonato.

Fu per questo inopportuno percorso seguito dalla sua mente, che distolse lo sguardo, frizionando le gambe tra di loro, cercando un po' di sollievo in quella situazione imbarazzante che aveva tra le gambe. Non conosceva quel ragazzo, non lo aveva mai visto a lezione e non sapeva nemmeno se frequentasse la sua stessa università, ma voleva prenderglielo in bocca, senza giri di parole, magari senza nemmeno conoscere il suo nome.

Anzi, magari si, così avrebbe potuto urlarlo una volta che il suo cazzo gli avrebbe fatto raggiungere l'orgasmo.

Sgranó gli occhi nell'apprendere il proprio pensiero e chiuse gli occhi, cercando di riprendere fiato, mentre tentava di tornare lucido, dato che si trovava in quel bar da ore per un solo scopo: studiare. Così riaprì gli occhi, mentre quella luce invernale di fine giornata, si assopiva totalmente e venivano accese automaticamente le luci del negozio, rendendo ancora più tranquilla l'atmosfera già calda della stanza. Ritrovandosi boccheggiante, chiamò a se un cameriere e gli chiese di portargli una bottiglietta d'acqua. Tra il caldo presente nella stanza e la direzione poco opportuna dei propri pensieri, Mattia sentiva la propria testa leggera, fin troppo. Eppure, voltandosi alla ricerca del cameriere a cui aveva chiesto l'acqua, non lo vide tornare velocemente con la sua ordinazione. Sbuffò sonoramente, mentre la sete e la sensazione di leggerezza alla testa, aumentavano sempre più e quasi non urlò quando si rese conto del motivo per cui il ragazzo ci stesse mettendo così tanto a portare una semplice bottiglia.

Raccolta OS [Zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora