Capitolo 11

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Emily POV.

Le passi le dita tra i sottili capelli biondi e bevi un altro sorso di quel liquore così buono, che scende giù che è una bellezza. Me lo ricordo, lo portò Liam una volta che venne a casa nostra. Tu facesti quella faccia strana, storcesti il naso, perché non ti era mai piaciuto il Whisky. Lo poggiasti sul tavolo e ringraziasti comunque Liam. Eravamo sposati da pochi anni, Chyler aveva due o tre mesi. Avevamo fatto quella cena deliziosa e poi quando gli ospiti se ne andarono, ci sdraiammo sul divano e bevemmo il Whisky.

Dio come era buono.

Quando ho traslocato da Niall ho dimenticato di prenderlo. Ma ora vedo che ti sta tornando utile. Tu e Anne con la mia bambina. Parlate, lei leggete e siete una vera famiglia. Chyler è più figlia di Anne che mia. Odio pensarlo, ma è evidentemente così. Io sono rossa, tinta, ma pur sempre rossa e lei è bionda, bionda come Chyler. Mia figlia ha lo stesso colore dei miei capelli, ma anche di quelli di Anne.

Mi infilo la sigaretta in bocca e continuo a camminare. Devo smetterla di fermarmi davanti alla finestra della casa di Jesse quando vado in ospedale a piedi.

Oggi è il grande giorno.

Il giorno più importante della mia vita.

Oggi renderò la voce a Zayn.

-

Zayn POV

Allungo un po’ il braccio per arrivare al comodino. Mia sorella mia ha portato il mio quaderno e finalmente ho un po’ di tempo per scrivere. Lo apro dove ho lasciato il segno.

Merda.

Avevo messo l’anello tra le pagine del mio quaderno. E’ un anello particolare, sottile, in oro bianco, intrecciato. L’anello di famiglia.

Mi ricordo di quando l’ho messo qui. E’ stato due mesi prima che lei mi lasciasse. Mi ero deciso a sposarla, ma poi non ricordo perché non gliel’abbia dato.

Mia nonna me l’aveva dato quando avevo solamente diciassette anni, dicendomi che dovevo darlo alla donna che mi avrebbe salvato la vita. In qualche modo mia nonna leggeva il futuro.

Mi ero illuso che fosse Ellen. Lei mi aveva salvato dai miei aggressori, mi aveva portato in ospedale, mi aveva curato e protetto.

Dio quanto l’amavo.

La nostra sembrava una favola.

Lei era la mia principessa e io il suo principe. Vivevamo nel nostro castello in centro a Londra e andava tutto bene.

Poi lei ha iniziato a girare film, a diventare famosa, e io ho iniziato a fare concerti in Giappone, in Cina, dall’altro capo del mondo in pratica. E ci vedevamo raramente e io non ho fatto niente per tenermela stretta, perché ero così innamorato di lei che credevo, mi illudevo, che lei lo fosse di me quanto io di lei. Dovevo darle prima l’anello, farla mia prima.

Prima che arrivasse Harry e che me la portasse via. Che la sposasse lui che adottassero un figlio insieme.

Ero così concentrato sull’amarla alla follia, sul regalarle gioielli da migliaia di sterline che non sapevo che fosse sterile.

Dio quanto mi sento male.

Mi sento male per lei, perché dev’essere stata una tortura starmi vicina per così tanto tempo, cercando in me soltanto una cosa, cioè il matrimonio, una promessa per sempre, lei voleva fare solo una promessa. E io continuavo a vederla cinque minuti o nello schermo del computer e lei mi sorrideva, mi diceva che stava bene e io mi illudevo che così fosse veramente.

Per fortuna ha trovato la sua promessa in Harry. Sono contento che ora lei sia felice, ma oggi lo sarò anche io.

Da oggi voglio essere felice anche io.

Voglio vendere quella casa uggiosa e prendere un nuovo appartamento, voglio vendere l’unica cosa che ancora ci lega.

Mi rigiro tra le mani l’anellino in oro bianco e fisso costantemente il diamante incastonato. E’ un anello talmente sottile che può stare tra le pagine del mio quaderno senza dare troppo nell’occhio.

Un anello talmente sottile agli occhi di migliaia di persone non vale niente.

Per Ellen sarebbe valso più di una miniera di diamanti, ma io non ci pensavo, o forse avevo paura a impegnarmi. Ma adesso sono più maturo e sono pronto a darlo alla donna che amo.

L’infermiera e la specializzanda di Emily sono venuti a prepararmi per l’intervento. Sento i minuti gocciolarmi addosso, li sento scivolare via veloci, silenziosi.

La grande ora si avvicina.

Forse mi sono dimenticato come si fa a parlare, a cantare.

Questa è la mia più grande paura, non poter più cantare.

Come potrò dirle ‘ ti amo ’ senza le parole?

Come farò sognare migliaia di persone senza le parole?

Eccola che arriva, ha il camice scuro e sopra un altro coso, non so come si chiama. Ha la cuffietta verde lime e i suoi capelli rossi sono nascosti dentro di essa.

Mi sorride e i suoi grandi occhioni verdi splendono alla luce della stanza.

“Sei pronto?” Annuisco e sorrido, sperando che anche lei continui a farlo. E per un po’ rimaniamo così, a fissarci negli occhi e a sorridere all’ignoto, alla speranza, alla fortuna.

Chiudo gli occhi e appoggio la testa sul cuscino lasciandomi trasportare da lei.

Quando mi stanno iniettando l’anestetico penso all’anello che ho lasciato nel quaderno.

E sorrido al futuro.

Ho dedicato questo capitolo esclusivamente ai pensieri di Zayn e Emily prima del grande intervento. 

Ho scritto l'intero capitolo in meno di un'ora e ne sono molto soddisfatta.

Un bacione e Buona Pasqua!

Restart

Hear my voice || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora