Capitolo 8

144 5 0
                                    

Emily POV

Non mi stacco per non ferire i suoi sentimenti. Li ho già feriti già abbastanza, anche se non a lei.

“Da quanto va avanti?” le chiedo allontanandomi.

“Da un po’” risponde abbassando ferita lo sguardo.

“Lo sai che hai imboccato un vicolo cieco?” domando e lei annuisce. La supero veloce ed esco da quella stanza che stava diventando opprimente. Cammino superando le infermiere che si parano davanti, cercando di essere meno scortese del solito con loro. Quando arrivo in sala d’aspetto per parlare con la madre della ragazza che è appena uscita dalla sala operatoria. Ma non c’è. Il suo posto è stato preso dalla stupida amante di Harry. Mi avvicino a lei con grandi falcate, cercando di mostrare un sorriso tirato.

“Harry non può venire adesso” le dico secca, chiara. Lei alza lo sguardo dal libro che stava leggendo e mi fissa con i suoi grandi occhioni scuri. Accenna un sorriso, mentre si passa la mano sui capelli castani, appena piastrati. Sembra una dea greca, bellissima, splendente.

“Non sono qui per Harry. Anzi volevo parlare con lei. Mia sorella, Josephine Benjamin, deve essere appena uscita dalla sala operatoria. La sua sala operatoria” e continua a sorridere.

“Esattamente” annuisco, spiazzata. “L’operazione è andata bene, la potrà vedere tra due ore” concludo, cercando di sviare da quella situazione in cui io avrei sempre perso.

“Oh non posso vederla adesso? Ho il volo per Parigi che parte tra due ore, per l’appunto” chiede, sbattendo le lunghe ciglia nere. Rimango a fissarla, quasi schifata per la sua stoltezza. 

“Ora Jo è sempre sotto sedativi. E’ inutile” rispondo acidamente. Lei abbassa lo sguardo, dispiaciuta. Si piega per raccogliere la borsa di Armani e fruga dentro di essa. Ne estrae un piccolo pacchetto rosso, infiocchettato.

“Dopodomani è il suo compleanno e io non posso esserci, perciò volevo lasciarle questo, posso?” la osservo dall’alto in basso, ma lei è superiore a me. Lei ha i capelli freschi di parrucchiere ogni giorno; lei ha le unghie laccate in modo a dir poco perfetto; lei ha un trucco che non cola neanche sotto un monsone.

“Va bene” acconsento e la conduco nella stanza di Jo in terapia intensiva. Ma così facendo, Ellen Benjamin passa davanti all’unica stanza che non doveva vedere. Si blocca, come se i suoi piedi fossero diventati blocchi in cemento. Rimane a fissare la camera privata di Zayn, con la bocca spalancata.

“Cosa ci fa lui qui?” domanda, girandosi verso di me. Mi mordo il labbro, avvicinandomi a lei, per prenderle il braccio e portarla dalla sorella. Ma lei rimane ferma in quella posizione.

“Non lo posso dire, signorina. Segreto professionale, mi dispiace” rispondo, meno dolcemente di quanto credessi.

“Me lo dica” ribatte testarda. Io faccio segno di no con la testa. Lei mi fulmina con lo sguardo ed entra nella stanza. Zayn sta dormendo. I suoi capelli scuri sono una matassa indefinita sul cuscino scuro. Le labbra socchiuse, gli orecchini, i tatuaggi.

Quando andai a vedere un suo concerto, quasi sei anni fa, era diverso. Era semplicemente un ragazzo. Lo si sentiva nella sua voce. Era calda e seducente, le sue canzoni erano speciali. Inutile dire che mi sono innamorata di Jesse con una canzone di Zayn. Era tutto così perfetto.

Odio l’imperfetto. E’ quel verbo così odioso che ti ricorda che quel bel momento è passato, ma non da tanto. Ti porterai, per tutta la tua miserabile vita, le ferite del passato, che sono raccontate all’imperfetto.

Ellen sta in piedi a fissare l’uomo, proprio come sto facendo io; gli occhi socchiusi, per evitare che delle lacrime colino, le labbra semiaperte, per cercare di parlare, ma le parole che si fermano sulla punta della lingua. E quelle parole non dette ti bruciano dentro per tutta la vita. Vorrei dire a Ellen di allontanarsi, di proseguire il percorso ed andare da sua sorella, ma quelle parole semplicemente rimangono rinchiuse dentro di me.

La vedo avvicinarsi al lettino, il passo cauto, cercando di non svegliarlo. Poggia la sua mano delicata e sottile su quella tatuata di Zayn e improvvisamente inizia a piangere in un pianto incontrollato. Le sue lacrime scendono veloci sul viso fragile, ancora giovane. Si porta i capelli dietro l’orecchio, mostrando una quantità eccessiva di orecchini, che partono dal lobo, per arrivare alla parte più alta. Mi avvicino anche io e finalmente riesco a vederla con chiarezza. Due righe di mascara nero appaiono sulla carnagione chiara.

“Scusa amore mio, scusa, perdonami” ripete sottovoce, una litania terribile.

“Cosa gli è successo? Ti prego Emily dimmelo! Tu ti ricordi di me, lo so. Sei stata tu la prima persona a consolarmi quando Zayn ebbe quell’incidente. Sono passati undici anni. Non riesco ancora a realizzare. Ti prego, Emily, aiutami. Poi non ti darò più fastidio” il suo sguardo è sincero. Non scorderò mai più il suo sguardo quando arrivò con l’ambulanza.

“Come stai?” mi avvicino alla ragazza che ha la testa nelle mani. Sono bellissime. Sottili, con qualche anello e completamente incrostate dal sangue. Piange come una bambina, dondolandosi.

“Starà bene?” mi domanda con voce rotta. Io annuisco, poco sicura.

“Ti porto a darti una ripulita” le propongo e stranamente acconsente.

“Non lo conosco nemmeno. L’ho trovato a terra, sembrava quasi in fin di vita” dice fissando il vuoto davanti a sé.

“Hai fatto la cosa giusta” la rassicuro con fare materno.

“Non so cosa abbia. E’ arrivato qui qualche giorno fa, senza un filo di voce. Dovrò procedere con una lunga e dolorosa per lui ricostruzione delle corde vocali, perché a quanto pare sono usurate” Ellen annuisce in silenzio.

“Grazie” mi sussurra. Ed esce dalla stanza. Vorrei seguirla, ma rimango fissa a guardare il mio futuro. Questo intervento metterà in ballo la mia carriera. Un errore e sono fuori dal mondo della chirurgia.

Mi abbasso in modo da arrivare all’altezza degli occhi chiusi di Zayn e gli poggio un leggero bacio sulla punta del naso diritto.

Rimarrà tutto un segreto, non ti preoccupare.

Le parole di quella sera mi rimbombano nella mente.

Hear my voice || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora