Capitolo 19

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Allora, questa volta metto le note sia all'inizio che alla fine.

Innanzitutto voglio dire che mi dispiace per essere "stata via" per tre mesi, ma come spesso ho detto, l'ispirazione scarseggiava. Finché un giorno ho capito che capitolo volevo scrivere e l'ho buttato giù.

I protagonisti assoluti sono Harry e Ellen. Qui spiegherò la loro storia e quindi è un capitolo "frammentato" perché parla di più avvenimenti accaduti nei quattro anni in cui sono stati insieme. Inoltre non è lungo come i precedenti ma un pochino più breve

Non voglio dilungarmi troppo, vi lascio al capitolo, un bacio.

*

Villagers - Nothing Arrived

Harry scostò la tenda color panna e si affacciò alla finestra che dava sul grande giardino. Era una bella giornata. Il sole brillava nel cielo pulito, dove neanche la più debole delle nuvole accennava a sbucare fuori. Se non fosse per tutto il dolore che si portava dietro sarebbe stato felice. Ellen lo era sempre nelle giornate di sole.

In un certo senso Ellen era il suo sole.

E adesso che lei non c'era più, per lui non c'era sole che reggesse il confronto con lei.

Richiuse le tende e si guardò attorno. La stanza, la sua camera da letto era rimasta come l'aveva lasciata lei qualche giorno prima. Ad Harry gli parve così strano e doloroso il fatto che solo tre giorni prima Ellen stesse svuotando l'armadio alla ricerca dell'abito perfetto per il gala a cui erano stati invitati. Solo tre giorni prima.

Il letto era sempre sfatto, alcuni vestiti erano ancora buttati sulle lenzuola sgualcite, un paio di sandali firmati erano stati lasciati ai piedi del letto. Harry poteva ancora sentire la sua presenza nella sua stanza. Se chiudeva gli occhi la vedeva sbuffare perché erano in ritardo e lei non trovava il collier di pietre azzurre che, a detta sua, era l'unico che si abbinasse all'abito che aveva indossato.

In quel momento Thomas entrò nella stanza. Indossava sempre il pigiamino verde coi dinosauri e si stropicciava gli occhi.

"Papà?" La vocina dolce era ancora impregnata di tristezza e malinconia. Harry lo guardò a lungo: Thomas aveva gli stessi occhi di Ellen. Lo sapeva che non poteva essere possibile però era così.

"Dimmi campione" Harry si accucciò sulle ginocchia per arrivare alla sua altezza.

"Voglio la mamma" piagnucolò il piccolo gettandosi addosso al padre che dal canto suo non sapeva come replicare. Anche a lui mancava. Troppo.

Aveva il cuore lacerato, faceva fatica a respirare e ancora si chiedeva come continuare a vivere. Come andare avanti ogni giorno sapendo che non l'avrebbe più rivista, non avrebbe più sentito la sua voce, la sua risata. Ellen l'aveva abbandonato nel peggiore di tutti i modi. E lui non riusciva a perdonarla per questo. Strinse il corpicino del figlio al suo petto più forte che poté.

"Papà però così mi fai male" bisbigliò Thomas cercando di liberarsi dalla stretta del genitore.

Harry lo osservò ancora.

Thomas sarebbe stato la sua ancora.

"Hai voglia di fare un viaggio?"

*

Quattro anni prima

Harry entrò a corsa nell'ascensore. Un secondo dopo e sarebbe arrivato tardi alla cena con Roxanne, quella psicologa americana con delle cosce da urlo. Sorrise alla ragazza che era in piedi accanto a lui e che gli aveva bloccato la porta dell'ascensore. Era carina, sì, ma niente di che. Viso troppo appuntito, gli occhi scuri e i capelli castani. Aveva un bel nasino, ma forse troppo magra e un pochino insulsa. Inoltre pareva avesse dodici anni.

Hear my voice || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora