Ho un mal di testa infernale, è mezzogiorno e l'ultima cosa che voglio è andare al lavoro. Non ricordo nemmeno come sono arrivata nel mio letto. Dopo la litigata di ieri ho bevuto davvero troppo, ho piccoli frammenti di ricordi ma nulla di più. Come cazzo sono tornata a casa?
Simone. Oggi dovrebbe avere le prime prove, e la prima esibizione al pub con i ragazzi e Briga.
Briga, oh merda. Ora che ci ho pensato, ricordo che mi ha portato a casa.. in braccio. Credo di dovergli delle scuse, o un "grazie" probabilmente.
Continuo a pensare a ieri sera mentre mi alzo dal letto. Ho ancora quella sensazione strana in bocca, devo aver vomitato parecchio. Mi lavo immediatamente i denti, poi mi butto sotto la doccia.
Briga, Simone, la vodka. Tutto questo in un giorno, non poteva andare più di merda.
Mi asciugo e scelgo i vestiti, mi trucco leggermente come al solito e preparo il pranzo.
"Che figura di merda." Dico tra me e me, quando ripenso al mio invano tentativo di ieri sera di cantare la canzone di Mattia. Ricordo anche la sua risata, è un qualcosa di piacevole.
Mangio, preparo del caffè, perché onestamente ne ho proprio bisogno, prendo una pasticca per il mal di testa, controllo se ho tutto in borsa ed esco. Per fortuna che ho di nuovo l'auto ora.
Pensavo di inviare un messaggio a Simone per chiedergli di stasera, ma è meglio di no, così chiedo a Davide.
"Davide io stacco alle nove oggi, faccio in tempo a sentirvi suonare? Non dire niente a Simone, abbiamo litigato.. Per favore." Scrivo e invio, prima di mettere in moto la macchina.Una volta arrivata al bar, controllo il cellulare che avevo lasciato sul sedile del passeggero.
"Sì certo, iniziamo alle nove e mezza quando il locale è abbastanza pieno. Per quanto riguarda Simone, me l'ha detto. Per qualsiasi cosa, io sono qui lo sai." Mi scappa un sorriso mentre leggo. Decido che lo ringrazierò di persona stasera, anche perché sono quasi in ritardo.«Salve!» Saluto appena entro, vado dietro al bancone, poso le mie cose e indosso il grembiule.
«Carine le occhiaie.» Mi fa notare Carlo. Nonostante i quintali di correttore, sono ancora evidenti.
«Brutta nottata?» Chiede.
«Oh. Non immagini quanto.»«Dovevi esserci stamattina. Un tizio si è mangiato da solo sei cornetti.» Dice, mentre lava i bicchieri.
«Ne sarei capace anch'io.» Gli scappa un sorriso.
«Questo si sapeva.»Adoro il rapporto con Carlo, nonostante i suoi cinquant'anni ci si può parlare liberamente di qualsiasi argomento. Ed è molto più simpatico e divertente di tanti altri ragazzi più giovani.
Continuiamo a scherzare, sono le due e mezza e di clienti non se ne vedono molti, così ne approfitto per pulire un po' il bancone, prima che il bar cominci a riempirsi. Poco dopo, Carlo riceve una telefonata, credo si tratti di suo fratello se ho capito bene.
«Marika, per favore ragazza mia, so che chiedo tanto, ma potresti occuparti del bar? Ho una questione urgente, cercherò di tornare al più presto.» Come posso dirgli di no? Infondo lui ha fatto molto per me in questi anni.
«Figurati capo, prendi tutto il tempo che vuoi.» Mi ringrazia infinite volte prima di uscire dal locale. Un po' sono preoccupata, ha detto che era una questione urgente.Dopo aver servito qualche cliente, mi metto a lavare ciò che avevo usato.
«Hai cantato bene ieri sera.» Alzo lo sguardo. Mattia. Merda, mi è caduto un bicchiere.
«Tranquilla faccio questo effetto a molte.»
«Narcisista.» Commento, gli scappa una risata.
«Vuoi una mano?» Chiede poi, indicando i vetri a terra.
«No grazie.» Dico mentre prendo la scopa e raccolgo.«Briga.. Ehm.. Grazie per ieri..» Sono palesemente in imbarazzo, sento le guance arrossarsi.
«È stato un piacere, chiama quando hai intenzione di ubriacarti di nuovo, sai sei più divertente.» Veramente simpatico.
«Come facevi a sapere che lavoro qui?» Chiedo ora che ci penso.
«Hai farfugliato qualcosa ieri, sul fatto che non ti andava di venire.»
O mio dio.«Che dici, me la merito una birretta?» Chiede sedendosi sullo sgabello e appoggiando i gomiti al bancone.
Fortuna che per ora non ci sono clienti.
«Hai detto qualcosa ai ragazzi di.. Ehm.. Ieri?»
«Non credo dovrei.» Tiro un sospiro di sollievo mentre gli porgo la birra sussurrando un "grazie".«Vieni stasera?»
«Non posso mancare ma..» Mi fermo un attimo.
«Simone.» Continua lui, bevendo un sorso. Annuisco guardando il pavimento.«Perché non vuoi andare a vivere con lui?» Chiede all'improvviso. Resto un attimo stupita, poi ricordo di aver tirato fuori io l'argomento il giorno prima.
«Non mi sento pronta. Non mi va di parlarne.» Chiudo lì il discorso.«Stai bene?» Domanda idiota.
«Sì.»
«Come ieri suppongo.» Ha uno strano sorriso mentre continua a sorseggiare la sua birra.«Sai essere incredibilmente fastidioso a volte.»
«È la mia specialità.» Alzo gli occhi al cielo.
«Da ciò che scrivi non sembra.» Gli faccio notare.
«Quel lato lo riservo a pochi.» Si limita a dire, sembra quasi innervosito dalla mia affermazione.Entra un gruppo di ragazzi, Mattia si alza.
«Ti aspetto stasera.» Ed esce dal locale.Per fortuna, la questione con il fratello di Carlo non era niente di grave. Ho appena finito il turno, e mi accendo la mia solita sigaretta mentre salgo in macchina diretta verso il pub.
Appena entro i ragazzi sono già sul palco, Simone sembra non avermi notato, o comunque, ha fatto finta di niente. Davide e Lorenzo mi hanno salutato da lontano, Briga ha fatto un cenno col capo accennando un sorriso.
Mi metto in un angolo, appoggiata al muro, con le braccia incrociate. Appena partono a suonare, capisco che non è la stessa canzone che avevo già sentito.
"E questa qua lo so, non è la vita che vorrei, buttare il tempo per cercare quella che non sei."
Colpo al cuore. Simone. Sto sprecando il mio tempo con lui? Insomma, non sarà mai come vorrei. Non cambierà mai. E così non possiamo andare avanti. Sono cinque anni ormai. Mille pensieri nella testa mentre continuo ad ascoltare.
"Sapessi il tempo che ho lottato per avere un mondo, che non ho visto e mi hai levato in meno di un secondo."
Quando canta è l'unico momento in cui non mi viene di prenderlo a schiaffi. Ah, anche quando mi riporta a casa poiché non riesco a fare un passo senza cascare non è male. Mi viene da ridere a ripensarci.
"Se avessi i soldi acquisterei un po' di felicità, ma non ce n'è ombra e non si compra con facilità."
Sembra che il locale sia impazzito. È così diverso quando canta, sembra collegato direttamente al cuore di ogni singola persona che lo ascolta.
"Briga prima che muori, tirami fuori dai guai. [...] Lo sai che ci sto, lo so che ci stai."
Mi ha guardata, e sorrideva. I ragazzi sono intenti a suonare. Mentre lo ascolto mi sembra quasi di scordarmi di tutto il resto, persino di Simone, che si trova a pochi passi da lui. È come se, in qualche modo, Briga mi tranquillizza.
"Ti voglio e lo scrivo a lettere cubiche. E non ho più dubbi che rimani nei piani. Stravolgimi il domani, portami in alto come gli aeroplani."
Mi ha guardata, ancora. Stavolta ho avuto come l'impressione che stava cantando per me. O meglio, quella frase, era rivolta a me. Che stupida, dovrei farmi meno film. E l'ultima cosa a cui voglio pensare è Mattia.
Ci conosciamo solo da due giorni ed è solo stato gentile per avermi aiutata, niente di più.
Sono già abbastanza confusa di mio. Cosa dovrei fare con Simone? Adesso come dovrei comportarmi? Mi aveva detto di non cercarlo e mi presento qui. In fondo però non sono qui per lui, giusto? Dovremmo chiarire? O lasciar perdere? Troppi pensieri. È finita veramente ora? O lo è da un bel pezzo?
I ragazzi nel frattempo scendono dal palco e si dirigono verso di me, mentre si fanno strada tra i ragazzi che ormai stanno ballando oppure ordinando qualcosa. Sta venendo anche Simone. E ora? Forse ho sbagliato a venire qui.
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Rainbow. | Briga
Romance«Sai, c'è un vecchio film in bianco e nero, mio padre me ne parlava spesso quando abitavo ancora con loro.» Probabilmente sembro pazza, ha uno sguardo confuso. «È una specie di musical. E ad un certo punto la protagonista canta una canzone, in cui s...