Capitolo 27

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Maggio

«Mark, sei libero il 9?» gli occhioni verdi di Emily lo fissarono e lui la guardò curioso. Accanto a lei, Anne annuiva energicamente.

«Dì di sì» bisbigliava senza che l'altra se ne accorgesse.

Rifletté qualche secondo sui suoi impegni. Il 9 avrebbe dovuto passare la giornata coi suoi figli, ma a Sylvia non sarebbe sicuramente dispiaciuto passare qualche ora in più con loro.

«A regola sì» rispose lui e Anne alzò contenta i pollici. Lo sguardo di Emily invece s'illuminò di una luce brillante. Erano settimane che non la vedeva così felice e quindi così bella.

«Mi accompagneresti ad un matrimonio di un mio amico?» chiese candidamente, risvegliandolo dai suoi pensieri. Sbatté le palpebre un paio di volte cercando di comprendere meglio la situazione. Vide Anne annuire con un sorriso forzato sulle labbra e gli occhi sbarrati.

«Va... va bene» balbettò non proprio sicuro di quello che stava dicendo. Non metteva a fuoco la situazione, gli pareva parecchio paradossale. Emily lo ringraziò sorridente e se ne andò velocemente borbottando qualcosa su dei fogli da ritirare o dei consulti da fare. Anche Anne fece per andarsene, ma Mark la bloccò tenendola per un braccio.

«Mi puoi spiegare, per favore?» chiese a denti stretti e lei arrossì appena.

«Promettimi che non ti arrabbi» lui diventò sempre più confuso: che stava architettando? Non c'erano molte alternative e perciò dovette fidarsi e annuì piano

«Okay, prima di tutto mollami e andiamo in uno posto più sicuro» lo fece andare sulle scale di servizio. Si mise a sedere sugli scalini mentre lui stava in piedi davanti a lei con le sopracciglia aggrottate. La donna si schiarì la voce e prese parola.

«Emily ha già chiesto a tutti se potevamo accompagnarla a questo benedetto matrimonio del figlio di Ian. Noi ci siamo messi tutti d'accordo per tenerci occupati quel giorno. Jesse ti ha messo il giorno libero apposta» spiegò con calma, gesticolando appena com'era suo solito. Quando ebbe finito guardò l'altro mordicchiandosi il labbro, sperando che avesse colto le sue intenzioni, anzi, le intenzioni di tutto il gruppo di amici di Emily. Ma lui sembrava ancora perplesso

«Continuo a non capire. Che cosa...» poi gli occhi gli s'illuminarono e parve comprendere. «Oh»

Anne sorrise contenta. «Mark, tu sei quello di cui ha bisogno Emily» iniziò. «Lei non lo sa. O almeno non lo vuole ammettere perché crede ancora che Zayn sia l'amore della sua vita e continua a colpevolizzarsi per il fatto che l'abbia tradita. Mark, lei ha bisogno di ricominciare»

Il plastico voleva essere furioso con tutti quelli che si erano messi d'accordo per una farsa del genere. Perfino con Jesse e Niall che parevano gli unici sani. Ma non trovava un pretesto che reggesse. La sola idea di poter aiutare Emily ad uscire dalla relazione malata che aveva con quel cantante che le aveva spezzato il cuore, riempiva il suo.

Negli anni successivi si chiese parecchie volte come quella donna era riuscita ad entrare nel suo cuore e nella sua mente in maniera così prepotente, così assillante, così fastidiosamente piacevole. Si chiese come aveva fatto ad innamorarsi così velocemente – una sola notte era bastata – di lei.

Non si sa se trovò mai la risposta a queste domande.

«Okay, ho capito. Va bene, vado» concluse mestamente, ottenendo uno stretto abbraccio di ringraziamento da parte di quella che avrebbe potuto chiamare, negli anni a venire, un'ottima amica.

9 maggio

Sento il clacson dell'auto di Mark arrivare forte e chiaro dalla finestra di camera mia. Mi affaccio e lo vedo in piedi, appoggiato allo sportello, gli occhiali scuri posati sul naso e penso che più bello non possa essere. Mi sembra di essere tornata indietro di vent'anni, di essere ritornata la diciassettenne che deve andare al Prom con il più fico della scuola. In realtà ci andai con mio cugino Laurence che di fico aveva ben poco. Gli faccio cenno di aspettare qualche minuto e mi sbrigo a infilare lo stretto necessario nella pochette che mi ha prestato Alicia. Scendo frettolosamente al piano terra, tenendo tra le mani lo scialle di seta, la borsa e i tacchi. Ad aspettarmi in fondo di scale c'è mia cognata con Emma in braccio. Lei e mio fratello abitano qui a Londra con me dalla nascita della piccola. James ha espresso il desiderio di trasferire il suo studio qui e io non potrei essere più felice di averli qui vicino a me.

Hear my voice || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora