Mattia's Pov.
È passata una settimana. Non l'ho più vista da quel giorno, e l'ultimo ricordo che ho di lei è mentre si bacia con Simone. Non che mi dovrebbe importare, ma non ha fatto la scelta giusta e la cosa mi infastidisce. Mi ero legato a quella ragazza e volevo vederla sorridere, ma la vita era sua, così come le sue scelte, e non posso cambiare niente.
Mentre fumo una sigaretta seduto sul divano del mio rifugio.. del "nostro" rifugio ormai, il mio sguardo andò a finire su quel buffo, e altrettanto splendido "disegno". Non è più la fine dell'arcobaleno senza lei. I miei problemi mi raggiungono anche qui ora.
Vedo il display del mio telefono poggiato sul tavolino di fronte a me illuminarsi. E mi scappa un sorriso quando vedo il suo nome.
"Dove sei?" Ha scritto.
"Nel mio posto preferito." Invio, sapendo che capirà.Se sta venendo qui, o era una semplice domanda quello non lo so. Ma mi ha cercato, ha voluto cercarmi. Avrei voluto chiederle tante cose, se stava bene, se era felice, se con Simone le cose andavano meglio. Ma forse avrei preferito non domandarle nulla, forse avevo paura delle possibili risposte. Forse mi ero lasciato trasportare troppo dai suoi occhi così dolci e dall'inconfondibile suono della sua risata.
Esco di fuori, sedendomi sulla sedia accanto alla porta. Non so perché, forse la stavo aspettando, forse speravo di vederla. Una macchina che non avevo mai visto nelle vicinanze cattura la mia attenzione.
C'era un biondo alla guida, e quella testolina che è stata sempre nei miei pensieri accanto a lui. Mi avvicino immediatamente, appena capisco che c'è qualcosa che non va.
«Che cazzo è successo?» Quasi urlo, aprendo lo sportello e tirando fuori Marika, stringendola forte a me. Nasconde la sua testa tra la spalla e il mio collo, sento la maglia bagnarsi a causa delle sue lacrime.
In quel momento realizzo quanto mi era mancato il suo profumo.
Il biondo mi guardava con un'espressione indecifrabile. Quando si allontana, realizzo di colpo.
«È stato lui?!» Ha un grosso livido che gli contorna l'occhio.
«Bastardo.» Sussurro a denti stretti, trattenendomi dal fare qualsiasi tipo di scenata.Prendo un bel respiro per calmarmi, Simone non la passerà liscia per questo, ma per il momento Marika ha bisogno di me e devo concentrarmi su di lei.
«Ci penso io.» Sorrido al biondo e lo ringrazio per averla portata da me, osservandolo mentre saliva in macchina dopo aver abbracciato la piccola ragazza ancora al mio fianco.
Alza lo sguardo incrociando il mio. «Avevi ragione.» Farfuglia, e i suoi occhi si riempiono di lacrime ancora una volta. Vederla così fa star male anche me. «Vieni qui.» Sussurro, attirandola ancora una volta contro il mio petto.
La prendo improvvisamente in braccio, tipo sacco di patate, e tiro un sospiro di sollievo quando sento, dopo quella che mi è sembrata un'infinità, la sua risata.
«Mettimi giù, idiota.» Ride ancora, cercando inutilmente di tirarmi pugni sulla schiena.La ignoro entrando in casa, per poi buttarla sul divano. «Stupido.» Sbuffa, per poi tornare a ridere.
«Sei meno brutta quando ridi.» Scherzai, con un fondo di verità però.
«Devo prenderlo come un complimento?» Alzo le spalle.
È bellissima quando ride.«E tu sei meno odioso quando mi abbracci.» Dice, mettendosi a gambe incrociate.
«Mi prendo cura di te.» Perché l'ho detto? Vorrei non averlo fatto sul serio, forse ho pensato ad alta voce. Le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, accarezzando con il pollice la sua guancia, proprio dalla parte del livido.È strano ciò che provo, con lei accanto. Sembra così forte e fragile allo stesso tempo, così piccola ma così grande.
E sto diventando più strano di quel che sono, che la guardo come se dovessi salvarla da un mondo che è pieno di guai.«Perché ti ha colpito?» Mi viene naturale chiedere, con una voce stranamente dolce.
«Non è importante.» Scuote la testa, guardando in basso.
«Marika.» La riprendo.
«Voglio saperlo.» Cerco il suo sguardo, senza smettere di accarezzarla.
«Ha letto i messaggi, pensa che l'ho tradito con te.» Risponde tutto d'un fiato. Lo ammazzo, io lo ammazzo.
«Magari.» Mi scappa una risata, per smorzare la tensione.
«Coglione.» Rise anche lei colpendomi leggermente la spalla, e la sua espressione tornò ad essere serena.Spero che dopo questa non torni più da lui, altrimenti mi dispiace dirlo, ma se le cerca. Non può essere così stupida da ricascarci un'altra volta, non può e non deve.
Marika's Pov.
Lui è il mio rifugio, quando il mondo mi sta troppo stretto. È incredibile, sa farmi ridere anche adesso. Adesso che ridere è l'ultima cosa che vorrei fare. Così, inspiegabilmente ci riesce, sempre. Non fallisce mai.
È seduto davanti a me, nella mia stessa posizione, lo guardo per un attimo fissando i suoi bellissimi occhi verdi. Altro che mare, stelle e pianeti, io lì dentro ci vedo la felicità.
Aveva fatto così tanto per me, in pochi giorni. Non so nemmeno come ci è riuscito a farsi apprezzare nonostante il suo carattere così.. strano, in nemmeno un mese. Eppure l'ha fatto. Mi è entrato dentro, con la sua voce, i suoi testi, i suoi abbracci, le sue parole. In meno di un fottutissimo mese è riuscito a rendermi felice come non lo ero da cinque lunghissimi dannati anni.
Mi viene in mente una sua frase, di una canzone che aveva cantato una sera al locale. Quella sera. La prima sera in cui sono venuta qui, dopo aver litigato con Simone, ovviamente.
Lo abbraccio allacciando le mie braccia al suo collo, e lui ricambia stringendo i miei fianchi.
«Prima che muori tirami fuori dai guai.» Sussurro, ancora attaccata a lui, lasciandomi sfuggire un sorriso.
Non posso vederlo, ma credo che sta sorridendo anche lui.Scioglie l'abbraccio prima di cominciare a parlare.
«Quando ero piccolo soffrivo d'asma. Ci sono stati dei momenti particolari in cui gli attacchi erano più forti e non respiravo, diventavo giallo.. Con un filo di voce dicevo "canta, mamma" e più lei cantava più io mi tranquillizzavo, fino ad uscire dall'apnea. Questo per dire che io mi attacco alla musica come se ogni canzone fosse un giorno di vita in più, una boccata d'aria. Questo è "Briga, prima che muori, tirami fuori dai guai".» Lo ascolto attentamente, restando alla fine senza parole.Apro la bocca più volte per poi richiuderla, non so cosa dire.
«Questo è ciò che tu fai con me. Mi tranquillizzi, mi porti in un altro mondo, mi rendi felice.» Ammetto, incrociando il suo sguardo.
«Tu sei la mia boccata d'aria.» Sorrido, così come lui.

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Rainbow. | Briga
Romance«Sai, c'è un vecchio film in bianco e nero, mio padre me ne parlava spesso quando abitavo ancora con loro.» Probabilmente sembro pazza, ha uno sguardo confuso. «È una specie di musical. E ad un certo punto la protagonista canta una canzone, in cui s...