Capitolo 10.

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Sbuffo quando Briga cerca di svegliarmi toccando ripetutamente la mia guancia col dito. Vorrei solo fare una lunga e sana dormita.
«Capisco che stai comoda, ma dovrei alzarmi.» Ridacchia lui.
«Alzati.» Farfuglio io, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, poi apro gli occhi.

Mi ci vuole un attimo per realizzare che mi trovo spalmata sul petto di Mattia, mentre lui sorride soddisfatto con le mani dietro la nuca. Sento le guance arrossarsi mentre farfuglio delle scuse.
«N-Non volevo, stavo dormendo.» Dico con la voce ancora impastata dal sonno e nel più totale imbarazzo. Giuro che vorrei sprofondare.
«Quindi potresti anche staccarti adesso, Marika.» Ridacchia ancora di più, posso sentire il suo cuore battere e le vibrazioni causate dal suono della sua risata.

Ha ragione. Sono ancora abbracciata a lui, ma infondo dai, ho sonno. E ho i riflessi e i movimenti di un bradipo-lumaca. Con fatica mi tiro su a pancia in sotto, reggendo il peso del corpo sui gomiti, mentre sbadiglio strofinandomi gli occhi.

«Ho fame.» Mi lamento, girandomi e rivolgendo lo sguardo al soffitto.
«Cornetti e Nutella, non puoi dirmi di no.» Propone lui, improvvisamente sorrido neanche a dire che avesse detto qualcosa di sensazionale, poi annuisco.

Credo che tra biscotti, gelato, ed ora anche Nutella, da quando conosco Briga avrò preso minimo 5 kg, ma non posso rifiutare del cibo. Amo mangiare, soprattutto se si tratta di cose decisamente poco salutari.

Mentre ero immersa nei pensieri, Briga si è alzato, andando prima in bagno, e poi di sotto. Lentamente mi alzo anch'io, come ogni mattina faccio pipì, poi metto del dentifricio sul dito non avendo lo spazzolino e lavo i denti. Se c'è una cosa che odio da morire, è l'alito di prima mattina.

Non appena entro in cucina, trovo Briga seduto a mangiare. Sorrido non appena vedo che ha preparato la colazione anche per me.
«Grazie.» Sorrido osservando la tavola, lui per risposta alza le spalle.
«Tra mezz'ora devi andare a lavoro.» Mi fa notare poi e ha ragione. Mi ero quasi dimenticata di dover andare a lavorare, infondo sto bene qui. Annuisco mangiando il mio cornetto.

«Che hai intenzione di fare con Simone?» Chiede tutto d'un tratto, facendomi andare il latte di traverso. Dopo aver tossito varie volte, portando una mano al petto, cerco di rispondere.
«A dire il vero non lo so.» Ammetto, e stavolta è il mio turno per alzare le spalle.

Non ci ho ancora pensato. Amo Simone, e questa è la mia unica certezza riguardo noi. Ma lui è così pesante la maggior parte delle volte, e tutto quello di cui ho bisogno è un po' di tranquillità, di risate, di serenità. E questo è tutto ciò che provo quando sono con Mattia, qui. È così strana come cosa. In ogni caso a quanto pare, Simone ha le idee confuse. Magari stasera potrei passare al locale, per parlare e vedere i ragazzi. Poi ci penserò.

[...]

«Marika.» Tutto quello che voglio è Simone.
«Marika.» Sì, stasera andrò al locale. Devo parlarci.
«Marika!» Porto una mano al petto per lo spavento.

«Giorgio oddio scusa. Dimmi.» Il turno è appena finito. Siamo seduti ad uno dei tavoli esterni del bar, fumando la solita sigaretta.
«Troppi pensieri?» Domanda lui, rivolgendomi un bellissimo sorriso.
Alzo le spalle. «Un po' troppi pensieri.» Ammetto.
«Vuoi parlarne?» Chiede con uno sguardo a dir poco gentile.
«Sto bene, Gio.» Cerco di rassicurarlo, anche se non sono molto convincente.
«Mh.» Si sistema meglio sulla sedia mentre aspira.

A distogliere la mia attenzione dal nostro "discorso" è qualcuno che appoggia la sua mano sulla mia spalla.
Mi giro immediatamente.
«O mio dio, ragazzi!» Relativamente non è passato molto tempo, ma da quando mi sono "lasciata" con Simone, mi sembra di non stare con loro da un'eternità. Abbraccio Davide, e successivamente anche Lorenzo. Giorgio si alza e mi saluta con un cenno della testa, ricambio il saluto sorridendogli e poi lo osservo per un attimo avviarsi alla sua macchina.

«Come stai?» Chiede Lorenzo scompigliandomi i capelli.
«Non lo so.» Alzai le spalle. Con loro mi sentivo improvvisamente a casa, e sapevo di poter essere sincera.
«Simone ci ha raccontato del.. bacio.» Aggiunge poi l'altro dopo essersi schiarito la voce.
«Ah.» Mi limito a dire.
«Vi ha detto qualcos'altro?» Chiedo, curiosa più che mai.
«No.. Ma credo che ha ancora tanto da dirti. Vieni al locale stasera?» Propone Davide, e senza pensarci due volte annuisco.

Se c'è anche una sola possibilità per far pace con lui, devo mettermi in gioco.

[...]

Non appena varco la soglia del locale, noto i ragazzi intenti a sistemare microfoni, attrezzature e robe varie. Sposto immediatamente lo sguardo su Simone, non ci giurerei, ma credo che ha sorriso. Poi guardo Briga, che fa solamente un cenno col capo.

Il locale è strapieno, non l'avevo mai visto così. Mi metto nel solito angoletto per ascoltarli, da qui riesco a vederli tutti. Poi vedo i ragazzi che cominciano a suonare, e Briga che si avvicina al microfono.

Resto in silenzio mentre ascolto la sua voce. È semplicemente incredibile. Ogni tanto mi guarda tra una strofa e l'altra, e sorride.

«Parlaci.» Mi sussurra all'orecchio Lorenzo mentre mi stringe in un tenero abbraccio. Annuisco e poi saluto gli altri.
«Ciamber.» Mi saluta Briga, con un cenno della mano ed io alzo gli occhi al cielo, per poi scoppiare a ridere.
«Ciamber?» Ripete Davide guardandoci storto.
«È una storia lunga.» Mi limito a dire, senza ovviamente voler dare troppe spiegazioni.

«Possiamo parlare?» Chiedo, avvicinandomi a Simone, mentre cerco la sua mano, intrecciandola con la mia.
«Non ho molto da dirti.» Dice, e per un attimo abbasso lo sguardo, quando però lo vedo avvicinarsi per poi baciarmi, il mio umore cambia del tutto.
«Scusa.» Sussurra sulle mie labbra, e senza rispondere torno a baciarlo.

Mattia's Pov.

Osservo Marika mentre si avvicina a Simone, spero che ha fatto la scelta giusta per lei, e per la sua libertà. Quando li vedo baciare, una strana sensazione mi inonda. Stringo istintivamente la mano in un pugno e la mia mandibola si tende.
«Ho bisogno di una boccata d'aria.» Avverto i ragazzi, dando una pacca sulla spalla a Lorenzo prima di uscire dal locale.

Come cazzo fa ad essere così stupida? È tornata da lui? Non ci posso credere. Non che mi importi particolarmente, ma avevo cominciato ad affezionarmi a lei. E lui l'avrebbe solo fatta stare male. Lui non la meritava.

Rainbow. | BrigaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora